Bioma

Bioma

Per definizione un bioma è un’estesa porzione di biosfera, individuata ed identificata in base al tipo di vegetazione dominante presente. Consta di un’area che presenta caratteristiche ambientali omogenee su una grande estensione di territorio, in cui vive un complesso di specie vegetali ed animali adattate alle caratteristiche ambientali peculiari.

La vegetazione influenza la presenza degli animali, perché la vita degli animali è legata alle piante (che convertono l’energia solare in sostanza organica) per mezzo delle catene alimentari (dette anche livelli trofici). In un bioma quindi si trovano un insieme di comunità animali (zoocenosi) e vegetali (fitocenosi) comprendendo organismi pluricellulari e unicellulari,  anche microscopici, che interagiscono fra loro. L’approccio allo studio su un bioma è l’osservazione della struttura delle piante (alberi, arbusti e erbe), dei tipi di foglie (latifoglie e aghifoglie), della distanza tra le piante (foresta, bosco misto, savana) e l’analisi del clima.

Dieci paesaggi da vedere prima che sia troppo tardi, la lista delle meraviglie che stanno sparendo

L’innalzamento del livello del mare, la desertificazione, i monsoni e le piogge torrenziali, lo scioglimento dei ghiacciai e l’acidificazione degli oceani stanno cambiando il volto del pianeta. I paesaggi terrestri sono da sempre in perenne mutamento ma in questa nostra era, detta dai geologi antropocene, tutto accade con più rapidità tant’è che potremo essere tra le ultime generazioni a vedere alcuni dei posti più belli della terra. Ecco la triste lista delle meraviglie da godere prima che sia troppo tardi redatta da Mother Nature Network.

Glacier National Park

Meno di 100 anni fa i ghiacciai compresi nell’area del parco erano 150. Ora ne restano 27 ed entro il 2030, se non prima, scompariranno del tutto insieme alle specie aventi habitat ed autoecologia legati ai ghiacci ed alle acque fredde.

Gli effetti dell’inquinamento da azoto sulle foreste tropicali

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Secondo un recente studio degli ecologisti dell’Università della California Irvine, pubblicato su Science Daily, l’eccesso di azoto nelle foreste tropicali stimola la crescita delle piante del 20%, dimostrando non valida la precedente convinzione che tali foreste non fossero molto interessate dall’inquinamento da azoto.
La più rapida crescita delle piante dimostra come ai Tropici vi sia una maggior quantità di biossido di carbonio di quanto non si era sinora creduto. E l’inquinamento da azoto è destinato ad aumentare considerevolmente nel corso di questo secolo, con gravi conseguenze per il geoclima. L’incremento dell’inquinamento interesserà anche regioni tropicali in via di sviluppo come l’India, il Sud America, l’Africa e il Sud-Est Asiatico. Concimi azotati, applicati a terreni agricoli per migliorare la resa delle colture, evaporano infatti nell’atmosfera, tramite le acque che irrigano le coltivazioni intensive. Per non parlare delle immissioni nell’aria dei gas industriali.

Ci auguriamo che i nostri risultati contribuiscano al miglioramento delle pessime condizioni in cui versa il nostro pianeta”, ha dichiarato David LeBauer, uno dei ricercatori UCI e autore principale dello studio. Utilizzando dati provenienti da più di 100 studi pubblicati in precedenza, LeBauer e Kathleen Treseder, professore associato di ecologia e biologia evolutiva a UCI, hanno analizzato l’effetto dell’azoto sui tassi di crescita dei più diversi ecosistemi: dalle foreste tropicali alle praterie della tundra.
I ricercatori hanno riscontrato in tutti, tranne che nei deserti ovviamente, un aumento della crescita delle piante dovuta ad azoto.