Il fenomeno del riscaldamento globale non è più un mistero per nessuno, come ormai sottolinea quasi quotidianamente il mondo scientifico con rilevazioni che non lasciano più spazio a dubbi. Anche in Italia stiamo avvertendo questi cambiamenti, e l’Università di Milano ha recentemente valutato la situazione paradossale della Lombardia che dimostra che rispetto al passato c’è qualcosa che non va. Mentre in tutto il mondo i ghiacciai si vanno sciogliendo, nella Regione italiana aumenta il numero di ghiacciai, anche se la quantità complessiva di ghiaccio diminuisce.
scioglimento ghiacciai
Polo Sud, per i ghiacciai scioglimento rapido in estate
Lo scioglimento dei ghiacciai è un fenomeno che sta interessando anche il Polo Sud, complici i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature terrestri. Come abbiamo visto gli effetti dello sciogliemento della calotta polare si ripercuote sul clima e sulla primavera fredda che si è verficata nel nostro Paese e in Europa nelle settimane scorse. Gli esperti stimano che entro il 2020 non ci sarà più ghiaccio nel Polo Nord se non si inverte il sistema ma ora anche le indagini e le ricerche condotte in Antartide confermano che la situazione è seria.
Innalzamento del livello dei mari più rapido del previsto
Qualche buontempone settimane fa diceva che l’innalzamento del livello dei mari sarebbe rallentato e che anzi, non ci sarebbe mai stato. Ovviamente dopo l’uragano Sandy tutti questi negazionisti sono scomparsi, ed oggi arriva una ricerca americana che conferma non solo l’esistenza di questo innalzamento, ma anche che è più rapida del previsto. A sostenerlo è Bill Hay, geologo dell’Università del Colorado, che per la sua analisi è partito da un vecchio rapporto dell’IPCC.
Artico, un altro enorme iceberg si stacca dalla Groenlandia
Il sito di Science Daily riporta un nuovo allarmante distaccamento di ghiaccio dalle coste della Groenlandia: si tratta di un iceberg grande all’incirca quanto Manhattan. E ora si torna a discutere dell’influenza del riscaldamento globale sulla frammentazione dei depositi di ghiaccio nell’Artico.
Scioglimento ghiacciai record a giugno nell’Artico
Durante questo mese i ghiacciai dell’Artico si sono sciolti al ritmo più alto che si sia mai registrato nella storia. Un allarme molto grave che attesta come il riscaldamento globale e tutto ciò che ne consegue non sono problemi di là da venire, ma sono presenti già oggi. L’ultima rilevazione è stata effettuata dallo US government’s National Snow and Ice Data Centre (NSIDC) che effettua rilevazioni dal 1979.
Innalzamento dei mari accelerato negli Stati Uniti
Di solito siamo abituati a vedere Paesi ricchi che inquinano e quelli poveri, come le regioni insulari tropicali, che ne pagano le conseguenze. Adesso però qualcosa potrebbe stare per cambiare. Secondo le ultime rilevazioni del US Geological Survey di St Petersburg, in Florida, il tasso di innalzamento degli oceani nel lato Est degli Stati Uniti starebbe accelerando fino a diventare 3-4 volte più rapido rispetto al resto del mondo.
Scioglimento ghiacciai ripreso dal satellite
Lo scioglimento dei ghiacciai è ormai certificato. Anche se ormai le persone che non ci credevano sono rimaste davvero poche, se ci fosse stato bisogno di una prova certa, ecco che la fornisce il satellite Envisat. Secondo i dati raccolti dal professor Helmut Rott dell’Università di Innsbruck, in Austria, nella zona dell’Antartide dal 2002 ad oggi si sono persi circa 2 mila chilometri quadrati di ghiaccio, di cui 1790 solo sulla piattaforma Larsen B.
Riscaldamento globale: disastri con meno di 2 gradi di aumento delle temperature
L’obiettivo che i rappresentanti di tutto il mondo da anni stanno conseguendo è di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dell’innalzamento dei 2 gradi centigradi nella media dell’atmosfera. Se non si dovesse raggiungere quest’obiettivo, spiegano scienziati di tutto il mondo, potrebbero accadere una serie di disastri anche peggiori di quelli che stiamo vivendo negli ultimi tempi in tutto il pianeta. Secondo un gruppo di ricercatori della NASA, forse i disastri potrebbero avvenire anche ben prima dei 2 gradi.
Scioglimento dei ghiacciai: la Groenlandia si solleva
E’ un principio fisico elementare, se in un bicchiere d’acqua mettete un cubetto di ghiaccio, più acqua c’è e più il cubetto si solleva. Con le dovute proporzioni è quello che sta accadendo alla Groenlandia. Quella enorme distesa di ghiaccio ai confini con il Polo Nord si sta sollevando, e gli scienziati della Ohio State University che la stanno studiando non hanno dubbi: la colpa è dei mutamenti climatici.
Scioglimento ghiacciai: processo accelerato in Artico da 40 anni
Il ghiaccio dell’Artico si sta sciogliendo alla massima velocità possibile. Questo lo sapevamo già visto che ormai la sua consistenza cominciava a diventare sempre più sottile. Ma ciò che i fisici di Brema sono riusciti a calcolare ora è che mai, negli ultimi ottomila anni, la velocità di scioglimento è stata così rapida come negli ultimi 40 anni. E’ come se fosse una macchina in accelerazione che ha raggiunto il picco di velocità, e non scende al di sotto di esso da quattro decenni.
Inquinamento, ridurre la fuliggine potrebbe tagliare di mezzo grado il riscaldamento globale
Altro che CO2. La principale causa del riscaldamento globale potrebbe essere la fuliggine. Un nuovo rapporto dell’UNEP (Programma Ambientale delle Nazioni Unite) evidenzia che sempre più ricerche mostrano come questo sia un fattore trascurato ma che incide molto. Chiamata anche nerofumo o black carbon, questa sostanza viene emessa dalla combustione di combustibili fossili, nei processi industriali e con la combustione di legno e altre biomasse, specialmente nelle cucine delle nazioni più povere.
La fuliggine non scalda solo l’aria, ma quando cade sui ghiacciai ne accelera la fusione. La buona notizia è che non è presente in grandi quantità nell’atmosfera ed i modi per fermarla sono molto meno complessi rispetto alla riduzione dell’anidride carbonica, metano e altri gas ad effetto serra. E, come osserva la relazione, gli effetti del taglio della fuliggine potrebbe essere enormi.
I mutamenti climatici cominciano a farsi sentire anche in Europa
Fino ad oggi in molti facevano finta di nulla riguardo ai cambiamenti climatici, perché gli effetti peggiori si stavano notando sulle isole oceaniche e nei Paesi africani più poveri. Come si dice, lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Ma probabilmente questo ragionamento non si potrà fare più.
L’Agenzia europea dell’Ambiente ha fotografato la situazione ambientale del Continente, e non c’è di che stare allegri: tra animali che stanno sparendo, riscaldamento climatico e sovrasfruttamento delle risorse, l’Europa rischia di collassare su sé stessa. Il rapporto “Segnali Ambientali 2010” redatto da una serie di esperti del territorio di diversi Paesi europei è stato presentato sabato, e non è per nulla incoraggiante. Dopo il salto i dettagli.
Il limite all’inquinamento è 350 ppm. Al di sopra di esso sarà una catastrofe
350 è il numero più importante del pianeta. Il che è strano, perché fino a circa 22 mesi fa non si sapeva neppure a che importasse. Ma quando, nel dicembre del 2007, l’ingegnere NASA Jim Hansen lo ha presentato presso l’American Geophysical Union Meeting di San Francisco, tutti hanno pensato a quello che voleva dire è che avevamo appena attraversato un estate in cui il ghiaccio si stava sciogliendo in modo molto rapido nell’Artico, e che i ricercatori stanno segnalando “in anticipo” variazioni di decine di altri grandi ghiacciai della terra, i quali porteranno all’acidificazione degli oceani e altre conseguenze.
In combinazione con le risme di paleo-dati climatici, la sua squadra credeva di avere informazioni sufficienti per elaborare finalmente una linea rossa per il pianeta: quando le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica fossero diventate superiori a 350 ppm, hanno detto, il riscaldamento globale sarebbe diventato pericolosamente fuori controllo. In realtà, oltre i 350 ppm non si potrebbe avere un pianeta
simile a quello in cui la civiltà si è sviluppata e nel quale la vita sulla Terra si è adattata.
Artico, una pesca sostenibile è possibile
Il riscaldamento globale ha aperto nuove aree, prima pressocchè inaccessibili, alla pesca. Lo sciogliersi progressivo della calotta polare ha infatti per la prima volta messo a disposizione dell’uomo risorse ittiche inimmaginabili.
A dire il vero, non si conosce ancora molto degli ecosistemi di queste zone, proprio perchè sono stati sotto il ghiaccio fino a poco tempo fa.
Ecco perchè è necessario indagare in profondità la vita che popola questi abissi per non sconvolgere gli ambienti incontaminati dell’Artico e praticare attività di pesca sostenibili. Un obiettivo che per Gary Locke, Segretario del Commercio americano, è più che perseguibile. Qualche giorno fa Locke ha infatti approvato un piano per vietare l’espansione della pesca commerciale nelle acque artiche federali fino a che i ricercatori non abbiano finito di raccogliere informazioni sufficienti sui pesci e l’ambiente marino artico, proprio per cercare di prevenire gli effetti nefasti delle attività commerciali sull’ecosistema.