Nucleare: l’acqua radioattiva di Fukushima potrebbe essere ripulita con le alghe

Uno dei (tanti) problemi di gestione dei rifiuti nucleari è che i sottoprodotti più pericolosi vengono spesso mescolati con i rifiuti a basso rischio, e diventano così molto complessi da separare. Ma i ricercatori della Northwestern University e dell’Argonne National Laboratory hanno scoperto che una comune alga d’acqua dolce è in grado di rimuovere lo stronzio-90 dall’acqua e concentrarlo in dei cristalli solidi di bario-stronzio-solfato. La natura ci mostra la via, abbiamo solo bisogno di seguirla.

Lo stronzio 90 ha una emivita (periodo in cui si dimezza la sua radioattività) di circa 30 anni, è chimicamente molto simile al calcio e quindi viene facilmente assorbito dalle ossa. Il rischio è che accumulare stronzio 90 in un corpo umano, attraverso la contaminazione proveniente dal cibo o dall’acqua, possa favorire i tumori in seguito ad esposizioni molto elevate prolungate per molti anni, come avviene ad esempio in presenza dello smaltimento non corretto dei rifiuti delle centrali nucleari.

Scioglimento del permafrost, l’ultima bomba per il riscaldamento climatico rischia di scoppiare

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Il terreno del Nord Slope dell’Alaska non è calpestabile, e così Andrew Jacobson ha ancora difficoltà ad effettuare escursioni lungo la tundra spugnosa, che è piena di rocce e maschera le moltitudini di zanzare. Jacobson, un professore di scienze della terra e planetarie della Northwestern University, ha estratto campioni del suolo e delle acque in cerca di indizi di uno dei più grandi rischi per il riscaldamento globale: lo scioglimento del permafrost.

Il permafrost, o terreno congelato, copre circa il 20-25% della superficie terrestre nell’emisfero settentrionale, ed è stimato che contenga fino a 1600 gigatonnellate di carbonio, principalmente sotto forma di materia organica (un gigatone è equivalente ad un miliardo di tonnellate). In confronto, l’atmosfera contiene oggi circa 825 gigatonnellate di biossido di carbonio, circa la metà.

Disastro di Cernobyl, il biodiesel potrebbe ripulire l’area colpita

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Le terre contaminate dal disastro nucleare di Chernobyl, potrebbero essere ripulite in un modo intelligente: con una piantagione per biocarburanti. La Bielorussia, il Paese più colpito dalla catastrofe, sta progettando di utilizzare le colture per “succhiare” i materiali radioattivi come cesio e stronzio per rendere il terreno adatto alla crescita di prodotti alimentari tra pochi decenni piuttosto che fra centinaia di anni come previsto inizialmente.

Un’area di 40.000 chilometri quadrati a sud-est della Bielorussia è così piena di isotopi radioattivi che non sarà considerata idonea per la coltivazione di cibo per alcuni secoli, finché gli isotopi non saranno sufficientemente scarichi. Ma questa settimana un team di tecnici irlandese che si occupano di biocarburanti si sono recati nella capitale, Minsk, sperando di fare un accordo con gli enti statali per la coltivazione di barbabietole da zucchero radioattive ed altre colture su terreni contaminati per la produzione di biocarburanti per la vendita in tutta Europa.

Energia nucleare senza rischi: una possibile svolta

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Recenti studi sull’energia nucleare hanno individuato una possibile soluzione per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi.
Se solo si risolvesse il problema delle scorie nucleari, è probabile che questa forma di energia sarebbe una valida risorsa per il pianeta, dal momento che oggi viene poco utilizzata proprio per i rischi che si corrono nello smaltimento dei rifiuti.

La ricerca è stata compiuta da un team di chimici della Northwestern University, che ha elaborato un nuovo modo per liberarsi dallo stronzio, uno dei più pericolosi materiali radioattivi di fissione che si creano in un reattore nucleare.