Le tonnellate di plastica che ricoprono gli oceani sono tristemente note a tutti. Allo stesso modo si sa benissimo che molti animali acquatici, come i pesci o le tartarughe, muoiano tra atroci sofferenze a causa dell’ingestione delle buste di plastica o per soffocamento. Ma la novità che ci giunge in questi giorni dagli Stati Uniti riguarda gli uccelli marini. Ebbene sì, anche loro rischiano di morire a causa dell’inquinamento dei mari.
uccelli marini
Sardegna Nord Cetacei, il progetto di ricerca dell’Università di Sassari
Partirà il 25 maggio 2012 Sardegna Nord Cetacei, il progetto di ricerca promosso dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Sassari per monitorare le acque a nord dell’isola e studiare le abitudini, i comportamenti e le interazioni dei cetacei che popolano lo stretto di mare tra i porti di Olbia e Bosa con l’uomo. Inoltre analisi di tipo virologico e parassitologico, potranno informare sullo stato di salute dei cetacei.
No alle trivelle nel Canale di Sicilia
Alla ricerca del petrolio perduto, perforando a morte la biodiversità, un patrimonio immenso di flora e fauna marina, presente nel canale di Sicilia, per scovare granelli di energia nascosti nelle profondità ignorando l’impatto ambientale di simili perlustrazioni, ferite altrettanto profonde per gli ecosistemi. Uno scempio che verrà avviato dalla Audax Energy al largo di Pantelleria. Dopo l’appello di Greenpeace al Ministro dell’Ambiente, l’Onorevole Stefania Prestigiacomo, un’altra voce si leva forte contro le trivelle in questo tratto di mare, quella della LIPU che ha sempre combattuto per difendere gli habitat degli uccelli marini proprio in quell’area e che ora rischia di veder vanificati gli sforzi compiuti per tutelare la fauna.
Uccelli marini in crisi, la LIPU chiede un piano per il Mediterraneo
La berta maggiore, il gabbiano corso ed altri uccelli marini che hanno il loro habitat nel Nord della Sardegna sono a rischio. A lanciare l’allarme è la LIPU che sottolinea come le due specie sopra citate, ad esempio, abbiano avuto quest’anno un successo riproduttivo decisamente basso. L’associazione chiede pertanto delle misure nazionali atte a tutelare l’avifauna pelagica agendo sulla Strategia Nazionale per la Biodiversità, a cui il Governo dovrebbe dare attuazione al più presto. Anche l’Europa, però deve intervenire, e deve farlo su un fronte più ampio, quello decisamente vitale per gli uccelli marini: il pesce.
Allarme WWF: tra 50 anni non ci sarà più biodiversità

La seconda causa è il cambiamento climatico, dovuto ovviamente all’inquinamento, che sta facendo estinguere numerose specie di piante e pesci; e infine il commercio della carne e delle pelli, che miete vittime soprattutto tra le balene e le foche.