Ci vorrà ancora del tempo ma il futuro energetico del mondo sarà sempre più legato alle energie rinnovabili. Nei prossimi 25 anni solare ed eolico supereranno per importanza le fonti tradizionali in molte aree del piante a cominciare dall’Europa dove la quota di rinnovabili potrebbe più che raddoppiare. E tutto questo avverrà nonostante sia presumile che il prezzo dei combustibili fossili resti mediamente basso. Anche gli investimenti migreranno progressivamente verso le tecnologie ‘verdi’ alimentando un mercato sempre più attento all’eco-sostenibilità. A tracciare questo quadro è il rapporto New Energy Outlook 2016 recentemente presentato da Bloomberg New Energy Finance (BNEF) e centrato sullo studio degli equilibri energetici dei prossimi 25 anni.
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Fotovoltaico in Italia, 80 mila aziende e 200 mila posti di lavoro a rischio
Il fotovoltaico in Italia sta per entrare in un momento estremamente delicato per certe categorie di lavoratori. Le associazioni Cna, Casartigiani e Confartigianato lanciano l’allarme: da agosto potrebbero iniziare a chiudere imprese su imprese: sono a rischio 80 mila aziende e 200 mila posti di lavoro.
La lista della spesa per un mondo 100% rinnovabile
Sognare un mondo 100% rinnovabile è un conto, fare i conti di quanto e cosa occorre per togliere l’etichetta utopia alla completa sostituzione del fossile con le energie pulite da qui al 2030, è un calcolo ben più complesso del semplice fantasticare con occhi verdi. Ci hanno pensato Mark Delucchi dell’Università della California e Mark Jacobson di Stanford, pubblicando sulla rivista Energy Policy la lista della spesa per un Pianeta che vada solo ad eolico, ad acqua e a solare.
Attualmente l’apporto delle rinnovabili si attesta al 13% contro un 80% di energia che ancora proviene dai combustibili fossili. Impensabile quindi sperare in una rivoluzione energetica in chiave rinnovabile di facile attuazione. Eppure visto così, nero su bianco, tutto ciò che serve, non la fa sembrare un’impresa poi così titanica: basta qualche milione di turbine eoliche, un 90 mila centrali solari e la pillola amara del petrolio torna giù, in quegli abissi dove sporco non è.
Energie rinnovabili
Energie rinnovabili
Le energie rinnovabili includono qualsiasi forma di energia che, per definizione, è potenzialmente infinita. Si distinguono dalle energie provenienti dai combustibili fossili in quanto questi ultimi sono presenti in quantità limitata sulla Terra e si sa che prima o poi termineranno, mentre le energie rinnovabili sono potenzialmente illimitate, a meno che non si voglia considerare ad esempio il momento in cui il sole si spegnerà. Ma in quel momento non sarà possibile nemmeno la vita sulla Terra, e dunque non è contemplabile nella quantità di energia a disposizione.
Le forme principali di energia rinnovabile sono l’energia del sole (o energia solare), l’energia del vento (eolica), il calore della Terra (geotermia), il movimento delle onde e delle maree, la potenza dell’acqua (energia idroelettrica) e la biomassa.
Enel: “In Italia è possibile raddoppiare l’eolico e sestuplicare il solare”
Il ricorso al nucleare non fermerà le rinnovabili. Anzi, siccome per il nucleare ci vuole ancora tanto, probabilmente i prossimi progetti riguarderanno esclusivamente le fonti pulite. Ne è convinto Ingmar Wilhelm, responsabile dell’Area Sviluppo Italia Divisione Energie Rinnovabili dell’Enel, il quale, presentando i dati della sua ricerca a Roma durante il forum “Ambiente e sicurezza”, ha spiegato che in Italia ci sono le potenzialità per raddoppiare il ricorso all’eolico (che già è tra i primi al mondo) e sestuplicare la produzione di energia solare, attualmente la sesta al mondo.
Le potenzialità ci sono perché se l’Italia è davvero il Paese del sole, il Gigawatt di potenza installato al 2010 è troppo poco. Anzi, spiega Wilhelm che per la fine di quest’anno si prevede già di raddoppiare questa potenza, portandola a 2 Gw, ma entro 10 anni le potenzialità ci sono tutte per far arrivare tale capacità a 12,7 Gw.
La Spagna riesce a garantire la metà del suo fabbisogno energetico solo con l’eolico
Tra i grandi Paesi industrializzati la Spagna è senza dubbio quella che sta facendo crescere la quota “verde” maggiormente negli ultimi anni. Questo nuovo record energetico del vento spagnolo potrebbe essere come la ciliegina su una torta che rende la penisola iberica una delle più ecologiche al mondo.
E’ piuttosto impressionante sapere che, mentre in Italia gli impianti eolici non sono per nulla favoriti ed anzi, in alcuni casi anche ostacolati, la spagnola Wind Power Association (AEE) ha annunciato che la scorsa domenica, 8 novembre, ha registrato un record importante: l’energia eolica ha fornito il 50% della domanda per l’intero periodo di tempo, con un picco del 53%.
Il Giappone segue gli Usa nella svolta verde
Ormai è chiaro: per vincere le elezioni bisogna avere un programma ecologista. Ce l’ha fatta Obama, l’ha imitato Yukio Hatoyama, il nuovo presidente del Giappone, appena eletto dopo oltre 50 anni di amministrazione dei conservatori liberaldemocratici. Tra le varie promesse di Hatoyama, dall’uscita dalla crisi alle rivoluzioni in stile-Obama, c’era anche quella che più interessa anche a noi, e cioè l’abbattimento delle emissioni.
Il precedente presidente, Tato Aso, aveva fissato il limite alle emissioni, con un obiettivo troppo modesto viste le tecnologie di cui dispone il Giappone, e soprattutto visto che, in quanto seconda economia mondiale, è un forte inquinatore. L’obiettivo era di abbattere le emissioni dell‘8% entro il 2020. Troppo poco. E così il nuovo presidente ha promesso di diminuirle dall’8 al 25% entro il 2020, anche meglio rispetto a quanto promesso dall’Unione Europea. Vediamo come.
Italia, impennata sulle rinnovabili, ma ancora c’è tanta strada da fare
Gli ultimi dati del GSE, il Gestore dei Servizi Elettrici, sono piuttosto confortanti. Dopo che nel 2007 l’Italia aveva registrato un calo nella produzione complessiva di energia rinnovabile dello 0,9%, il 2008 è stato registrato come l’anno della ripresa, con un +2,5% che fa ben sperare per il futuro.
A dir la verità questo incremento lo si deve alla natura stessa. Infatti nel nostro Paese la fonte rinnovabile più utilizzata è l’idroelettrico, e le forti e abbondanti piogge che ci hanno accompagnato dall’autunno fino a pochi giorni prima dell’inizio dell’estate hanno contribuito ad aumentare la quantità di elettricità prodotta dall’acqua. Ma le novità non si fermano solo alle piogge, perché tra gli incrementi c’è da registrare anche quello degli impianti installati, soprattutto eolici e solari.
Piano da 5 miliardi all’anno per le rinnovabili in Italia
Non solo Stati Uniti e Cina. Anche l’Italia ha il suo piano nazionale per le rinnovabili. O meglio, lo avrà se la smetteranno di litigare in Parlamento e si decideranno a mettersi ad un tavolo per discutere seriamente. E’ l’auspicio di Edo Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile che, nel corso della giornata mondiale del vento, ha annunciato che l’Italia sta preparando il suo piano ecologico, il quale sarà pronto entro un anno.
E’ fissata per il giugno 2010 la scadenza per la presentazione del progetto che cambierà per sempre il pensiero energetico italiano. Si abbandoneranno quindi gli investimenti nel petrolio, nel gas, o peggio nel carbone, e si darà più spazio alle rinnovabili, in particolare al vento. Secondo Ronchi, dovrà essere stabilita una copertura del 17% del fabbisogno energetico nazionale dalle fonti rinnovabili entro il 2020.
Investimenti nelle rinnovabili quadruplicati dal 2004 in tutto il mondo
Circa 155 miliardi di dollari sono stati investiti nel 2008 in energia pulita per progetti di imprese in tutto il mondo. Si tratta di un’ottima notizia perché questo significa che gli investimenti negli ultimi 4 anni si sono quadruplicati. Fonti energetiche rinnovabili, dall’energia solare a quella eolica, fino ai biocarburanti, rappresentano oltre il 40% della capacità di generazione di potenza raggiunta durante l’anno.
La relazione è stata effettuata dal Global Trends in Sustainable Energy Investment 2009, per conto del programma ambientale delle Nazioni Unite sull’energia sostenibile. Il trend di crescita si è invertito negli ultimi mesi, tuttavia. Gli investimenti nella seconda metà del 2008 infatti sono scesi del 17% nel primo semestre, e del 23% nel secondo. La relazione conclude che i governi svolgono un ruolo significativo nella promozione degli investimenti privati nelle tecnologie energetiche rinnovabili.
Ecco dove sono finiti tutti questi investimenti:
- Tra i 105 e i 155 miliardi di dollari sono stati spesi direttamente per sviluppare 40 gigawatt di capacità di generazione di energia eolica, solare, idroelettrica, biomasse e fonti geotermiche;
- 35 miliardi per lo sviluppo di grandi centrali idroelettriche da 25 gigawatt;
- 140 miliardi in 65 gigawatt di energia elettrica a basse emissioni di carbonio.
Ecco un vero piano ecologico nazionale: 35% di energia pulita entro 10 anni
I Paesi che si dicono attenti all’ecologia e che si auto-nominano ecologici, dovrebbero guardare a quelli che invece fanno veramente qualcosa e prendono concretamente degli impegni. Mentre in Europa si continua a litigare tra chi vuole il 20% dell’energia pulita entro il 2020, chi ne vuole di più e chi ne vuole di meno (e chi non ne vuole proprio come l’Italia), dall’altra parte del mondo c’è un Paese che si candida a diventare il più grande produttore di energia pulita al mondo. No, non stiamo parlando degli Stati Uniti, ma della Cina.
I famigerati impianti alimentati a carbone, tanto messi sotto accusa per l’alto tasso di inquinamento, attualmente sono la prima causa delle emissioni di gas a effetto serra al mondo. Questi però andranno via via scomparendo, dato che per il suo futuro la Cina ha promesso che il 35% del fabbisogno energetico nazionale proverrà da fonti di energia pulita entro il 2020. Il Governo di Pechino ritiene che l’obiettivo sarà generare circa 570 gigawatt di energia pulita all’anno, un bel passo avanti per il più grande impero economico inquinante al mondo.
Italia-Tunisia, accordo sulle rinnovabili
Che l’Italia fosse agli ultimi posti come produzione di energia rinnovabile al mondo, questo lo si sapeva già. Ma vedere che alcuni Stati africani sono più avanzati di noi, fa un certo effetto. Per una volta però l’iniziativa promossa dal Governo ha un buon fine, e cioè importare dall’estero energia pulita.
L’Italia è un grande importatore di energia, dato che fonti di ogni genere da noi sono quasi assenti. Arriva il nucleare dalla Francia, il gas dalla Russia, il petrolio da diverse parti del mondo, ed ora anche un po’ di rinnovabile dalla Tunisia.
Il direttore generale del Ministero dell’Ambiente italiano Corrado Clini, e il Ministro dell’Energia della Tunisia Afif Chelbi hanno ieri raggiunto l’accordo per collegare i due Paesi con un enorme cavo trasportatore che collegherà la piattaforma tecnologica tunisina, la quale comprenderà diverse fonti energetiche, dal solare all’eolico, fino alle biomasse, e l’Italia, che ne importerà gran parte.
Arrivano in Italia le case ad emissioni zero
Finalmente ci siamo, anche l’Italia è pronta per entrare nella nuova era ecologica, e lo fa partendo da uno dei temi che sta più a cuore degli italiani: la casa. Finora vi avevamo illustrato solo progetti e qualche prototipo di casa ecologica che si era realizzata all’estero, ma dopo tante battaglie e discussioni, è arrivata anche in Italia, per la precisione in Toscana.
Per la fine di questo mese saranno agibili 20 appartamenti di 85 metri quadri l’uno a Follonica, provincia di Grosseto, che saranno completamente autonomi, nel senso che si produrranno energia da soli. Pubblicizzata come “casa a bolletta zero” per ovvi motivi economici, sarebbe più corretto chiamarla “casa ad emissioni zero“, dato che la bolletta è soltanto la mera conseguenza delle iniziative intraprese.
Ecco come risponde il mondo alla rivoluzione ecologica di Obama
Il suo insediamento avverrà tra soli 4 giorni, ma i suoi programmi sono già molto chiari: si uscirà dalla crisi principalmente grazie all’ecologia. Tra i provvedimenti che il neopresidente degli Stati Uniti Barack Obama ha intenzione di intraprendere, ci sarà una manovra da 150 miliardi di dollari (sul totale dei 770 di cui avrà bisogno), da investire nell’ambito ecologico. Dove esattamente si conosceva da tempo: solare, eolico e industrie con basse emissioni di carbonio.
Tutto questo significherebbe in prima istanza l’indipendenza quasi totale degli Stati Uniti dalle fonti energetiche straniere, ma anche (ed è questo il punto fondamentale) la nascita di milioni di posti di lavoro che riassorbirebbero tutti quei dipendenti che hanno perso il posto durante questi mesi di crisi economica. Sono stimati in circa 5 milioni i posti di lavoro disponibili nell’ambito ecologico. Altri provvedimenti saranno intrapresi per l’industria dell’auto, dato che pare essere proprio l’auto ecologica il mezzo del futuro, l’unico in grado di far uscire dalla crisi l’industria automobilistica. Siamo ancora a livello progettuale, ma già in giro per il mondo ci sono molte nazioni che stanno prendendo ad esempio le parole di Obama e si stanno attrezzando per imitarlo, dalla Gran Bretagna al Giappone, fino addirittura alla Corea del Sud.