Usa, Cina, Ue: la corsa all’energia pulita è iniziata

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30 anni fa le superpotenze mondiali si sfidavano per tentare di vincere la corsa allo spazio. Oggi, in una crisi ambientale terribile, si sfidano per il ruolo di leader nell’ecologia. Una corsa che per primo ha intrapreso il Parlamento di Bruxelles, ma che vede come avversari più forti e preparati Pechino e Washington. Cerchiamo di capire chi è in vantaggio e chi può arrivare a vincere la gara.

L’Unione Europea è stata senza dubbio, come dicevamo, la prima in assoluto ad intraprendere politiche verdi, in quanto ha ratificato il protocollo di Kyoto in toto (gli Stati Uniti solo in parte e la Cina per niente) e ha stabilito il famoso accordo del 20-20-20 contestato da più parti. I punti che però svantaggiano l’Europa riguardano le diversità di politiche e di tecnologie disponibili tra i vari Paesi. Mentre ci sono alcune nazioni con un ritmo di crescita ecologica impressionante (vedi Germania, Danimarca, Francia e Gran Bretagna), le quali già da anni hanno intrapreso il cammino delle rinnovabili, ci sono anche altri Paesi (come la Romania, la Polonia ed in generale tutto l’Est Europa) che vanno avanti ancora con il carbone, e che le energie rinnovabili non sanno nemmeno cosa siano.

In America le imprese ecoliche si uniscono per protestare contro gli ostacoli burocratici. E l’Italia che fa?

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Le maggiori società di energia eolica si sono unite per mettere in guardia il Congresso americano sulla fissazione di uno standard di energia rinnovabile troppo basso. Esso significherebbe perdere molti posti di lavoro. Hanno unito le forze per contrastare lo strapotere delle imprese del carbone, petrolio, e altre del settore energetico, che tentano di influenzare la legislazione sul clima. Come spesso ribadito su queste pagine, questo costerebbe posti di lavoro e l’economia ne risentirebbe. In America l’hanno capito, in Europa no.

Uno standard nazionale sull’energia rinnovabile richiederebbe che le aziende di servizi pubblici acquistino una certa quantità di energia da fonti di energia pulita. Quest’idea è stata introdotta dai Democratici, i quali hanno stabilito per legge che il 25% dell’energia della nazione provenga da fonti alternative entro il 2025. Ora, nel quadro degli sforzi di compromesso, per favorire le grandi imprese in un difficile momento dell’economia, questo limite è stato tagliato al 12%. Il che significa miore impegno nello sviluppare la tecnologia, meno fondi, e meno posti di lavoro.

Il nucleare tenta di diventare ecologico

Uno dei problemi principali dell’energia nucleare, oltre al costo eccessivo, all’alta pericolosità e ai tempi biblici per la sua produzione, è senza dubbio lo smaltimento delle scorie radioattive. La “spazzatura” delle centrali nucleari infatti non si può smaltire come tutte le altre in quanto altamente tossica e pericolosa, e poco biodegradabile, dato che ci mette circa un milione di anni per scomparire naturalmente.

Su questo punto però gli scienziati stanno cercando di trovare una soluzione: riciclare anche le scorie radioattive. Negli Stati Uniti è in progettazione un reattore nucleare in grado di produrre energia bruciando gli scarti delle altre centrali. Ciò rientrerebbe nel famoso processo di fusione, quello che avviene con la bomba atomica ma che ancora non è stato possibile controllare dall’uomo. In questo modo, garantiscono gli americani, nella centrale verrebbero inserite le scorie di 15 centrali nucleari classiche, in maniera tale da ridurre il quantitativo di scarto da stoccare al solo 1% rispetto all’attuale.

Obama, svolta per le auto ecologiche?

[Photo| Flickr] Auto ecologiche, la svolta? Barack Obama, il presidente Green? Si direbbe di sì. Il neoeletto – e neoinsediato – 44esimo presidente degli Stati Uniti sarà, in giornata, alla riunione dell’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente. All’ordine del giorno c’è la possibilità di modificare il provvedimento preso dal suo predecessore, George W. Bush. Un atto che impediva di fatto alla California e ad altri 13 stati di limitare le emissioni di gas dalle auto.

La notizia della partecipazione di Obama è ufficiale e viene direttamente dalla Casa Bianca. L’obiettivo del Presidente, per il quale lavorerà con il dipartimento Usa dei Trasporti per avere nuovi regolamenti, è quello di arrivare – entro la data del 2011 – a livelli generalizzati più efficienti nei consumi dei carburanti auto.

Il pellicano californiano di nuovo a rischio estinzione

Stavolta non c’entrano nulla gli agenti inquinanti (petrolio, CO2, ecc.), o almeno quelli classici. La causa che sta portando alla morte migliaia di esemplari di pellicano bruno californiano potrebbe essere circoscritta nell’area dello Stato americano. Questo non significa che il problema non tocchi il resto del mondo, ma anzi, essendo concentrata in un punto, c’è il rischio che sia ancora più intensa.

Stiamo parlando del PBDE, polibrominato difenile, un ritardante di fiamma utilizzato per spegnere i roghi susseguitisi nei mesi scorsi in California, e di cui adesso ne stiamo pagando le conseguenze. Si sapeva già che l’agente chimico era un potenziale pericolo per i volatili della zona, ma siccome non si riuscivano a trovare altre soluzioni alle decine di roghi che hanno devastato le case californiane, si è deciso di correre il rischio. Il risultato adesso è che le strade californiane sono piene di centinaia o anche migliaia di esemplari di pellicano bruno senza vita. E non solo le zone costiere.

Dall’America arriva lo Skyfarming, la fattoria verticale

Il mondo si è svegliato dal torpore del consumismo e dello spreco di risorse. Era ora, verrebbe da dire. Sfruttando un’idea simile a quella proposta ieri da ecologiae, e cavalcando l’onda della produzione locale di cibo, negli Stati Uniti hanno inventato gli “Skyfarming“, cioè una specie di grattacieli non abitati soltanto dagli uomini, ma anche da mucche, maiali, e persino ortaggi.

L’idea, sperimentata finora in piccola scala in Arizona e California, è molto semplice: sfruttare al meglio i tanti piani di un grattacielo per produrre cibo. Ad esempio, nei piani più alti, verrebbero coltivate diverse piante, dagli ortaggi alla frutta, per sfruttare l’acqua piovana. Ma anche legumi e vigneti. L’acqua non assorbita da questi terreni scenderebbe al “piano inferiore”, dove andrebbe ad irrigare i campi di grano. Sotto di essi poi troveremmo ad un piano un allevamento di suini, al piano subito inferiore uno di bovini e così via. Nel sotterraneo infine sarà costruita una fornace termovoltaica in grado di recuperare tutti gli scarti, sia piovani che animali, e trasformarli in energia elettrica per alimentare l’intero grattacielo.

57000 posti di lavoro “verdi” già pronti negli Stati Uniti

La crisi economica ha colpito tutto il mondo, su questo non ci sono dubbi. Però mentre in Italia ci piangiamo addosso sperando che qualcosa accada e che il posto di lavoro ci cada tra le braccia, in America si danno da fare e se ne inventano uno tutto nuovo. Il lavoro ecologico.

Una nuova relazione del National Parks Conservation Association propone un reinvestimento da parte dello Stato di soldi pubblici non a fondo perduto, ma in vere e proprie opere necessarie allo sviluppo della comunità e a creare nuovi posti di lavoro, che facciano guadagnare tutti, Stato compreso. La richiesta è di 2,5 miliardi di dollari per creare nuovi posti di lavoro nei parchi nazionali e non solo. Grazie a questo aiuto iniziale, in breve tempo per ogni dollaro investito ne verranno restituiti 4, con un grande guadagno da parte di tutti.

L’America si converte ai Led, rivoluzione al Rockefeller Center

La spinta ecologica voluta da Barack Obama raccoglie già i suoi frutti negli Stati Uniti, e lo fa con uno dei suoi simboli: l’albero di Natale del Rockefeller Center. L’abete natalizio più grande del mondo quest’anno sarà illuminato completamente da lucine Led, l’illuminazione del futuro. Saranno 30 mila le lucine che, a fronte di una spesa leggermente superiore agli altri anni, faranno risparmiare migliaia di dollari nel consumo di energia elettrica, ed anche in emissione di CO2, ad uno dei grattacieli più famosi di Manhattan.

Ma non solo. Infatti anche la palla di capodanno, la famosa New Year’s Eve Ball di Time Square quest’anno sarà ecologica. Lo avevamo già anticipato un mese fa, ed oggi possiamo confermare che la sua illuminazione sarà fatta esclusivamente di Led. Ma lo saranno anche il castello di Cenerentola a Disneyworld, e i bigliettini di auguri della Starbucks, Borders e Home Depot. Ma come mai tutti scelgono i Led?

Usa: aperte le scuole eco-sostenibili

Non solo cambiamenti nelle tecniche di produzione, di smaltimento di rifiuti o di moda. Adesso anche i bambini vogliono essere ecologici, e il modo migliore per farlo è a scuola. Non si tratta soltanto di una iniziativa, come se ne vedono tante, di idee dei bambini disegnate o proposte ai grandi della Terra, ma semplicemente di nuove strutture in cui gli scolari si recheranno per il nuovo anno scolastico, interamente eco-sostenibili.

Parola d’ordine pare essere risparmio energetico. E allora ecco pareti isolanti per evitare dispersioni di calore, regolatori nei rubinetti per evitare perdite di acqua, cabine dei WC costruite con materiale interamente riciclato. In America essere ecologico significa esserlo completamente.

L’America torna al nucleare, 30 anni di civiltà dimenticati in un lampo

Gli Stati Uniti tornano indietro e, dopo trent’anni, riprendono a costruire centrali atomiche. Il sogno di uno smantellamento mondiale dell’energia più pericolosa in assoluto pare doversi fermare qui. Sull’esempio italiano, anche gli States hanno varato un piano per la costruzione di nuovi impianti per la prima volta dal 1973, ciò significa che a pagare ancora una volta saranno i progetti sulle rinnovabili, posti nuovamente in qualche cassetto.

Da New York fino al Texas le compagnie che hanno richiesto l’autorizzazione a costruire le centrali sono 21, per un totale di 34 impianti. Giovedì scorso la compagnia francese Areva ha annunciato di aver investito 360 milioni di dollari insieme alla Northrop Grumman per costruire in Virginia componenti per 7 reattori nucleari, ma per fortuna c’è ancora chi si oppone alla loro costruzione, e non è uno sprovveduto.

La tragedia di Napoli pare doversi ripetere in Cina

L’industria verde sta diventando sempre di più il mercato nero più importante dell’Asia. Con questo gioco di parole si potrebbero descrivere le decine di casi vergognosi che stanno avvenendo in quelle aree, in cui, come a Napoli per la camorra, i rifiuti stanno diventando il nuovo business.

A denunciarlo è un rapporto stilato dal GAO (Government Accountability Office) degli Stati Uniti in cui vengono rivelate le responsabilità di numerose compagnie, soprattutto tecnologiche, che smaltiscono i rifiuti in una maniera poco ortodossa: con la scusa del riciclaggio, inviano la propria immondizia in altri Paesi illegalmente, qualcosa che dalle nostre parti purtroppo si conosce fin troppo bene.

La Cina in testa alla classifica dei Paesi con più emissioni di biossido di carbonio

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Visione notturna della Terra: i Paesi illuminati sono quelli industrializzati e maggiormente inquinanti

Per qualche tempo lo scomodo primato di Paese con più emissioni è stato “conteso” tra Stati Uniti e Cina, ma ora è ufficiale che ad occupare il primo posto è lo Stato orientale.
I dati sulla quantità di biossido di carbonio emanato dai vari Paesi sono stati raccolti da un’analisi promossa dal governo olandese.

Nel rapporto si legge che la Cina ha evidentemente superato gli USA, aumentando le emissioni di anidride carbonica dell’8% nel solo 2007.
Questo incremento ci sembra inaccettabile: è così che in Cina si lavora alla riduzione del riscaldamento globale?
Se diminuire le emissioni costa troppo in termini economici e di impegno ecologico, sarebbe sufficiente e sensato se almeno non si peggiorasse l’attuale situazione.