Meglio il cancro che la fame. Si potrebbe racchiudere in queste poche parole il concetto che circola da anni nelle menti dei tarantini. L’Ilva, si sa, è la ditta più inquinante d’Europa, e grazie alla sua attività mantiene alte le emissioni industriali dell’Italia che si sta sforzando da qualche anno di abbassarle. Ora però qualcosa è cambiato. Le violazioni alle norme ambientali sono eccessive, e c’è la possibilità che chiuda.
I danni dell’Ilva sono ben noti. L’inquinamento atmosferico e quello delle acque sono innegabili, e chiunque arrivi a Taranto se ne accorge immediatamente per lo strano colore che ha acquisito il terreno e per l’aria irrespirabile al confronto della quale anche quella di Milano sembra aria di montagna. La popolazione non è ignorante, lo sa benissimo a cosa va incontro, ma il problema è che l’acciaieria, con il suo indotto, dà lavoro a mezza città. E’ come se improvvisamente la Fiat chiudesse i battenti in Italia. Sarebbe un disastro.
Per questo non appena ieri è circolata la voce che un giudice stava per decidere del futuro della fabbrica, migliaia di operai sono immediatamente scesi per le strade ed hanno bloccato la statale 106 e la statale 7 Appia. Dopotutto di cancro si muore dopo diversi anni, di fame si muore dopo poche settimane, quindi meglio il cancro, dicono dalla cittadina pugliese.
E non è la prima volta. Già il 30 marzo scorso la fabbrica fu chiusa temporaneamente per l’incidente probatorio che vedeva i vertici dell’azienda accusati di disastro ambientale, ed 8 mila operai erano scesi in piazza per protestare. Ora è ricapitato, ma stavolta la situazione è ben peggiore. Lo sanno bene i vertici cittadini che hanno messo sotto protezione i giudici e dispiegato una gran quantità di forze dell’ordine per evitare che la città corra pericoli.
E la politica cosa fa? Oggi ci sarà un incontro tra le varie parti sociali, tra cui anche il Ministro dell’Ambiente Clini, per stilare un protocollo d’intesa per la riconversione dell’Ilva in un’attività a minor impatto ambientale. Ma la gente non si fida, sa che ogni volta che la politica promette qualcosa poi ci vogliono anni prima di vedere la promessa mantenuta, se viene mantenuta, e quindi preferisce tenere aperta la fabbrica ancora a lungo. Se possibile per sempre.
>> AGGIORNAMENTI SULLA SITUAZIONE DELL’ILVA DI TARANTO
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