Pinguino imperatore rischia l’estinzione in meno di un secolo

Ve lo ricordate il pinguino imperatore, l’uccello dell’Antartide di un fortunato film-documentario di un paio di anni fa? Probabilmente quello sarà l’unico documento, o uno dei pochi, che i nostri nipoti potranno utilizzare per vedere com’era fatto uno degli animali più affascinanti al mondo.

Il pinguino Imperatore sta letteralmente perdendo il suo regno, e di conseguenza anche la sua vita. Nello scorso ottobre uno studio del WWF stimò che, se le temperature globali si elevassero di soli due gradi, il 50% degli Imperatori e il 75% dei pinguini Adelie morirebbero. La brutta notizia è che questa stima è sin troppo ottimista.

Worldwatch: “Le previsioni sui cambiamenti climatici? Peggio del previsto”

Da un paio d’anni va di moda andare controcorrente sul problema climatico. Su tutti i media il dibattito è sempre aperto a proposito del surriscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacci, e tutte le problematiche che riguardano la Natura. Molti ben pensanti dicono che queste sono tutte favolette e che non è vero nulla, ma poi molto spesso si scopre che si tratta di sedicenti esperti sguinzagliati dalle lobby del petrolio.

In tutto questo dibattito oggi interviene il Worldwatch Institute, un istituto di ricerca indipendente americano il quale, con la pubblicazione del suo rapporto “State of the world 2009” probabilmente chiuderà la bocca a molti scettici. Il periodo di osservazione va dal 1990 al 2007, e sul rapporto si legge che le previsioni poco rassicuranti fatte finora sono state fin troppo caute: il cambiamento climatico è peggio del previsto. I primi dati resi noti in questi giorni suddividono il problema in quattro categorie, riassunte nella seconda parte dell’articolo: emissioni, stato dei mari, cambiamenti climatici e la cura per salvarci.

Un’estate senza ghiaccio nell’Artico

Voglia di vacanze? Perchè non prenotare una settimana all’Artico?
Se avete paura dell’effetto ghiaccio, non dovete più preoccuparvi.
Grazie all’ingegno e all’impegno dell’uomo, d’ora in avanti, nei depliants delle agenzie di viaggio, tra Bahamas e Caraibi, ci sarà posto anche per il Polo Nord, ormai diventato mite e temperato.

No, non stiamo esagerando, e magari lo stessimo facendo! In realtà è una notizia di questi giorni che il ghiaccio artico quest’estate si scioglierà, lasciando per la prima volta scoperto il Polo Nord.

Un enorme telone per salvare la Valtellina

Ci avevano già provato qualche anno fa, con qualche successo. Ora ci provano anche in Italia. L’obiettivo è sempre lo stesso, diminuire lo scioglimento dei ghiacci. Il mezzo? Un enorme telone da stendere per chilometri e chilometri per riparare i punti più sensibili dal sole estivo.

Il progetto, denominato “Acqua e Ghiacciai: Conoscenza e Conservazione”, è stato realizzato dall’Università degli studi di Milano, in collaborazione con Levissima, e cercherà di proteggere il ghiacciaio Dosdè Orientale, in Valtellina. Lungo questo ghiacciaio verrà steso un telone che tecnicamente si chiama particella geotessile, definita “non tessuto” per le sue caratteristiche tecniche, che servirà a ridurre il processo di fusione del ghiaccio.

Bush ha deciso, gli orsi polari sono salvi

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La decisione del Governo americano è arrivata, e gli animalisti possono finalmente esultare: Bush ha confermato gli orsi polari come razza in via d’estinzione, l’Alaska non sarà più trivellato.
La (sofferta) decisione è arrivata la scorsa settimana, più in silenzio di quanto ci si aspettava, data l’importanza dell’evento.

Ne avevamo parlato 15 giorni fa, ponendovi, in breve, la questione se fosse stato meglio salvaguardare l’habitat naturale degli orsi oppure trivellare i giacimenti di petrolio dell’Alaska per far abbassare il prezzo della benzina. Ovviamente il risultato è stato scontato, nessuno vuol vedere sparire l’ennesima specie dalla faccia della Terra, e questo l’avrà pensato anche Bush, che per la prima volta nella storia americana, ha anteposto una razza animale agli interessi economici. La decisione è arrivata dopo una ricerca del Ministero degli Interni Usa, che ha capito che, sfruttando quelle zone, i ghiacciai si sarebbero sciolti per due terzi della loro consistenza attuale entro il 2050, lasciando agli orsi davvero poco terreno sul quale sopravvivere.

Il maggior ghiacciaio argentino si sta ritirando. Un’altra conseguenza del riscaldamento globale

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Ci eravamo occupati qualche giorno fa del distacco di un iceberg al Polo Sud dovuto al riscaldamento globale. Il fenomeno era dovuto ad un innalzamento delle temperature che faceva sciogliere poco per volta la lastra di ghiaccio che teneva unite diverse masse solide o liquide-solidificate.

La stessa cosa sta avvenendo molto più vicino a noi. Il fenomeno dello scioglimento è accaduto in questi ultimi mesi anche in Argentina, quindi già nel mondo civilizzato, e non solo in un posto così lontano che tanto non interessa a nessuno. La zona interessata è il Perito Moreno, uno dei ghiacciai più grandi del mondo, presente nella regione argentina della Patagonia. Questo pezzo di terra rappresenta com’era il nostro pianeta nell’era Quaternaria, e per questo motivo l’Unesco lo ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Micro organismi si risvegliano dopo 100 mila anni nel ghiaccio

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Uno studio recente ci dice come sicuramente non si è formata la vita sulla terra e ci svela che il costante aumento della temperatura terrestre provocando lo scioglimento dei ghiacci, potrebbe liberare i batteri in essi intrappolati da anni.

Dallo staff di Kay Bidle, della State University (New Jersey, Usa), arriva la scoperta che i piccoli organismi intrappolati nei ghiacci da circa 100 mila anni possono essere scongelati e riportati in vita mentre per gli organismi presenti in strati di ghiaccio più vecchi, si parla di ordine di tempo di milioni di anni, non ci sarebbe possibilità di rinascita in quanto il DNA sarebbe totalmente danneggiato e quindi l’attività cellulare compromessa irreparabilmente.