Nucleare, Sogin inizia lo smantellamento della centrale di Latina

Al via lo smantellamento della centrale nucleare di Latina. La Sogin, società gestione impianti nucleari, si sta attualmente occupando della demolizione dell’enorme edificio turbine della centrale, dal volume pari a 120 mila metri cubi. La bonifica della centrale, secondo le previsioni del Sogin, si concluderà con lo smantellamento delle strutture e la riduzione dell’altezza dell’edificio reattore da 50 a 30 metri, nel 2021.

Nucleare, bonifica siti entro il 2025 per 4,8 miliardi di euro

L’energia nucleare in Italia non attecchirà, almeno a quanto espresso da oltre il 90% degli italiani nei referendum di giugno, ma a preoccupare la popolazione non sono solamente le nuove centrali, ma anche le scorie e i residui degli impianti dismessi. Per bonificare i siti nucleari del Paese e per riqualificare il territorio il governo ha incaricato la Sogin, Società di Stato, a svolgere le attività di decommissioning degli impianti italiani, entro il 2025 perun costo di 4,8 miliardi di euro per “arrivare a prato verde”.

Mappa siti scorie nucleari, le reazioni del mondo politico

Ancora sul nucleare italiano. E’ dei giorni scorsi la notizia dell’avvenuta realizzazione (subito secretata) della mappa dei siti papabili ad accogliere le scorie radioattive, con annesso parco tecnologico, e montagne di denaro, ma la polemica non si arresta e continuano ad arrivare reazioni dal mondo dell’associazionismo e dalla politica, in particolar modo dalle Regioni più interessate dalle bandierine della Sogin, che ricordiamo è la Società che si occupa delle gestione degli impianti nucleari, incaricata dal Governo di stilare le aree più idonee ad ospitare il materiale radioattivo.

Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, ha chiesto nei giorni scorsi al Governo che l’elenco delle aree prescelte sia reso pubblico, onde evitare una Scanzano Ionico bis e ha riferito di trovare i risvolti dell’intera vicenda

francamente inquietanti, a cominciare dal blocco della divulgazione delle località chiesto a Sogin dal ministro dello Sviluppo economico.

Che ricordiamo in questo momento di crisi politica essere il premier Silvio Berlusconi, con incarico ad interim.

Scorie nucleari, ecco dove andranno a finire

Dopo il toto-centrali, è partito il toto-scorie. Chi accoglierà i rifiuti radioattivi, diretta conseguenza del ritorno al nucleare italiano? La lista dei siti papabili, una cinquantina in tutto quelli potenzialmente idonei, è pronta. Il compito di stilarla è spettato alla Sogin, la società che si occupa della gestione e della messa in sicurezza degli impianti nucleari.

Secondo quanto trapelato le scorie verranno accolte (a braccia aperte?) principalmente dalle aree a cavallo tra Basilicata e Puglia, tra Puglia e Molise, tra Lazio e Toscana.
Non avevamo dubbi. Il Nord, a più alta densità, con più costruzioni, fabbriche e ferrovie, non è molto adatto allo stoccaggio delle scorie. Un ospite scomodo, per il Sud Italia, ad ogni modo, di quelli che puzzano ancor prima dei tre giorni.