Uragani, più ne aumenta la forza, e più aumenta il riscaldamento globale

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Uno studio sull’impatto degli uragani negli Stati Uniti mostra che i danni provocati alle foreste possono diminuire la capacità di assorbire anidride carbonica, quindi dare un importante contributo al riscaldamento globale. I ricercatori della Tulane University del Dipartimento di Ecologia e Biologia Evoluzionistica hanno esaminato l’impatto dei cicloni tropicali sulle foreste degli Stati Uniti dal 1851 al 2000 e hanno rilevato che i cambiamenti nella frequenza degli uragani potrebbe contribuire al riscaldamento globale. I risultati saranno nel prossimo numero di Proceedings of the National Academy of Sciences.

Gli alberi assorbono l’anidride carbonica per crescere, e la rilasciano quando muoiono, a causa della vecchiaia, o perché abbattuti dall’uomo o dagli uragani. L’importo annuale di biossido di carbonio prodotto da una foresta rimosso dall’atmosfera è determinato dal rapporto tra la mortalità e la crescita dei vari alberi. Quando questi sono stati distrutti in massa dagli uragani, non solo ci sarà un minor numero di alberi nella foresta per assorbire i gas a effetto serra, ma le foreste potrebbero diventare responsabili delle emissioni di biossido di carbonio, che causano il riscaldamento del clima.

Nuovi fattori per il calcolo delle tempeste: eruzioni vulcaniche e polvere

Il riscaldamento delle acque dell’Oceano Atlantico, negli ultimi decenni, è dovuto in gran parte al calo delle polveri dai deserti africani e dalle inferiori emissioni vulcaniche. Secondo un nuovo studio americano, sarebbero queste le nuove cause del surriscaldamento globale, oltre all’inquinamento e a tutto ciò che conosciamo molto bene.

Dal 1980, il riscaldamento del Nord Atlantico tropicale è stato in media di mezzo grado Fahrenheit (un quarto di grado Celsius) per dieci anni. Mentre tale numero può sembrare piccolo, si può tradurre in grossi impatti sugli uragani, che sono alimentati dal caldo della superficie delle acque, spiega Evan Amato, membro del team di studio della University of Wisconsin-Madison. Ad esempio, la differenza di temperatura nell’oceano tra il 1994, un anno tranquillo per gli uragani, ed il 2005, in cui si è registrato il record di tempeste (compreso l’uragano Katrina), è stato di appena 1 grado Fahrenheit.

Global Green Pre-Oscar Party, la manifestazione dei vips in favore dell’ambiente

Per il sesto anno consecutivo, alla vigilia della famosa manifestazione cinematografica mondiale, la notte degli Oscar, si tiene una manifestazione meno famosa, ma altrettanto importante: il Global Green pre-Oscar Party. Questa festa si terrà questa sera in California e, come di consueto, sarà un magnete per le celebrità. A parteciparvi ci saranno tutte quelle star che, a modo loro, hanno contribuito a rendere questo mondo un pò più verde, ma che soprattutto danno il buon esempio ai loro fans.

Star della serata non poteva essere che Leonardo DiCaprio, di cui ci eravamo già occupati tempo fa. Ma non mancheranno tanti altri attori famosi come Orlando Bloom, Penelope Cruz, Marisa Tomei, Kate Bosworth, Rosario Dawson, Sheryl Crow, Gavin Rossdale e BlackCowboy. Quest’anno la manifestazione premierà le “Scuole verdi“, con un particolare accento sul miglioramento della salute degli studenti e delle prestazioni, come il risparmio di denaro (sempre in termini ecologici e non di taglio), la creazione di posti di lavoro verdi e la promozione di soluzioni intelligenti per il clima.

Il riscaldamento globale non ci preoccupa? Colpa dei media

“I media hanno la responsabilità di mettere a fuoco il problema della scienza e dell’ambiente e francamente sono gli unici competenti a farlo”, ha dichiarato l’analista ricercatore sul clima e sulla politica Stephen Schneider, nel valutare lo stato attuale di copertura dei media a livello mondiale sul riscaldamento globale e le questioni connesse.

Schneider, in una relazione del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici, chiede che i media si occupino maggiormente del riscaldamento globale, che si discuta di questo e di altre questioni:

La scienza non è politica. Non è possibile ottenere solo due opposti punti di vista e pensare di aver lavorato diligentemente. Esistono molteplici punti di vista, ed ognuno gode di relativa credibilità, ma il problema è che il giornalista delle volte non capisce cosa è credibile e cosa non lo è. Il problema è che solo la CNN ha formato una squadra di giornalisti scientifici preparati sulla materia. Perché le testate non formano redazioni per l’ambiente così come le hanno sull’economia o sullo sport? Perché non inviano i loro giornalisti ai grandi avvenimenti sul clima così come coprono il Superbowl?