Solo auto elettrica e…natura incontaminata. Questo è il programma di Missione Africa, la sfida che il pilota Xavier Chevrin vuole intraprendere nel Continente Nero a bordo di un’auto elettrica. 4.800 km in tutto per un percorso che attraversa i grandi parchi e le riserve naturali dell’Africa più spettacolare: dalla Tanzania, alla Zambia, passando per Zimbabwe, Botswana e Sudafrica, fino alla destinazione del viaggio, Johannesburg.
zero emissioni
Energia e ambiente alla Settimana dell’energia di Siena, 17-22 gennaio
Siena ospita la Settimana dell’energia dal 17 al 22 gennaio. L’evento, promosso dalla provincia di Siena in collaborazione con l’Agenzia provinciale per l’energia e l’ambiente (Apea) e il sostegno della Fondazione Mps, si svolge nella Sala della Balie del Palazzo Squarcialupi. Nell’incantevole scenario di Piazza Duomo si discuterà di energie rinnovabili e di risparmio energetico, di Green economy e di sviluppo sostenibile.
La Settimana dell’energia è anche un’occasione per discutere e confrontarsi sul Siena Carbon Free, il progetto ambizioso con cui la città si candida a diventare per il 2015 la prima area dell’Europa libera dall’energia non rinnovabile e a zero emissioni di CO2.
Costa Rica, primo Paese emissioni zero entro 2012
Entro il 2012 il Costa Rica diventerà il primo Paese del pianeta carbonio neutrale, ovvero a emissioni zero. Lo annunciava, già tempo fa con orgoglio e convinzione, Ana Lorena Guevara, viceministro per l’Ambiente e per l’Energia, e lo ricorda a Cuneo in occasione dell’ VIII Forum internazionale sul vivere sostenibile organizzato dall’associazione Greenaccord svoltosi dal 13 al16 ottobre 2010.
Lorena Guevara sceglie di dare una spinta d’accelerazione alla linea politica portata avanti dal Presidente Laura Chinchilla. Linea politica peraltro già virtuosa e “avanti anni luce” rispetto a quella dei Paesi del Sud America come di molti Paesi europei. Il Paese vanta una tradizione politica virtuosa già dal 1948 anno in cui si abolì l’esercito dirottandone i fondi su educazione e cultura, fondi che oggi vengono investiti anche per l’ambiente.
Il segreto del nostro stato- spiega il vice-ministro- risiede nel sistema decisionale democratico, in un forte investimento sull’educazione e sulla salute, resi possibili dai fondi risparmiati grazie all’assenza di forze armate e in un diffuso sistema di tutela della nostra biodiversità e delle risorse naturali che ci spingono a rifiutare investimenti industriali ed economici che potrebbero mettere a repentaglio questi elementi essenziali.
Innovazione energetica e tecnologica: un’altra casa in Italia è possibile
In Italia un’altra casa è possibile fermando il consumo di suolo ed avendo un approccio più attento e moderno sia all’innovazione tecnologica, sia a quella energetica.
E’ questo, in estrema sintesi, uno dei messaggi importanti che Legambiente nei giorni scorsi ha lanciato con un dossier nel quale, tra l’altro, si mette in evidenza come pensando a nuove politiche e nuove idee per i centri urbani sia possibile uscire dalla crisi economica partendo dal recupero del nostro patrimonio edilizio al fine di dare adeguate risposte ad una domanda abitativa che a causa della pessima congiuntura degli ultimi tre anni è sempre più crescente.
Un cimitero zero emissioni, bare ecologiche e Gps per trovare i defunti
La tomba dell’ecologia ovvero un sepolcro ecologico. Avevamo già parlato tempo fa delle soluzioni per morire ecologico in Olanda. Oggi, invece, ci spostiamo dall’altra parte del globo, a Sidney, Australia: in campo un’idea, quella di non inquinare in vita né oltre la vita. E’ così che nasce l’ecocimitero, diverso da quello che siamo abituati a vedere, oseremmo dire rivoluzionario.
Niente lapidi né pietre tombali: per registrare la posizione esatta e localizzare successivamente il defunto c’è il GPS. Le coordinate del ricordo ci verranno in aiuto nelle nostre visite e c’è chi giura, Ecologiae incluso, che questo sarà il cimitero del futuro.
Il cimitero ecologico a impatto zero è il St. Francis Field (deve il suo nome a San Francesco di Assisi), presso il cimitero di Kemps Creek nella periferia ovest di Sydney. Attualmente ha una capienza di 300 persone, 300 veri e propri ecodefunti che ridurrano la loro impronta sull’ambiente in vita come in morte. Come?
Le politiche ambientali di Norvegia, Costa Rica e Maldive, le tre nazioni che puntano alle emissioni zero
Norvegia, Costa Rica e le Maldive sono alle prese con alti costi e ostacoli tecnologici per cercare di combattere il cambiamento climatico, tentando di ridurre le emissioni di gas ad effetto serra fino allo zero. Le Nazioni Unite stanno lodando il loro obiettivo di “neutralità carbonica“, ma il modello è difficile da imitare, con la sua richiesta di un drastico passaggio all’energia pulita.
Quello che stiamo cercando di fare è di cambiare radicalmente la direzione della loro crescita economica
ha detto Yvo de Boer, capo del segretariato delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Eppure, tutte e tre le piccole nazioni affrontano grossi problemi. Le emissioni di gas serra in Norvegia sono del 7% sotto del valore del 2012 nel quadro del protocollo di Kyoto, mentre le emissioni sono in aumento in Costa Rica, in particolare nel settore dei trasporti.
E le Maldive hanno intenzione di essere una vetrina tropicale per l’energia solare ed eolica nell’Oceano Indiano, staccandosi dalla dipendenza costosa del diesel . Avranno bisogno di una cifra stimata di 1,1 miliardi di investimenti per oltre un decennio per raggiungere tale obiettivo. Le Maldive puntano alle zero emissioni entro il 2020, la Costa Rica al 2021 e la Norvegia nel 2030.
Una centrale ad impatto zero darà energia al parco naturale di Pratolino
Il bello di un parco naturale è il poter respirare l’aria pulita e vedere animali come se stessero nel loro habitat naturale. Ma anche una struttura simile per poter funzionare ha bisogno dell’elettricità, e sarebbe un controsenso se per generarla si inquinasse un posto così incontaminato. Per questo in Toscana hanno avuto una grande idea, e cioè costruire una centrale elettrica che funziona con un mix di energie rinnovabili, e soprattutto che ha zero emissioni.
La centrale si chiama Diamante ed è situata al centro del parco naturale di Pratolino, vicino Firenze. La struttura ha appunto la forma di un diamante alto 12 metri e con un diametro di 8, formato da 38 pannelli fotovoltaici a celle monocristalline e 42 facce in vetro temprato per catturare il sole che in queste zone c’è quasi tutto l’anno. Ma non bisogna disperare nelle giornate nuvolose. La centrale è in grado di generare energia attraverso l’accumulo di idrogeno.
Vivere ad emissioni zero si può: l’isola di Samso è la guida per il mondo
I soliti lobbisti del petrolio, carbone o nucleare farebbero bene ad acquistare un biglietto aereo per la Danimarca, prendere il traghetto e sbarcare sull’isola di Samso, l’isola più ecologica del mondo. La situazione di questo appezzamento di terreno grande tre volte l’isola di Ischia ed abitato da 4.500 persone solo 10 anni fa sembrava terribile. Per sopravvivere i “samsingers“, così si chiamano i suoi abitanti, acquistavano energia prodotta dal carbone, campavano di agricoltura ma, a causa delle grandi aziende della globalizzazione, le fattorie piano piano cominciavano a chiudere, lasciandoli senza lavoro e costretti a vedere i propri giovani partire verso lidi più fertili.
Poi la grande idea del Governo danese: far diventare l’isola il laboratorio della sostenibilità. Per farlo sono stati dati degli aiuti economici, nemmeno tanto onerosi, e sono stati detassati tutti gli investimenti che miravano alle infrastrutture ecologiche. Oggi, dopo solo 10 anni, l’isola di Samso è a zero emissioni, le aziende agricole hanno riaperto e l’economia è basata sul turismo leggero, ma soprattutto sulla produzione energetica. I samsingers, proprietari dei piloni eolici, producono energia, la usano per la propria casa e la propria azienda e, quella in eccesso, la rivendono alla terraferma, dove gli viene pagata mediamente 400 mila euro l’anno.
Greenbus 2009: viaggio per l’America con una missione ecologica
Cavalcando la campagna “Vehicle for Change“, un team di 15 studenti e neodiplomati del Dartmouth College, si è dedicato alla lotta per diminuire i problemi ambientali ed economici attraverso l’istruzione, viaggiano a bordo del Big Green Bus per 12.000 miglia (oltre 19 mila chilometri) attraverso gli Stati Uniti. Il 17 giugno scorso hanno raggiunto l’ultima tappa al Timberland Store di Manhattan per svelare le nuove eco-funzioni del loro autobus, per far capire quanto sia possibile viaggiare per il mondo con zero emissioni e non solo.
Recentemente si sono incontrati con i rappresentanti politici di Washington, del Nord e Sud Carolina, New Orleans, Texas, California, e via dicendo, in giro per tutta la nazione. Ma in cosa consiste l’autobus eco-friendly? Prima di tutto, com’era facile attendersi, ha un pannello solare ed è alimentato anche con rifiuti di olio vegetale. Gli interni sono composti da pavimenti in bambù, vernici non tossiche e altri materiali da costruzione ecologici.
Disney rivela il suo piano ecologico
Disneyland di certo non è il luogo più ecologico della terra, ma entro 3-5 anni la società che lo controlla prevede di minimizzare l’impronta ambientale di Topolino, riducendo le emissioni di metà, riducendo il consumo di elettricità del 10% e dimezzando l’immondizia entro il 2013.
L’obiettivo a lungo termine, secondo la relazione della Walt Disney Company sulla nuova responsabilità del piano ambientale, è quello di arrivare a zero rifiuti ed emissioni. Forse gli azionisti, in occasione della recente riunione annuale, sono stati invogliati dall’impatto finanziario che la riduzione dei costi energetici potrà avere sui loro ricavi.
Plaudiamo Disney per la sua leadership nell’adottare questi obiettivi, in particolare per la sfida in tempo di crisi dell’economia globale
ha affermato Peter Seligmann, presidente della Conservation International, che ha offerto consulenza sullo sviluppo delle nuove strategie di sostenibilità. Anche se un “consiglio ambientale” dei dirigenti è in vigore da due anni, finalmente queste iniziative prevederanno di attuare l’impegno annunciato e mai messo in pratica nelle opere.
“Oil 2.0”: il petrolio del futuro prodotto dai batteri
