Nucleare, bonifica siti entro il 2025 per 4,8 miliardi di euro

L’energia nucleare in Italia non attecchirà, almeno a quanto espresso da oltre il 90% degli italiani nei referendum di giugno, ma a preoccupare la popolazione non sono solamente le nuove centrali, ma anche le scorie e i residui degli impianti dismessi. Per bonificare i siti nucleari del Paese e per riqualificare il territorio il governo ha incaricato la Sogin, Società di Stato, a svolgere le attività di decommissioning degli impianti italiani, entro il 2025 perun costo di 4,8 miliardi di euro per “arrivare a prato verde”.

Calabria, storie di scorie al sapore di agrumi

Poison è il nome di un profumo al veleno, speziato di scorie, venato di nichel e vanadio, con un tocco leggero ma proprio leggero di agrumi marci come i negrieri. E’ il fiore all’occhiello delle fragranze made in Calabria, terra in cui la macchina del fango non è mica solo quell’espressione ormai abusata ed abusiva che abbonda sulle facce di bronzo di certa politica. Qualche giorno fa, nell’ambito di un’indagine della procura vibonese, durata due anni, e condotta in collaborazione con la Guardia di Finanza, si è scoperto infatti che di fanghi altamente inquinanti e pericolosi, trafficati dalla criminalità organizzata, nella regione meridionale ne sono entrate almeno 135 mila tonnellate dal 2009 ad oggi.

Nucleare all’italiana, storie di scorie vaganti

Il nucleare italiano, nella sua pur breve esistenza, ci ha trasmesso un’eredità pesante che raccogliamo nostro malgrado e controvoglia perché siamo costretti a recuperarla, un po’ come certe storie che ci tramandano di generazione in generazione ma che siamo stanchi di continuare a raccontare. Le ripetiamo come automi, senza convinzione, finché un giorno ci svegliamo e cominciamo a chiederci perché e a mettere in discussione quel passato che spesso ci fa sentire piccoli ma che, a guardar bene il presente, non merita poi tutta questa grande considerazione. Forse, ci diciamo, è arrivato il momento di inventare una nuova storia, una storia nostra, da raccontare.

Tanto più che nell’atomo, in fondo, in Italia in pochi ci hanno creduto davvero, al punto che, pur essendo stati sempre coscienti dei rischi correlati, vederli in mondovisione ha fatto battere in ritirata molti fautori del nucleare nello stesso Governo. Quelli che cambiare idea è inimmaginabile ora, pieni di se e di ma, stanno tirando fuori quei contro che nascondevano bene, sotto le mentite spoglie di una fragile quanto presuntuosa apparenza di un sicuro al 100%.

Energia pulita da terreni contaminati da scorie tossiche

La scoperta arriva da Sidney, dove un gruppo di scienziati australiani e cinesi ha messo a punto un metodo per produrre energia pulita da terreni contaminati da scorie tossiche. Ad assorbire le scorie è una pianta che cresce nelle praterie tropicali dell’Africa, il Pinnesetum purpureum, nota con il nome di erba dell’elefante.

La collaborazione tra il Centro australiano di ricerca per la valutazione della contaminazione e la bonifica dell’ambiente (Crc Care) e l’Università Shaoguan, nella costa meridionale della Cina, porterà alla bonifica dei terreni contaminati e alla produzione di energia pulita.
La scelta dell’erba dell’elefante è stata duplice, come spiega il prof. Ravi Naidu, a capo del progetto, perché è una pianta in grado di crescere anche nei terreni poveri e possiede un’elevata capacità di assorbire i metalli pesanti e le altre scorie inquinanti presenti nel suolo. L’erba perenne africana è capace di assorbire gli idrocarburi del suolo e produrre ossigeno che a contatto con il terreno favoriscono la biodegradazione, e dunque la bonifica della terra inquinata.