uccelli città animali gallery

Animali di città, i 10 uccelli urbani più comuni (gallery)

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Viviamo tutti in città con case dagli alti tetti e con antenne in cui spesso si posano per cantare degli uccellini…e con la primavera i nostri cieli sono gremiti di rondini, cardellini… Ma quali sono i 10 uccelli urbani più comuni in Italia? Con la gallery sugli animali di città, una di una serie incentrata sulla fauna cittadina, voglio farvi scoprire come la Natura con i suoi animali sia presente anche tra asfalto e cemento senza che noi lo sappiamo!

Riscaldamento globale, 900 specie di uccelli a rischio estinzione

Novecento specie di uccelli potrebbero estingersi entro la fine del secolo. E’ questo l’ultimo allarme lanciato dall’Università dello Utah che ha analizzato oltre 200 studi sul tema effettuati negli ultimi anni. Secondo i ricercatori è vero che forse gli uccelli sono la razza meno a rischio in quanto, potendo volare, può spostarsi più facilmente a seconda della latitudine che più gli aggrada. Ma a rischio sarebbero tutte quelle specie che non migrano, e che sono abituate da secoli e vivere in posti dal clima stabile.

Riscaldamento globale: i primi a farne le spese sono gli animali che vivono in montagna

I cambiamenti climatici sono ormai una realtà, e ce ne accorgiamo dove normalmente le temperature sono più estreme. Un esempio su tutti sono le montagne dove, a causa della scarsità di precipitazioni, la neve comincia a mancare. Di conseguenza anche le specie animali che si trovano lì improvvisamente hanno l’impressione di essere state trasferite altrove, e dunque sono costrette ad emigrare verso zone più accoglienti.

Uccelli, in netto calo le specie “agricole”

Brutte notizie arrivano dalla LIPU sulla sopravvivenza delle specie agricole di uccelli, ovvero quelle che hanno il loro habitat o comunque frequentano e sono dunque strettamente legate agli ambienti agricoli. Negli ultimi 30 anni, infatti, il programma europeo di monitoraggio Pan-European Common Bird Monitoring Scheme ha rivelato un calo di oltre la metà di questi esemplari. Parliamo di specie come l’allodola, il fanello e lo strillozzo. Lo studio ha esaminato, prendendo a riferimento 25 Paesi UE, la situazione in cui versano 145 specie diffuse, dove con diffuse si intende quelle che non vivono concentrate in territori ben definiti nei confini ma in ordine e presenza sparsa.

Bracconaggio, non fermate l’Operazione Pettirosso

Per fermare il bracconaggio e la pratica dell’uccellagione, che ogni anno miete pettirossi e uccelli nelle valli del Bresciano, l’autunno parte l’Operazione Pettirosso del Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale di Stato. L’operazione, che spesso coinvolge i volontari della LIPU e delle altre associazioni ambientaliste, ha una durata di 5 settimane ma quest’anno si vuole chiudere il 23 ottobre. Per questo le associazioni animaliste hanno scritto una lettera al ministro delle Politiche Agricole e Forestali Luca Zaia e al comandante del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone

Siamo sconcertati, terminare ora l’attività di contrasto al bracconaggio nei boschi del Bresciano significa consegnare decine di migliaia di uccelli nelle mani dei bracconieri. Che prosegua fino alla fine del periodo migratorio per garantire un efficace contrasto alla caccia illegale.

Bracconaggio, pettirosso dal ramo…allo spiedo

Il bracconaggio nelle valli del Bresciano non è, purtroppo, notizia dell’ultima ora: da anni in Val Camonica, Val Trompia e Valsabbia si pratica la cattura illegale di uccelli, venduti ai ristoranti della zona. Lo scorso anno i volontari della LIPU e le guardie forestali del Bresciano hanno rimosso oltre 2mila tra trappole, archetti e reti per la cattura degli uccelli nel periodo che va dal mese di ottobre a Natale. La ricerca delle trappole e degli uccelli ancora vivi nota come Operazione Pettirosso, anche se feriti, va avanti da 24 anni.

Bracconaggio, volontari LIPU rimuovono trappole nel Bresciano

Non solo le proposte per la caccia selvaggia accendono le polemiche e mettono a rischio centinaia di specie animali e l’apertura anticipata della stagione venatoria 2011-2012, ora ci si mette anche il bracconaggio. I volontari LIPU e le guardie giurate zoofile guidate dall’ispettore Piergiorgio Candela nei giorni passati hanno rimosso tagliole, reti ed archetti a Montecampione in Val Camonica e a Colle di San Zeno in Val Trompia, nelle quali erano finite balie nere e pettirossi, destinati a divenire spiedi nei ristoranti.

Caccia, preapertura 1 settembre mette a rischio gli uccelli nidificanti

Sono dodici le regioni italiane che in alcune province anticiperanno l’apertura della caccia ad oggi primo settembre. Da stamane si spara in tutte le province dell’Emilia Romagna, quasi tutte quelle della Toscana, in Lombardia nella sola provincia di Brescia. Salvi per il momento gli uccelli e la fauna selvatica di Liguria, Molise, Piemonte e delle province autonome di Trento e Bolzano che non hanno autorizzato la preapertura. La LIPU lancia l’allarme sui rischi che comporta la caccia anticipata ad un momento così delicato per le specie di uccelli che hanno appena terminato di nidificare. Sono dodici le specie di uccelli sulle quali si potrà sparare nelle province in cui è stato anticipata la data di apertura della caccia al 1 settembre, cinque i mammiferi nel mirino delle doppiette.

Uccelli, specie a rischio estinzione locale: l’allarme della LIPU sull’avifauna italiana

Uccelli a rischio in Italia a causa della cattiva qualità dell’habitat forestale. Nello specifico alcune specie come l’astore di Sardegna, la balia dal collare, il fagiano di monte, il gallo cedrone rischiano l’estinzione locale a causa della scarsità di foreste d’alto fusto. A lanciare l’allarme è la LIPU, allertata dai risultati di un recente studio commissionatole dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, incentrato sullo stato di salute dell’avifauna nel nostro Paese. Il 2011, l’anno internazionale delle foreste, ha celebrato l’aumento della superficie forestale italiana ma, ahinoi, non qualitativo, con quanto ne consegue per le perdite nel patrimonio di biodiversità della penisola.

Caccia: la LIPU protesta contro l’uccisione indiscriminata degli uccelli

Come prassi da anni, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) fornisce i dati sullo stato di salute degli uccelli che transitano in Italia, in modo da regolare la legge sulla caccia. Quest’anno i dati forniti dall’organizzazione sono molto preoccupanti, tanto da aumentare il numero delle specie che non si possono cacciare in quanto considerate in pericolo di estinzione, e ridurre la stagione della caccia ad appena 3 mesi e mezzo.

E la risposta del Governo qual è stata? Anziché attenersi a queste indicazioni, come previsto dall’articolo 18 della legge 157/92, che prevede l’obbligatorietà del parere ISPRA, ha chiesto un nuovo tavolo all’Istituto, probabilmente per ritrattare le indicazioni. Per questo è insorta la LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli, in quanto si teme che il Governo possa “far da solo”, non tenendo conto delle linee guida del suo stesso istituto scientifico.

A Cernobyl gli uccelli hanno un cervello più piccolo

Il disastro nucleare di Cernobyl è avvenuto nel 1986, esattamente 25 anni fa, eppure ancora oggi gli effetti della contaminazione da radiazioni si fanno sentire. Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori guidato da Timothy Mousseau (USA) e da Anders Moller (Francia) apparso sulla rivista Plos One, ha dimostrato che gli uccelli che vivono nei pressi della centrale abbandonata hanno un cervello più piccolo del 5% rispetto ai loro simili.

Gli studiosi delle Università della South Carolina e di Paris-Sud hanno preso a campione 550 volatili di 48 specie diverse localizzati nelle aree limitrofe all’impianto nucleare di Cernobyl. Il minore volume cerebrale degli uccelli sarebbe causa delle ridotte abilità cognitive dei volatili. Inoltre, e questo aspetto meriterebbe un ulteriore approfondimento, l’effetto è maggiore negli uccelli più giovani, con meno di un anno di vita. Altro effetto della contaminazione è difatti l’elevata mortalità degli uccelli alla nascita per difficoltà di adattamento.