Congresso di Cancun: le conseguenze dell’accordo

Anche se i colloqui sul clima di Cancun sono sembrati in una situazione di stallo che si è protratta per la quasi totalità delle due settimane che è durata la conferenza, nell’ultima notte è stato finalmente raggiunto un nuovo accordo sul cambiamento climatico. Secondo Greenpeace però tale accordo è servito solo a salvare i colloqui delle Nazioni Unite, ma non per salvare il clima.

In base al testo, che non è ancora legalmente vincolante, i tagli drastici alle emissioni di carbonio dovrebbero mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2° C, e si richiede che eventuali rafforzamenti possano portare tale obiettivo ad 1,5° C. Tuttavia l’importo totale delle riduzioni di emissioni attualmente stabilite sono insufficienti per soddisfare tale obiettivo, con circa il 15% delle riduzioni previste, rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020, quando il 40% o più sarebbe necessario. Gli impegni attuali ci porteranno ad un incremento delle temperature di circa 3-4° C, a metà strada di quello che Bill McKibben ha descritto come un futuro “impossibile e miserabile”.

L’Europa ha deciso: l’obiettivo emissioni rimane al 20%, ma tutti si dovranno adeguare

bandiera europea

Nonostante Stati Uniti e Cina continuino a beccarsi come galli in un pollaio, l’Unione Europea continua ad andare avanti anche da sola. Nello scorso week-end la Commissione europea ha annunciato che l’Unione a 27 perseguirà l’obiettivo del taglio delle emissioni al 20% entro il 2020. Si è deciso, visto l’ostruzionismo di alcuni Paesi (tra cui l’Italia) di evitare di costringere tutti a raggiungere il taglio del 30%, ma intanto l’obiettivo deciso rimane il più alto al mondo.

Inoltre l’UE è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di produrre il 20% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2020 e raggiungere il 20% dell’efficienza energetica per quella data.

Recupero CO2 possibile grazie all’agricoltura biologica

agricoltura biologica

Si può anche non essere dei fan del biologico, ma certo è che l’agricoltura può dare una grossa mano per combattere i cambiamenti climatici. I britannici della Soil Association sono stati un sostenitori instancabili dell’energia sostenibile, e così ora, per cercare di tirare l’acqua al proprio mulino, stanno sostenendo che la conversione del Regno Unito all’agricoltura biologica potrebbe comportare tagli massicci del carbonio atmosferico.

Appena prima del summmit di Copenaghen, l’organizzazione ha pubblicato una nuova relazione che descrive come l’agricoltura biologica sia “l’anello mancante” al COP15. La relazione sostiene che fino all’86% del potenziale agricolo possa mitigare il cambiamento climatico grazie al recupero del carbonio nel suolo. Le fattorie biologiche possono recuperare dal 20 al 28% in più di carbonio nel suolo, rispetto a quelle non-biologiche, e una conversione globale all’agricoltura biologica potrebbe erecuperare fino all’11% delle emissioni globali di gas a effetto serra.