L’umanità speranzosa guarda alla conferenza di Copenaghen come l’ultima possibilità per bloccare il riscaldamento globale: per questo, nelle prossime due settimane, la capitale danese sarà agli occhi del mondo “Hopenaghen”, “il porto della speranza”. Possiamo cambiare e dobbiamo cambiare. Chiamo tutti a contribuire, a essere realistici e flessibili
con queste parole il Primo Ministro danese, Lars Loekke Rasmussen, ha aperto il tanto atteso congresso di Copenaghen. Un vertice in cui, ne sono tutti consapevoli, uscirà una risposta al mondo, che potrà essere positiva, se verrà trovato un accordo vincolante per tutti, o negativa se questo non verrà fatto.
Nella giornata di ieri, la prima del vertice, si pensava ci fossero soltanto discorsi introduttivi e l’inizio della spiegazione dei dati scientifici e quant’altro. Ed invece è arrivata subito la prima sorpresa, proprio dai Paesi da cui meno ce l’aspettavamo. Cina, India e Brasile, tre tra i Paesi più inquinanti al mondo e con un tasso di emissioni in crescita continua negli ultimi anni, hanno subito presentato un accordo congiunto con la finalità di
instradare il negoziato.
L’accordo prevede che i tre Paesi si impegnano ad operare insieme sui tagli alle emissioni di Co2 durante il vertice dei Copenaghen, per far vedere che se anche loro si impegnano decisamente verso una diminuzione delle emissioni, i Paesi più ricchi devono essere spinti a fare ancora meglio.