L’Europa prepara la battaglia contro le specie invasive, e questa volta sembra che farà sul serio: 50 specie tra animali e piante saranno presto bandite dall’Unione Europea: non si potrà più comprarle, importarle, venderle, liberarle o utilizzarle in alcun mod0.
specie invasive
Specie invasive, la coccinella asiatica decima i suoi simili europei e americani
Tra le specie invasive ve n’è una che al momento sta causando delle autentiche ecatombi di suoi simili. Si tratta della coccinella asiatica Arlecchino, l’Harmonia Axyridis. Come mai, ci si chiederà, tale coccinella sta devastando le altre popolazioni europee e americane? La risposta è in un parassita unicellulare che la coccinella asiatica porta con sé.
Specie invasive, in Europa sono più di 10 mila
Più di 10 mila specie invasive si sono diffuse in Europa. Chiamate anche specie aliene, mettono in pericolo la biodiversità, l’economia e, direttamente o indirettamente, anche la nostra stessa salute. Il termine specie aliene non deriva dal fatto che provengono da Marte o da un altro pianeta, ma semplicemente che non sono autoctone, cioè non fanno parte della flora e fauna locale, e non avendo le loro controparti biologiche che ne tengono sotto controllo la proliferazione, si diffondono in modo imprevedibile.
Specie aliene invasive in UE, urge creare un sistema d’allarme
Le specie aliene invasive, si sa, rappresentano una minaccia molto grave per gli ecosistemi locali in cui vanno a inserirsi. L’UE nonostante l’importanza della questione sia nota non ha ancora un sistema d’allarme che permetta di intervenire in maniera tempestiva: ora l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea chiede di porre rimedio a questa mancanza con la massima urgenza.
Specie invasive, crolla raccolto di castagne a causa di insetto cinese
I cambiamenti climatici e l’aumento della temperatura terrestre non sono i soli responsabili della crisi che sta compromettendo la produzione di castagne, eccellenza autunnale per molti raccoglitori. Dopo il punteruolo rosso, altre specie invasive provenienti dalle aree tropicali stanno mettendo in crisi la catena alimentare del nostro Paese. A ferne le spese quest’anno sono le castagne. Come spiega un venditore di castagne del Bresciano
Le castagne più belle? Quest’anno arrivano dalla Spagna perché qui in Val Camonica, ma anche nel resto del Nord Italia, non ne abbiamo raccolta neanche una. Tutta colpa del cinipide, l’insetto che sta distruggendo i castagneti.
Ratti alieni distruggono biodiversità delle isole del Pacifico
Si parla tanto di alieni provenienti da pianeti lontani ma a conti fatti sulla terra ci son già altri tipi di alieni ben visibili ovvero le specie invasive, e l’Italia ne sa qualcosa vedi nuovi parassiti delle foreste o marziani del Mediterraneo. Ad introdurli in luoghi in cui non ci sono antagonisti biologici ed in cui dunque possono proliferare a dismisura, è sia l’uomo con lo spostamento di merci da un capo all’altro del mondo sia i cambiamenti climatici che creano condizioni ambientali favorevoli a specie prima inadatte al clima del luogo. In molte isole del Pacifico il problema principale è rappresentato dai ratti (rattus exulans) arrivati con le navi e che non hanno predatori e fanno razzia di uova di uccelli, minando la biodiversità nativa.
Specie invasive per cena, la soluzione è in tavola
Specie invasive, ne parlavamo appena qualche giorno fa a proposito del tarlo asiatico, del punteruolo rosso, del cinipede del castagno, della cocciniglia del pino marittimo. Parassiti killer che stanno letteralmente rodendo l’equilibrio delle foreste italiane e che proliferano in assenza di antagonisti naturali. Una potenziale soluzione risiede per l’appunto nella lotta biologica, ovvero l’introduzione, nel caso specifico, di insetti concorrenti. Ci sta lavorando l’Università della Tuscia che prova a liberarsi del punteruolo rosso favorendo l’insediamento del Tomicus. Una via d’uscita decisamente più insolita contro le specie aliene arriva dagli States e trova concordi scienziati, ambientalisti e consumatori: l’estinzione vien mangiando e nel piatto, a rigor di logica, devono finirci necessariamente le specie invasive.
Parassiti palme e pini, è invasione di specie aliene nelle foreste italiane
Parassiti palme e pini marittimi: una vera e propria invasione di specie aliene minaccia gli alberi italiani colpendo, oltre ai già citati anche ciliegi, castagni, faggi e frassini. A lanciare l’allarme è il Corpo forestale dello Stato che mette in guardia dai potenziali devastanti effetti di questo fenomeno. A cosa si deve questa proliferazione di parassiti stranieri nei nostri boschi ce lo spiega Enrico Pompei, responsabile per il Corpo forestale dello Stato del monitoraggio delle foreste italiane.
Specie invasive: 900 “alieni” invadono il Mediterraneo
Uno dei tanti problemi che stanno alla base della perdita di biodiversità è la presenza di specie invasive, cioè di quelle specie che non fanno parte naturalmente di un determinato territorio, ma che lo “invadono” o perché messe incautamente dall’uomo, o perché, a causa dei cambiamenti climatici, emigrano a caccia di luoghi nuovi in cui adattarsi.
Nel corso degli ultimi decenni, più di 900 specie invasive si sono spostate verso il Mar Mediterraneo, molte delle quali si sono consolidate e sono persino diventate dominanti nella regione. Di conseguenza, le comunità costiere di piante e animali stanno vivendo importanti cambiamenti e, in alcuni casi, intere catene alimentari sono state alterate.
Cambiamenti climatici: specie invasive “traslocano” al Nord
Finora ci siamo preoccupati di animali che, a causa dei cambiamenti climatici, si estinguevano o erano costretti ad emigrare per trovare condizioni di vita migliori. Ma se ci preoccupavamo solo della loro salute, ora forse è il caso di cominciare a preoccuparci anche della nostra.
Il ragno Loxosceles reclusa, un ragno marrone che finora potevamo vedere solo negli zoo e considerato più micidiale di una vedova nera, ha cominciato a farsi vivo anche in aree dove non era mai stato presente in natura, cioè nel Nord America. Infatti questo animale dal morso potenzialmente mortale, si è stabilizzato nel quadrante Sud-Est degli Stati Uniti. Uno studio rivela che il riscaldamento del clima ha reso l’area dove ha vissuto finora, alcune zone del Sudamerica, talmente inospitali da spingerlo all’emigrazione.
Specie animali invasive, un danno da 12 miliardi di euro per l’Europa
Sia che migrino spinte dai cambiamenti climatici e trovando terreno fertile in aree fino ad oggi proibitive, sia che vengano introdotte volontariamente dall’uomo, le specie invasive che approdano sul continente
Rischio estinzione specie acquatiche Africa, l’allarme dell’IUCN
La perdita della biodiversità è uno dei problemi più impellenti che i Governi di tutto il mondo devono affrontare in questo periodo, forse anche più rispetto all’inquinamento. Fare a meno della biodiversità significa infatti perdere risorse basilari per il sostentamento umano, significa perdite economiche, e soprattutto messa in pericolo di intere aree geografiche.
La situazione poi diventa ancor più preoccupante quando si tratta dell’Africa, come sottolinea l’ultima ricerca pubblicata dall’IUCN (Unione mondiale per la conservazione della natura), la quale ha stabilito che oltre una specie su cinque (circa il 21%) che abita le zone umide del Continente nero è a forte rischio di estinzione.
Il riscaldamento climatico nell’Artico potrebbe non finire mai
I profondi cambiamenti radicali nell’Artico a causa del riscaldamento globale non si limitano allo scioglimento dei ghiacci marini e alle conseguenze sugli orsi polari. Un nuovo studio constata che le forze del cambiamento climatico si stanno moltiplicando in tutto il freddo Nord, le quali producono effetti diversi in ogni ecosistema con il risultato che il volto della regione artica può essere alterato per sempre. Spiega uno degli autori dello studio Eric Post della Penn State University:
L’Artico come lo conosciamo potrebbe appartenere al passato. Di solito, quando si parla di declino nella regione artica, si mostrano le foto del ghiaccio nel mare e dell’orso polare. Questo studio cerca di muoversi al di là di tale strategia, citando la vasta gamma di carte che quantificano il declino ecologico nell’Artico.
Dice Ken Caldeira della Stanford University
Mentre la Terra, in media, si è riscaldata di circa 0,4 gradi Celsius negli ultimi 150 anni, l’Artico si è riscaldato da due a tre volte tale importo. Questa amplificazione del riscaldamento globale nella regione artica è in parte il risultato di un ciclo di auto-alimentazione: quando il ghiaccio marino si scioglie, gli oceani assorbono più calore dai raggi del sole, diminuendo la formazione del ghiaccio durante l’inverno. Negli ultimi due o tre decenni, la quantità di ghiaccio che copre l’Artico d’estate è scesa di circa 45.000 chilometri quadrati all’anno.
L’innevamento sulla terra è diminuito anche nelle latitudini più settentrionali, e la fusione comincia prima durante la primavera. Questi cambiamenti fisici per l’ambiente hanno un profondo impatto sulla flora e la fauna che abitano nella regione artica. Il ghiaccio si scioglie e le migrazioni delle specie artiche che dipendono dalla stabilità e dalla persistenza della coltre di ghiaccio sentono particolarmente il peso del cambiamento climatico.
Il valore della natura ora diventerà un film
