Con il termine Nimby si sintetizza l’acronimo inglese “Non In My Back Yard” ossia “Non nel mio cortile” e con tale espressione si indica un atteggiamento molto diffuso soprattutto in Italia che non vuole la costruzione di opere di interesse pubblico nei pressi della propria città. Con la sindrome Nimby si vogliono in sostanza indicare tutte quelle proteste contro la costruzione di grandi vie di comunicazione, o termovalorizzatori, o discariche, ma anche centrali elettriche perché si temono gli effetti negativi e l’inquinamento che possono da essi generare.
termovalorizzatore
I rifiuti campani fruttano alla Svezia 40 euro a tonnellata
Quaranta euro a tonnellata, a tanto ammonta il prezzo da pagare alla Svezia per lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti made in Campania. Riporta La Stampa che la Hem, società energetica svedese, con la spazzatura degli altri ci fa i miliardi e nello stesso tempo riduce i costi delle bollette a carico dei cittadini, pensate un po’, parliamo di tagli sugli oneri in una percentuale del 20%. Energia e ricchezza importate dalla Campania facendosi pagare, cosa vuoi di più dalla vita, un termovalorizzatore! Eppure sappiamo quanto i termovalorizzatori siano invisi agli stessi ambientalisti. Non ad Halmstad, evidentemente, questo il nome della cittadina svedese situata nel Sud del Paese, che ospita la Hem e che accoglierà i rifiuti di casa nostra a tasche aperte e na ha ben donde visti gli introiti ottenuti dallo smaltimento.
De Magistris vince a Napoli, come cambierà l’annosa questione rifiuti?
Con il 65,37% delle preferenze, Luigi De Magistris, è il nuovo sindaco di Napoli. L’ex pm, candidato dell’Idv, così ha commentato la sua nomina
Napoli è stata liberata. Non dovrò e non dovremo dare conto a nessuno, se non alle nostre idealità, alle nostre competenze e a un nuovo modo di fare politica. Mi sento carico di responsabilità perché ho avuto un mandato popolare fortissimo ma è un peso che avverto con leggerezza.
Il nuovo sindaco di Napoli ha le idee molto chiare su come sarà il futuro del capoluogo partenopeo, a cominciare dalla situazione rifiuti-inceneritore-discariche, e lo dimostra sin dalle prime interviste a seguito della vittoria al ballottaggio con Gianni Lettieri
Siamo contro il secondo inceneritore a Napoli, avremo ragioni di far cambiare idea a Caldoro.
Certificati verdi: il loro taglio renderà le bollette più salate ai torinesi
Se i timori di questi giorni dovessero essere confermati, i cittadini torinesi si potrebbero trovare, dall’anno prossimo, con un forte aggravio delle spese nella bolletta della spazzatura. Il motivo è, come al solito, l’ennesimo dietrofront di un Governo che un anno mette gli incentivi e l’anno dopo li taglia, lasciando a metà gli investimenti di imprenditori che si indebitano fino al collo avendo il paracadute dell’incentivo pubblico, ma ad un certo punto si accorgono che il paracadute è bucato.
Accade così che a Torino lo smaltimento dei rifiuti sia stato affidato alla Trm, società che ha intenzione di costruire un termovalorizzatore tra i più grandi d’Europa, capace da solo di smaltire quasi tutti i rifiuti dell’area (due terzi dei rifiuti non differenziati). Secondo le previsioni, il progetto doveva essere terminato all’incirca entro la fine del 2012, ma probabilmente anche prima visto che i lavori sono a buon punto ed entro fine anno più della metà del progetto sarà pronto. Il problema è che ora il Governo ha deciso di tagliare i certificati verdi, ed improvvisamente ci si ritrova senza denaro.
Acerra, ecco il primo termovalorizzatore
L’impianto di Acerra è realtà. Una realtà che non piace affatto. Il governo Berlusconi non pensi di adottare la soluzione dell’incenerimento per risolvere l’emergenza rifiuti in Italia, ammonisce oggi Legambiente di fronte commenta l’attivazione del primo termovalorizzatore della Campania. Perché il momento è arrivato, e le piazze si riempiono.
Quello che viene denunciato è anche il “piano”: quello di 5 mega inceneritori, un “modello” che il Governo replicherebbe in tutta Italia.
Rifiuti pericolosi, blitz del Noe ai termovalorizzatori di Colleferro
Un blitz del Noe ha smascherato la notte tra l’8 ed il 9 marzo un giro di rifiuti sporchi provenienti dalla Campania, che venivano smaltiti illecitamente nei due termovalorizzatori, ora sotto sequestro, situati a Colleferro, alle porte di Roma.
I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Roma hanno arrestato tredici persone, con l’accusa di associazione per traffico illecito di rifiuti e truffa allo stato. A coordinare le operazioni di sequestro il capitano Pietro Rajola Pescarini. Tra i finiti in manette ci sono anche i dirigenti del consorzio che si occupa dello smaltimento e alcuni responsabili dell’Ama per il ciclo dei rifiuti.
Le accuse che hanno scatenato gli arresti dopo una serie di accurate indagini parlano di violazione di tutte le norme previste per i termovalorizzatori. In pratica a Colleferro finiva nei termovalorizzatori immondizia di ogni genere, senza alcun tipo di selezione, rifiuti pericolosi inclusi. Questi ultimi fatti arrivare apposta apposta, e non ce ne stupiamo, dalla Campania, per una volta però anzichè entrare nella regione meridionale tristemente nota per gli smaltimenti di rifiuti illeciti, ne uscivano nel flusso verso il Lazio.
Vendesi inceneritore bresciano a Napoli: prezzo scontato, interessi più di uno

La motivazione è fin troppo evidente: in Lombardia questo impianto inquina troppo.
Le immagini dal satellite, a tal proposito, non lasciano adito a dubbi sull’alto tasso di emissioni provocato dal termovalorizzatore bresciano.
La cifra richiesta alla città di Napoli per la cessione è di circa 25 milioni di euro, somma inferiore all’ammontare della spesa necessaria per terminare la costruzione dell’inceneritore di Acerra.
Cosa sono i termovalorizzatori?

Mozzarella alla diossina: sotto sequestro 82 allevamenti nell’agro aversano
