Specie a rischio estinzione: progetto italiano riabilita le zone umide

In Europa molte specie vegetali delle zone umide sono a rischio di estinzione. Per questo associazioni e studiosi tentano tutti i modi per salvarle. Un gruppo di lavoro italiano ha collaudato una tecnica che potrebbe rivelarsi un successo nella riabilitazione delle zone agricole a rischio. Le azioni di recupero effettuate fino a questo momento in Italia, con l’obiettivo di conservare una specie rare e minacciate di estinzione, finora hanno avuto successo.

Giornata mondiale delle zone umide, gli appuntamenti di Legambiente

La Giornata mondiale delle zone umide, in difesa dei “serbatoi” di biodiversità, si festeggia con visite guidate interessanti, trekking in luoghi incontaminati e suggestivi avvistamenti di specie migratorie, negli appuntamenti di Legambiente. L’anno 2011 celebra le zone umide di tutto il mondo dopo 40 anni dalla firma a Ramsar, in Iran, della Convenzione Internazionale sulle Zone Umide nel 1971. Come spiega il responsabile nazionale delle aree protette e della biodiversità di Legambiente, Antonio Nicoletti

Le zone umide sono tra gli ecosistemi più a rischio del Pianeta e per questo è necessario un maggiore sforzo da parte di tutti gli Stati per preservare lo straordinario patrimonio di biodiversità che in queste è racchiuso. Le oasi, gli stagni e le torbiere sono infatti eccellenti depositi di stoccaggio per l’anidride carbonica  dove vivono esemplari unici e preziosi per l’intero ecosistema. Senza considerare che sono anche territori dal consistente valore economico che, se valorizzati adeguatamente, sono in grado di riattivare o sostenere anche le economie locali.

Giornata mondiale delle zone umide: si celebra il prossimo 2 febbraio

Le zone umide sono i templi della biodiversità, i serbatoi della vita, preziosi siti di stoccaggio dell’anidride carbonica ed, al contempo, tra gli ecosistemi più minacciati del pianeta per il loro esasperato sovrasfruttamento dovuto principalmente alla riconversione agricola, previa drenaggio. Tale messa a coltura delle aree umide ne ha contratto la superficie complessiva europea originaria del 60%.

Ma l’agricoltura non è la sola minaccia per le zone umide, vi si aggiungono: degrado degli habitat; gestione dell’acqua; turismo; inquinamento; gestione rifiuti; attività di estrazione; pesca; sfruttamento delle foreste; urbanizzazione.

Ripristino zone umide, il miglior modo per assorbire CO2

Il ripristino delle zone umide è ottimo modo per ristabilire il recupero naturale del carbonio, un metodo di geoingegneria a basso rischio, e raccogliere i benefici dei servizi ecosistemici da esse forniti. Ora i ricercatori dell’Ohio State University hanno dimostrato che dopo 15 anni, non importa se queste zone umide siano state piantate da esseri umani o se siano del tutto naturali: vengono ri-colonizzate da piante e animali, addirittura migliorando la già efficace funzione che la natura le ha dato normalmente.

Dopo il monitoraggio dei progressi ottenuti da due impianti sperimentali di zone umide nel campus, inseriti nel Wilma H. Schiermeier Olentangy River Wetland Research Park, i ricercatori hanno scoperto che

le due zone umide contenevano quasi lo stesso numero di specie vegetali, ed i loro tassi di conservazione dei fosforo nitrati – sostanze nutritive che possono diventare potenziali contaminanti delle acque – sono stati quasi identici. Entrambe le zone umide trattenevano il carbonio nel loro suolo, con questa funzione di deposito di CO2 che aumentava costantemente nel corso degli anni.

La devastazione delle zone umide farà sparire molte città nell’arco di tre secoli

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Nel corso degli ultimi quattro anni, 340 miglia quadrate (pari a 547 km quadrati) di zone umide nei dintorni di New Orleans sono scomparsi, causando quello che i biologi affermano sia la più veloce perdita di terra intorno alle città della storia. 350 di questi chilometri quadrati sono stati persi a causa degli uragani Rita e Katrina. Il resto è stato a causa dell’erosione causata dall’uomo.

Ora si è finalmente realizzato che, se le zone umide fossero state protette meglio prima di Katrina, il danno non sarebbe stato altrettanto grave, e che tali zone umide potrebbero impedire la scomparsa definitiva della città di New Orleans. Ecco perché.

Allarme WWF: zone umide a rischio estinzione

Oggi, lunedi 2 febbraio, è la Giornata Mondiale delle Zone Umide, istituita dal WWF per riconfermare l’adesione italiana alla Convenzione Internazionale di Ramsar. Oggi in tutta Italia sarà possibile visitare gratuitamente le oasi del WWF. In occasione di questa importante iniziativa, il WWF ha pubblicato un rapporto sulle cosiddette zone umide, tra cui paludi, lagune, stagni, acquitrini, specchi d’acqua e torbiere, che delinea un inquietante scenario. Secondo i dati del WWF, infatti, le zone umide stanno scomparendo dal nostro Pianeta. Oltre il 60% del patrimono mondiale è scomparso nell’ultimo secolo e addirittura il 90% solo in Europa. La situazione appare drammatica anche in Italia: dei 3 milioni di ettari originari di zone umide, nel 1991 ne restavano appena 300 mila. Oggi, invece, è rimasto intatto solo lo 0,2%.