L’inceneritore di Torino spento a febbraio per problemi dell’impianto

inceneritore torinoPresto spento l’inceneritore di Torino: la società che gestisce l’impianto del Gerbido, la Trm, ha ammesso i problemi con il termovalorizzatore e l’eccesso di emissioni inquinanti, oltre il tetto massimo consentito. L’impianto tuttavia tornerà nuovamente in funzione, continuando senza dubbio ad alimentare le grandi proteste dei cittadini per l’inquinamento, i danni alla salute e il pessimo odore.

L’inceneritore di Parma bloccato dopo 3 giorni, manca l’agibilità

TO GO WITH THE STORY by Andrew BEATTYADopo soli 3 giorni di attività l’inceneritore di Parma è stato bloccato: per l’amministrazione comunale manca l’agibilità. Si apre quindi una nuova clamorosa pagina per il forno di Ugozzolo, dopo la richiesta di procedere dell’Iren al Comune, con agibilità parziale, il rifiuto del comune e la decisione della società di precedere lo stesso.

Rifiuti, anche il non riciclato può divenire risorsa per l’edilizia sostenibile

Tutti sappiamo che i rifiuti si possono riciclare, diminuendo il quantitativo di spazzatura che finisce in discarica, abbattendo costi e consumi per la produzione di nuovi oggetti, ma anche per il recupero delle risorse non esauribili. Eppure una parte dei rifiuti finisce necessariamente in discarica: è il non riciclabile. Ma, dalla provincia di Pavia nel cuore della pianura Padana, arriva un’idea per riciclare anche il non riciclabile, come? Trasformando le ceneri dei rifiuti in mattoni per l’edilizia sostenibile, perché come spiega il professor Alessandro Greco dell’Università di Pavia

Il rispetto per l’ambiente rappresenta di sicuro il futuro di questo settore e sono convinto che l’impiego di materiali riciclati sarà sempre più consistente.

Inceneritore

Inceneritore

Gli inceneritori sono impianti per lo smaltimento dei rifiuti attraverso un processo di combustione ad alta temperatura, l’incenerimento, appunto. I rifiuti vengono così ridotti in effluenti gassosi, polveri e ceneri, ma anche usati per produrre energia elettrica, ottenuta dal vapore sprigionato durante la combustione o teleriscaldamento. In tal caso gli impianti sono detti inceneritori con recupero energetico, o termovalorizzatori.

I rifiuti che vengono smaltiti mediante inceneritore sono principalmente quelli che finiscono in discarica poiché non riciclabili: i RSU (Rifiuti Solidi Urbani), i rifiuti speciali ed in alcuni casi anche i fanghi di depurazione, i rifiuti dell’industria chimica ed i rifiuti medici. Prima di essere inceneriti, i rifiuti vengono sottoposti a trattamenti per eliminare i materiali non combustibili, come metalli, vetro e inerti, e la frazione umida, ossia la materia organica e gli scarti alimentari, agricoli. I rifiuti trattati sono detti CDR, combustibile derivato dai rifiuti, o ecoballe.

L’ecologia secondo Berlusconi: centrali nucleari e termovalorizzatori

berlusconi ambiente

Recentemente il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è stato intervistato da Tessa Gelisio e Marco Gisotti nell’ambito della stesura del libro “Guida ai green jobs“, un manuale che serve a fare il punto della situazione in Italia sull’ecologia e sui lavori che in questo campo sono possibili. Visto il capitolo che riguarda Berlusconi, il punto della situazione più che verde è piuttosto nero.

Il punto centrale dell’intervista è basato sulla denigrazione dei principi ambientalistici, considerati dal Presidente del Consiglio “fondamentalisti” (manco fossero talebani), e anziché prendere in considerazione, come fanno in qualsiasi altra parte del mondo, le nuove tecnologie come quelle basate sull’eolico, solare, geotermico e quant’altro, Berlusconi lancia ancora una volta uno sguardo al passato, parlando ancora imperterrito di nucleare e termovalorizzatori.

Mettiamo subito in chiaro una cosa: i termovalorizzatori sono i vecchi bruciatori o inceneritori inquinanti. Gli hanno solo cambiato il nome. In linea di principio, un termovalorizzatore dovrebbe produrre energia elettrica dalla combustione dell’immondizia, come avviene in Germania. Il problema è che la tecnologia tedesca non esiste in Italia, e non possiamo di certo credere che un impianto che, per la sua costruzione, ha bisogno di diversi anni, possa essere tirato su e messo in funzione in pochi mesi come ha dichiarato il Premier in merito alla questione di Napoli.

Dove sono i raccoglitori di pile esauste? Batterie scariche e pirati della spazzatura

batteries.jpg

L’UE produce più di un milione di tonnellate di batterie all’anno, molte delle quali contengono sostanze chimiche pericolose come il piombo e il cadmio. Solo la metà delle batterie acquistate dai consumatori finisce nel circuito dei rifiuti, ed è stato eliminato, quindi, in inceneritore o in discarica. Forse perché alcuni neanche sanno dell’esistenza delle discariche di raccolta delle batterie, o purtroppo alcuni paesi, specialmente al Sud, non sono neanche provvisti… Le batterie scariche devono essere gettate negli appositi raccoglitori che dovrebbero x legge essere situati in ogni comune e citta’ e posizionati in luoghi accessibili e facilmente identificabili. Se nel posto in cui viviamo non esistono, è bene presentarsi in circoscrizione e denunciare l’omessa posizionatura dei raccoglitori di pile esauste per la raccolta differenziata.

Il tetrapak è riciclabile?

tetrapak.jpg

La Tetra Pak è un’azienda svedese che produce imballaggi per alimenti e che dà il nome al materiale divenuto ormai famoso soprattutto per i contenitori del latte.
Questa ditta ha aderito alla HCVF (High Conservation Value Forest), sorto nel 2006 per combattere la deforestazione illegale e sin dalla sua nascita si è schierata a favore dell’ambiente, partecipando ad iniziative del WWF, per diminuire le emissioni di CO2 favorendo un aumento della quota di energia verde e una riduzione dei consumi.

Tuttavia, c’è da dire che proprio per smaltire il tetrapak, i cittadini che coscienziosamente operano la raccolta differenziata, hanno riscontrato non pochi problemi. Primo tra tutti: dove si buttano i cartoni di tetrapak?

Allarme diossina in Campania: Rischio sempre più alto

diossina2.jpg

In Campania si fa sempre più alto il rischio diossina. Non si riesce a risolvere il problema rifiuti, c’è chi cerca di cancellare il problema a modo proprio, ovvero appiccando il fuoco all’enorme massa di spazzatura che ormai i Campani si ritrovano come paesaggio naturale. I roghi così causati, provocano allarme creando diossina e altre polveri sottili come piombo e cadmio, facendo male ancora una volta al nostro ambiente e a tutti noi.
L’allarme diossina, così, sale di giorno in giorno e crea tensione sia tra gli ecologisti, che conoscono bene il pericolo che può avere l’ennesima nube tossica sul nostro pianeta, e sia nel popolo, perchè cresce il dilagarsi di malattie tumorali che già oggi affliggono in gran parte la popolazione. Ma ritorniamo alla nube tossica composta dalla diossina, che è il più potente cancerogeno sintetico. La diossina contamina l’ambiente per secoli, poichè si accumula nelle falde acquifere rendendo in questo modo pericoloso ogni tipo di prodotto agricolo.