Moda ecologica, quando il verde è fashion

Circa dal 15 al 20% del tessuto utilizzato per la produzione dell’abbigliamento finisce in discarica, un lusso che al giorno d’oggi non è più tollerabile. I pionieri della “moda a zero rifiuti” hanno trovato una soluzione: la progettazione di modelli di abbigliamento che utilizzano ogni centimetro di tessuto: se sembra facile, non lo è.

Secondo quanto riporta il New York Times, il mese prossimo la Parsons New School for Design offrirà uno dei primi corsi di moda a zero rifiuti al mondo, in cui gli insegnanti affiancheranno le tecniche della moda ai principi della sostenibilità.

No-Impact Man, vivere con zero rifiuti si può

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Ormai è partita la moda dei film-documentari sull’ecologia. A breve verrà rilasciato il trailer di No-Impact Man, un nuovo film che si aggiunge al filone degli eco-movie.  La storia è basata sulla vicenda di Colin Beavan e della sua famiglia, che come in un reality show si è sottoposto ad un esperimento durato un anno in cui si è tentato di vivere con uno stile di vita con zero rifiuti nella città di New York.

Lo scopo del film è aumentare l’auto-consapevolezza che è possibile per ognuno vivere senza produrre rifiuti, o riducendoli all’osso. Tra alcuni momenti di sentimentalismo, la maggior parte del film presenta un interessante commento alle sfide della transizione ad uno stile di vita che è coerente con il valore ecologico.

In Giappone un paese a “rifiuti zero”

Un paese a rifiuti zero. Ripensando a questa estate e all’emergenza rifiuti che ha colpito alcune città italiane ed in particolare Napoli, sembra impossibile. Eppure esiste davvero. Si chiama Kamikatsu ed è un cittadina di 2.000 abitanti situata sulle colline orientali del Giappone. Qui il sindaco, Kasamatsu Kasuichi, ha deciso di dichiarare guerra ai rifiuti rivoluzionando il tradizionale metodo di raccolta dell’immondizia. Nessun cassonetto dei rifiuti per le strade del paese e nessun inceneritore, tutto, invece, viene riciclato e compostato dai cittadini di Kamikatsu che hanno imparato anche a utilizzare al meglio gli scarti alimentari. I residenti del piccolo paese giapponese si occupano personalmente di differenziare i rifiuti, separando, come prima cosa, quelli organici da quelli non organici.