Anno 2050: i ghiacciai delle Alpi non esisteranno quasi più

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I ghiacciai di tutto il mondo si stanno sciogliendo, e questo lo si sapeva da tempo. Ma finché queste cose accadono alle grandi catene montuose asiatiche o sudamericane, la politica italiana fa finta di nulla. Se però questo fenomeno comincia ad accadere anche in Italia, e specialmente nelle zone a maggiore attrazione turistica come le Alpi, allora forse qualcosa è destinato a muoversi.

A lanciare l’allarme è il WWF che in occasione dell’inaugurazione di una nuova stazione di monitoraggio della flora alpina sulle cime delle Alpi Orobie, Lombardia, ha fatto il punto della situazione, snocciolando dati alquanto spaventosi. Pare infatti che tra il 1850 ed il 1980 i ghiacciai delle Alpi abbiano perso un terzo della loro massa. Dal 1980 al 2009 si è perso circa il 20-30%. In parole povere il surriscaldamento globale ha fatto sì che negli ultimi 30 anni si sia sciolto tanto ghiaccio quanto se ne è perso nei 130 anni precedenti.

Nasa World of Change: ecco come abbiamo cambiato la Terra in pochi anni

ozone_1979-2008

Il nostro Pianeta esiste da miliardi di anni, e tutti gli sconvolgimenti che ci sono stati, sono avvenuti tutti per cause naturali ed in periodi lunghi milioni di anni. Solo una cosa poteva cambiare questa tendenza, l’uomo, che è stato capace nel giro 10-20 anni di distruggere tutto intorno a sè.

In occasione del decimo anniversario dell’osservatorio terrestre della Nasa, l’agenzia spaziale americana ha deciso di pubblicare sul proprio sito internet le crude immagini che ritraggono una creature sofferente e morente: la Terra. La prima è la più terribile, ed è quella pubblicata sopra. Si tratta del buco dell’ozono fotografato alla sua prima rilevazione, nel 1979, e alla sua ultima, nel 2008. In meno di 30 anni si può notare come il forellino che c’era sull’Antartico è diventato una voragine, il che spiega come mai i ghiacciai del mondo si stiano sciogliendo con questa velocità.

La buona notizia: i ghiacciai si difendono da soli dallo scioglimento

Se l’uomo non difende i ghiacciai, i ghiacciai si difendono da soli. La buona notizia è che la Natura riesce, come al solito, a rimediare agli errori umani. Non completamente, ma in buona parte. Una ricerca inglese, precisamente dell’Università di Leeds, ha scoperto che i ghiacciai dell’antartide, sciogliendosi, rilasciano delle piccolissime particelle di ferro, le quali finiscono in mare e vanno ad alimentare il plancton.

Questo processo fa aumentare l’assorbimento dell’anidride carbonica. Tutto ciò è possibile perché il plancton, per produrre energia, ha bisogno di anidride carbonica. Il ferro rilasciato dai ghiacciai accelera questo processo, in maniera tale da aumentare la quantità assorbita, e facendo diminuire quella presente nell’aria. Ovviamente, secondo gli esperti, questo non risolverà ogni problema legato alla CO2, ma almeno lo rallenterà, concedendo all’uomo più tempo per trovare le contromisure necessarie.

Lo scioglimento dei ghiacciai? Peggio di un incendio o di un’alluvione

Se il Titanic fosse stato varato oggi, e avesse percorso la stessa rotta di 90 anni fa, probabilmente la tragedia sarebbe stata evitata. Nello scontro con l’iceberg quasi sicuramente avrebbe avuto la meglio la nave. I ghiacciai di oggi sono in gran parte in scioglimento, un semplice iceberg ha bisogno solo del colpo di grazia per distruggersi. Ma questo non ha solo come effetto il facile passaggio delle navi, ma anche e soprattutto una catastrofe per la biodiversità marina.

Un iceberg moderno ha come alternativa o finire di disciogliersi, oppure di essere spostato da correnti marine o dal vento. Gli scienziati hanno stimato che questi cambiamenti possono causare catastrofi all’habitat marino uguali a quelle che possono causare gli incendi nelle foreste o le alluvioni in un villaggio. Il problema è che oggi si conoscono bene i danni sulla terraferma, ma su quello che succede in mare c’è ancora tanta ignoranza.