La Prestigiacomo chiude l’accordo con 28 grandi aziende per inquinare di meno

stefania prestigiacomo sorridente

Dopo due anni di silenzio più o meno totale, la Ministra dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha deciso di darsi da fare, e prendere in mano una situazione che le stava definitivamente sfuggendo. Vedendo che in quasi tutti gli altri Paesi del mondo la politica, ed i vari suoi colleghi ministri, si stavano dando da fare per ridurre le emissioni e per raggiungere i vari obiettivi ambientali, ha tentato la via della politica, inutilmente.

I richiami al Governo non sono serviti a nulla. Si sa che Berlusconi e colleghi dall’orecchio dell’ambiente non ci sentono, e siccome sono impegnati in ben altre faccende, la Prestigiacomo si è finalmente decisa a cambiare tattica e ad impegnarsi in prima persona. Da qualche mese sta girando l’Italia per chiudere accordi con le varie imprese su una diminuzione delle emissioni. In pratica se la politica non ci dà una mano, facciamo da soli. E’ questo il pensiero che sta alla base dell’accordo. Un accordo che, al momento, ha già coinvolto 28 tra le più grandi aziende del Paese, e che ha ottenuto anche la “benedizione” del presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia.

Deutsche Bank: “investimenti sull’ecologia in Italia? Solo per coraggiosi”

berlusconi mano in faccia

Se avete qualche euro da spendere in un investimento ecologico, non fatelo in Italia. E’ questa la conclusione a cui arriva la Deutsche Bank, prendendo in analisi diversi fattori di investimento, tra cui il più importante, quello della legislazione nazionale. Stilando una sorta di elenco di 109 nazioni in cui è possibile investire nell’ecologia, l’Italia è messa tra quelle in cui l’investimento sarebbe “ad alto rischio“, cioè la categoria 3, quella in cui compaiono anche i Paesi del Terzo Mondo.

Sul sito delle Nazioni Unite, dove la banca tedesca ha pubblicato la sua relazione, si può leggere:

Investire sul clima in Italia? Una cosa solo per i coraggiosi. Se state cercando opportunità di investimento collegata ai cambiamenti climatici, non mettete l’Italia in cima alla vostra lista. Non è assolutamente chiaro che tipo di legislazione il suo primo ministro Silvio Berlusconi intenda adottare sul clima.

E’ questa la principale preoccupazione che induce gli investitori a non scegliere l’Italia. Una preoccupazione più volte espressa anche sulle pagine di questo sito, in quanto quelle poche leggi che c’erano sulle agevolazioni agli investimenti nell’ecologia, sono state eliminate dall’attuale Governo Berlusconi, ed anzi, alcune sembrano remare nella direzione opposta.

L’Ue boccia la richiesta di Berlusconi di modificare il tetto alle emissioni

barroso berlusconi

Pochi giorni fa la Corte di Giustizia europea ha bocciato la decisione dell’Ue di porre un tetto alle emissioni per due dei Paesi nuovi membri dell’Unione, e tra i più poveri dell’intero Continente, la Polonia e l’Estonia. Le due economie che vanno avanti principalmente grazie al carbone, se avessero dovuto rispettare gli impegni a cui sono sottoposti gli altri Paesi dell’Ue, avrebbero risentito enormemente del loro svantaggio tecnologico. Per potersi rimettere al passo, avrebbero dovuto investire capitali che non hanno, ed indebitarsi sul mercato delle emissioni praticamente per decenni.

Per questo motivo la Corte di Giustizia europea ha fatto un’eccezione alla regola, e ha deciso che per questi due Paesi i limiti sono momentaneamente sospesi. Subito l’Italia ha cercato di cogliere la palla al balzo, ed il presidente Berlusconi, in una lettera inviata alla Commissione Europea per l’Ambiente, ha cercato di rivedere al rialzo il tetto imposto all’Italia. E così, dopo la delusione della portavoce Barbara Helfferich che non era d’accordo con la sentenza su Polonia ed Estonia, ecco che la parlamentare europea è scattata subito all’attacco, e ha bocciato sul nascere tale proposta:

I tetti sulla assegnazione di quote di Co2 all’Italia non sono rinegoziabili.

Siti di stoccaggio delle scorie radioattive: il Governo agisce nell’ombra e le regioni non ci stanno

fusto radioattivo

Lo sapete dove verranno stoccate le scorie radioattive che arriveranno una volta ultimate le centrali nucleari? Certo che no, perché nessuna fonte istituzionale annuncia quali cittadini il Governo ha scelto di far morire di cancro. Un’idea ci viene dal Quotidiano della Calabria, il quale ha reso noto che quella regione, insieme alla Liguria, potrebbe essere tra le scelte del Governo.

Solo che i governi regionali non ci stanno. L’assessore all’Ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco, ha annunciato ieri che impugnerà davanti alla Corte Costituzionale la legge 99 del 23 luglio 2009, la quale impone i siti dove stoccare i rifiuti radioattivi. La Calabria infatti ha già tanti problemi con i rifiuti, specialmente quelli tossici, visto che nei giorni scorsi sono state rilevate più navi affondate vicino le coste del cosentino e del reggino, le famose “Navi dei Veleni” annunciate dal pentito di ‘ndrangheta Francesco Fonti. Dunque un ulteriore discarica (e chissà, forse più di una) contribuirebbe ad affondare ancora di più una popolazione che sta presentando un numero sempre maggiore di casi di cancro, apparentemente inspiegabili.

La Prestigiacomo alza la voce: “Ambiente bloccato? Colpa dei miei colleghi prepotenti”

prestigiacomo

L’immobilità del Governo sulle questioni ambientali ha fatto storcere il naso a più di un osservatore, dagli esperti a semplici cittadini che ci tengono al luogo in cui vivono. Sembrava infatti che le nostre istituzioni politiche fossero brave solo ad organizzare congressi e a fare promesse, ma poi di provvedimenti concreti ce ne sono stati davvero pochi.

Questo sospetto si è oggi convertito in realtà, grazie addirittura al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, la quale ha confermato le paure degli italiani, ammettendo in un’intervista al Corriere della Sera che se ci sono tanti ostacoli allo sviluppo dei progetti ambientali è per colpa dei suoi stessi colleghi di Governo che le mettono i bastoni tra le ruote.

Ora è ufficiale, l’Italia torna al nucleare e scatta la protesta

cimitero-nucleare

Il Governo ha ottenuto quello che voleva: far tornare l’Italia indietro di 30 anni. E dire che il provvedimento con cui lo fa è soprannominato “ddl sviluppo“. Un po’ come la maggior parte dei provvedimenti presi dal Governo Berlusconi, è una serie di nonsense e controsensi che hanno fatto svegliare addirittura i Governi regionali, di solito occupati dai giochi di potere per protestare con quello nazionale, i quali si sono adirati non poco per essere stati letteralmente “scavalcati” da questa legge.

Il testo passato ieri al senato sancisce in breve pochi punti: in Italia verranno costruite delle centrali nucleari (non si sa ancora se saranno 4 o 5), la locazione sarà decisa dal Cipe e i siti saranno considerati punti di interesse strategico nazionale, che tradotto significa che sarà posto l’esercito a guardia dei siti in costruzione e nessuno potrà avvicinarsi, altrimenti rischia la galera.

Un provvedimento pieno di controsensi dicevamo, ed è complicato spiegarli perché non si sa da dove cominciare. Partiamo con il più evidente. Proprio in questi giorni Berlusconi sta mostrando il suo sorriso a 32 denti a tutti i grandi della Terra, parlando al g8 di energie rinnovabili. Dietro di lui però i suoi collaboratori fanno passare il ritorno al nucleare. Si sa infatti che, prima di tutto, il nucleare non è assolutamente un’energia rinnovabile. L’uranio è in via d’estinzione, e poi la tecnologia non è nemmeno pulita perché le scorie sono le più pericolose al mondo, dato che rimangono attive per milioni di anni. E poi con il ritorno al nucleare potremo dire addio agli investimenti sulle rinnovabili: non ce ne sarà bisogno perché la sufficienza energetica sarà raggiunta, ma poi tra l’altro mancheranno anche i soldi per costruire centrali eoliche e solari.

La Gran Bretagna vara le eco-town, le città veramente sostenibili

eco-town

La lotta all’inquinamento si combatte principalmente nel quotidiano, nella vita di tutti i giorni senza fare grandi sforzi. E cosa c’è di più comune di una casa. Per una volta non vi diamo consigli su come rendere il più efficiente possibile la vostra abitazione, ma vi segnialiamo un’importante iniziativa intrapresa dal Governo britannico, e che speriamo prenda ad esempio anche quello italiano: le eco-town.

Il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da qualche mese parla di new-town, cioè di nuove città di fianco a quelle vecchie, le quali devono avere determinate caratteristiche, soprattutto ecologiche. Si tratta di un buon punto di partenza, non di arrivo, visto che i britannici hanno fatto di più. Le future abitazioni infatti dovranno rispondere a parametri molto rigidi, i quali punteranno a rendere le case il meno inquinanti possibile, fino ad arrivare a case ad emissioni zero e città interamente costruite con questi principi. Ecco come.

La Lega ripropone la legge-vergogna sulla caccia, ancora peggiorata

giovane-cacciatore

Un paio di mesi fa la Lega Nord aveva timidamente proposto una legge di modifica della precedente che riguardava la caccia, la quale avrebbe fatto inorridire anche la persona più senza cuore del mondo. Questa era talmente indecente che anche dai banchi della maggioranza, gli alleati della stessa Lega, si alzarono i cori dei no, tanto che alla prima votazione questo disegno fu stracciato senza il minimo dubbio.

Poi ci fu un’infelice frase di Berlusconi, il quale ammise che la Lega avrebbe fatto cadere il Governo, se l’avesse voluto, e da allora Bossi e compagni si sono sbizzarriti nel proporre, una dietro l’altra, una serie di leggi vergognose che sapevano sarebbero dovute passare per forza, perché il Carroccio aveva il coltello dalla parte del manico. Tra le tante leggi da Terzo Mondo, c’è anche la riforma della caccia. Essa ripropone nuovamente l’abbassamento dell’età per cacciare a 16 anni, la possibilità di cacciare anche ad agosto ed anche gli animali in via d’estinzione, ma non solo.

Ecomafia 2009, il rapporto di Legambiente

Rapporto Legambiente sulle Ecomafie. La criminalità organizzata guadagna – è quanto emerge dall’analisi 2009 – più di 20 miliardi di euro l’anno in Italia. Un quarto del fatturato delle mafie.. Il tutto grazie al traffico di rifiuti, e in barba ad ogni crisi. Proliferano, infatti, ulteriormente le “aziende del settore” per Legambiente.

Un business di successo soprattutto nel Meridione, banalmente. In cima alla classifica, stabile, la Campania. Seguono Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio. E nel Lazio si rimarca un significativo aumento proprio in termini di “ecoreati” legati allo smaltimento illecito dei rifiuti nel quale alcune indagini hanno evidenziato interessi della criminalità organizzata.

Pdl: “L’effetto serra non esiste”

Una volta era soltanto Berlusconi che, vuoi per guasconeria o per un eccesso di simpatia, ogni tanto se ne usciva con delle sparate di cui milioni di italiani si vergognavano. Ma visto che continuava a prender voti, anche i suoi alleati hanno apprezzato questa tecnica di dire frasi senza senso, e non vogliono essere da meno. Si spiega solo così il documento presentato da 37 senatori del Popolo della Libertà e firmato da Dell’Utri, Nania e Poli Bortone. Lo possiamo spiegare in questo modo perché se veramente ci credono, ci sarebbe da preoccuparsi.

Secondo questi luminari del Governo italiano, l’effetto serra non esisterebbe, sarebbe soltanto un invenzione di alcuni scienziati per vendere i libri, e l’effettivo innalzamento delle temperature che si sta verificando in questi anni sarebbe dovuto a cause non dipendenti dall’uomo. La loro tesi è sostenuta da qualche isolato scienziato che afferma (nel rapporto Stern) che questo problema è solo marginale. Se è per questo, esiste anche qualche scienziato che afferma che l’Aids non esiste, o qualche storico che afferma che i campi di concentramento non sono mai esistiti, eppure nessuno si sogna di dargli ragione. Ma dal Pdl ci si può aspettare di tutto, anche questo.

Il piano casa dà una mano all’economia, anche se non ci crede nessuno

A margine della presentazione del ddl sul cosiddetto “Piano Casa“, una nuova legge che in pratica scioglie i nodi burocratici per l’edilizia, tra le mille polemiche sollevate non solo dall’opposizione, ma anche da alcuni rappresentanti della maggioranza e di tantissime persone che con la politica non ha nulla a che vedere, Berlusconi spiega il suo piano in questo modo:

significa soltanto dare a chi ha una casa, e nel frattempo ha ampliato la famiglia perchè i figli si sono sposati e hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze, dei bagni, con i servizi annessi alla villa esistente.

In uno Stato serio, com’era l’Italia fino a poco tempo fa, queste operazioni si sarebbero chiamate “abusivismo edilizio“. Quando infatti si parlava di abusi, venivano alla mente delle case costruite in zone non edificabili o senza autorizzazione. Ma in verità la stragrande maggioranza degli abusi era dovuta proprio ad allargamenti impropri dell’appartamento, spesso pericolosi, visto che delle volte crollavano. Per rilanciare l’economia, secondo Berlusconi basterebbe non solo condonare, ma addirittura incentivare questo abusivismo.

Il Governo favorisce le Eco-mafie

In campagna elettorale Berlusconi ha promesso che non avrebbe mai fatto un indulto o un condono edilizio se l’avessero eletto. Ma come spesso accade per i politici, le promesse lasciano il tempo che trovano, e così il Governo ha deciso di preparare l’Italia al più grande condono edilizio della sua storia.

Sulla tutela dell’ambiente l’Italia sta arretrando e questo rischia seriamente di essere un regalo alle ecomafie e alla criminalità ambientale.

Esordisce così il comunicato stampa diramato da Legambiente che riguarda le nuove norme edilizie che il Parlamento sta discutendo, e che cambieranno per sempre lo scenario italiano. Il pericolo infatti, avvertono da Legambiente, è che si torni all’abusivismo edilizio ed alle costruzioni senza regole degli anni ’60, quelle descritte perfettamente dal film “Le mani sulla città” di Francesco Rosi, in cui speculatori senza scrupoli, grazie all’assenza dello Stato, hanno potuto fare il bello ed il cattivo tempo nelle costruzioni cittadine, creando migliaia di edifici brutti ed insicuri.

Nucleare, dalle Regioni “Sì, ma non da noi”

La classica specialità italiana dello scarica barile non poteva mancare nel valzer del nucleare. Tutti (o quasi) contenti del ritorno all’atomo, almeno in linea teorica. Sì perché, in pratica, nessuno lo vuole nella propria Regione. Dopo l’accordo tra il Presidente Berlusconi e Sarkozy, subito si è scatenato il toto-sito, cioè centinaia di azzeccagarbugli hanno tentato di individuare i siti in cui verranno costruite le future centrali nucleari italiane. 4 per la precisione.

Ha fatto un certo scalpore però vedere Ugo Cappellacci, neo presidente della Regione Sardegna grazie al forte impegno proprio di Berlusconi, opporsi fortemente alla costruzione di una centrale nella sua Regione. Ad una domanda sull’argomento postagli da un sardo su Facebook, questa è stata la risposta:

State certi che dovrebbero passare sul mio corpo prima di fare una cosa simile.

Cappellacci in campagna elettorale aveva promesso di mantenere lo stato di Regione denuclearizzata dopo la sua elezione, e conferma questo proposito opponendosi duramente proprio a colui che è riuscito a farlo eleggere. Ma non è finita di certo qui.