La Casa Bianca ormai è sicura e lancia l’allarme: l’Artico sarà senza più ghiacci non tra 30 o 100 anni, ma entro il 2015. Ne sono convinti gli esperti ed alti funzionari che ieri hanno presentato un report, è proprio il caso di dirlo, agghiacciante. Si tratta di personalità importanti, non di scienziati dell’ultima ora, come il capo scienziato della Nasa, Gale Allen, del direttore del US National Science Foundation, Cora Marett, e di alcuni rappresentanti del US Department of Homeland Security e del Pentagono.
scioglimento dei ghiacci
Polo Sud, per i ghiacciai scioglimento rapido in estate
Lo scioglimento dei ghiacciai è un fenomeno che sta interessando anche il Polo Sud, complici i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature terrestri. Come abbiamo visto gli effetti dello sciogliemento della calotta polare si ripercuote sul clima e sulla primavera fredda che si è verficata nel nostro Paese e in Europa nelle settimane scorse. Gli esperti stimano che entro il 2020 non ci sarà più ghiaccio nel Polo Nord se non si inverte il sistema ma ora anche le indagini e le ricerche condotte in Antartide confermano che la situazione è seria.
Scioglimento dei ghiacci in Antartide, velocità doppia rispetto al previsto
Gli scienziati del Byrd Polar Research Center hanno da poco diffuso una nuova interpretazione delle rilevazioni relative allo scioglimento dei ghiacci in Antartide: secondo gli studiosi l’effettiva velocità di scioglimento sarebbe il doppio rispetto a quanto sinora calcolato in relazione al West Antarctic Ice Sheet.
Ecologia, Greenpeace lancia la campagna Save the Artic
Greenpeace si è imbarcata in una nuova sfida contro profitto ed interessi: salvare l’Artico dalle trivelle, dal far west della ricerca di idrocarburi. La nave rompighiaccio dell’associazione ambientalista è salpata dalla città di Murmansk, in Russia, ed il suo primo bersaglio è stata la piattaforma petrolifera di Prirazlomnoie, gestita dalla Gazprom. In 6 si sono arrampicati fino alla piattaforma, armati di tende e cibo per diversi giorni. Il loro obiettivo è stato quello di issare uno striscione per fermare le trivellazioni nell’Artico, Save the Artic.
Artico, un altro enorme iceberg si stacca dalla Groenlandia
Il sito di Science Daily riporta un nuovo allarmante distaccamento di ghiaccio dalle coste della Groenlandia: si tratta di un iceberg grande all’incirca quanto Manhattan. E ora si torna a discutere dell’influenza del riscaldamento globale sulla frammentazione dei depositi di ghiaccio nell’Artico.
Ecologia in sfilata a Milano con Vivienne Westwood
Anche la moda sostiene la lotta ai cambiamenti climatici: scopriamo la collezione-messaggio di Vivienne Westwood in sfilata a Milano in questi giorni.
Vivienne Westwood è una delle più eccentriche stiliste britanniche, classe 1941, e tanta energia. Dai suoi primi modelli che si ispiravano alla moda punk e al mondo della strada, passa per indumenti ed elementi di sartoria che hanno fatto la storia della moda. Dopo la sua ultima collezione per la difesa dei diritti civili, contro il terrorismo e le amministrazioni Blair e Bush, Vivienne Westwook torna a stupire e a far pensare. Nella sfilata di moda in corso a Milano nella splendida cornice del palazzo Serbelloni, propone una collezione 2012-2013 ecologica e rispettosa dell’ambiente. Una collezione maschile ma per uomini dai gusti retrò e dall’estetica ben lontana da quella che oggi si rincorre: uomini con la barba lunga e ghiacciata, occhiali dalle montature spesse, trasandati, eppure virtuosi nel loro stile di vita ecosostenibile. Per tutto c’è un significato: la barba è cosparsa di ghiaccio e piccole stalattiti perché, come i ghiacciai polari, si sta sciogliendo a causa dell’innalzamento delle temperature. La Westwood aderisce all’United Nation Environmental Programme in favore di uno stile di vita più sostenibile e supporta i documenti della serie “The Frozen Planet” di David Attenborough che andranno in onda negli USA ma senza l’ultimo episodio, quello più saliente visto che spiega come l’uomo è responsabile dello scioglimento dei ghiacciai polari.
Ecosistemi a rischio: individuate 13 aree nell’Artico
Le 13 aree più a rischio per la biodiversità e il patrimonio naturalistico si trovano nell’Artico, tra esse lo Stretto di Bering e la costa del Mare di Barents. Nel circolo polare artico l’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) ha individuato 77 aree da tutelare.
Nel rapporto annuale, pubblicato oggi, si evince che gli ecosistemi marini più ricchi del Polo Nord sono a rischio a causa del riscaldamento globale del Pianeta che favorisce lo scioglimento dei ghiacciai marini e l’acidificazione degli oceani. A queste cause si aggiungono ora anche attività umane prima non presenti nell’area e in grande espansione, come la pesca e i trasporti marittimi, l’esplorazione per cercare gas e petrolio nei fondali artici. Tra gli effetti più imminenti ci sarà la perdita della fauna selvatica dell’artico: orsi polari, balene, trichechi, foche ed uccelli.
Rischio estinzione per gli orsi polari, la causa? Si sciolgono i ghiacciai
Secondo una ricerca compiuta da un gruppo di ricercatori dell’Università canadese di Alberta, nel 2050 il 73% delle femmine di orsi polari non riuscirà a dare alla luce i propri cuccioli perché non ci saranno più ghiacciai nell’Artico. L’estinzione degli orsi polari potrebbe divenire una realtà già dalla metà di questo secolo.
L’allarme viene lanciato dalla rivista scientifica Nature Communications e da uno studio effettuato presso la Baia di Hudson, una grande insenatura dell’Oceano Atlantico fortemente colpita dagli effetti del riscaldamento terrestre.
Aumento delle temperature e scioglimento dei ghiacci, la controtendenza del Polo Sud
Uno studio condotto da ricercatori americani ha tentato di risolvere uno dei più grandi enigmi degli ultimi tempi: perché con l’aumento della temperatura terrestre e con il riscaldamento globale nel Polo Sud i ghiacci non si sciolgono ma anzi, aumentano le nevicate?
La risposta è stata data dai ricercatori del Georgia Institute of Technology sulla rivista accademica Proceedings of the National Academy of Science: l’aumento della temperatura terrestre di circa 4° C, ogni 10 anni porta allo scioglimento del 10% dei ghiacci del Polo Nord.
Il livello del mare entro il 2100 potrebbe salire da 0,75 a 1,9 metri
Un nuovo studio scientifico avverte che il livello del mare potrebbe salire molto più velocemente di quanto inizialmente previsto. Entro il 2100, il livello globale dei mari potrebbe salire tra i 75 ei 190 centimetri, secondo un articolo pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Gli autori, Martin Vermeer della Helsinki University of Technology in Finlandia e Stefan Rahmstorf del Potsdam Institute for Climate Impact Research in Germania, hanno basato la loro analisi sulle misurazioni del livello del mare e sulle temperatura registrate nel corso degli ultimi 130 anni.
In questi dati hanno identificato un forte legame tra il tasso di aumento del livello del mare e la temperatura globale.
Dal 1990 il livello del mare è aumentato di 3,4 millimetri all’anno, due volte più velocemente della media del 20° secolo
afferma Stefan Rahmstorf. Anche se tale tasso è di poco rimasto costante, questa strategia potrebbe portare a 34 centimetri l’aumento del 21 ° secolo.
La Groenlandia si scioglie. E rapidamente
La Groenlandia sempre più in pericolo. I suoi bianchissimi ghiacci si assottigliano, e lo fanno sempre più rapidamente. Più di quanto si immaginasse, e ad una velocità sempre più elevata che di anno in anno aumenta anziché arrestarsi. Non è certamente una bella notizia quella che emerge da uno studio della Utrecht University e pubblicata sulla rivista Science.
Lo studio coinvolge un arco di tempo che va dal 2000 all’anno scorso, il 2008. I ricercatori hanno osservato che scioglimento dei ghiacci in Groenlandia ha provocato un innalzamento del livello dei mari pari a quasi 0,46 millimetri ogni 12 mesi. E si sono perse 273 miliardi di tonnellate di ghiaccio. La situazione è precipitata in particolar modo dal 2006 in avanti, con un aumento medio di 0,75 millimetri in un solo anno.
Terza conferenza mondiale sul clima, Ban Ki-moon: ci dirigiamo verso l’abisso
Cambiamenti climatici, conseguenze del riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacciai: questi alcuni dei temi toccati nel corso della Terza Conferenza mondiale sul clima, in corso a Ginevra. Ban Ki-moon, il segretario generale dell’Onu, ammonisce:
Abbiamo il piede sull’acceleratore e ci stiamo dirigendo verso l’abisso. Abbiamo scatenato forze potenti ed imprevedibili, il cui impatto è già visibile. L’ho osservato con i miei occhi.
Il riferimento è alla recente visita compiuta da Ban Ki-moon al Polo per testare personalmente lo stato in cui versano i ghiacciai e portare una testimonianza ancora più vivida ed efficace alla Conferenza sul clima. Il segretario generale dell’Onu si è recato a Ny-Aalesund, la località più settentrionale al mondo, localizzata a soli 1.231 chilometri dal polo nord. E’ la prima volta che un segretario generale dell’Onu visita Ny-Aalesund.
Innalzamento del livello del mare: troppo tardi per fermarlo
In tutto il mondo i Governi si stanno attrezzando per tentare di fermare l’inquinamento che, tra le sue conseguenze, ha l’innalzamento dei livelli del mare. Un innalzamento catastrofico perché spazzerebbe intere città costiere, e che già in alcuni Paesi ha fatto vedere ciò che è capace di fare, sommergendo definitivamente alcuni villaggi e isole.
Secondo i dati elaborati dal Centro nazionale di oceanografia di Southampton (Nocs), e dell’Università di Tubinga, in Germania, abbiamo raggiunto un livello di concentrazioni di CO2 nell’atmosfera per cui il livello del mare è destinato a salire di 25 metri entro i prossimi 2000 anni, molto di più di quanto previsto inizialmente dagli scienziati di mezzo mondo, le cui previsioni parlavano di non più di 7 metri. E se già 7 metri sarebbero bastati per far sparire città come Venezia, figuriamoci cosa potranno fare i 25 prospettati da questi scienziati.
La Groenlandia si sta sciogliendo, New York è destinata a sparire
New York, Boston, Halifax e altre città nel nord-est degli Stati Uniti e del Canada potrebbero essere sotto la minaccia di un maggiore aumento del livello del mare a causa dello scioglimento dei ghiacci della Groenlandia entro questo secolo.
La Groenlandia è l’isola più grande del mondo. Essa copre una superficie superiore a 7 volte l’Italia ed è coperta per l’84% dal ghiaccio. Il problema è che oggi molti ghiacciai lentamente si stanno sciogliendo, o rischiano di sciogliersi nel giro di pochi decenni.
Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters, ritiene che se il ghiaccio della Groenlandia si scioglie a moderata velocità e che, mantenendo questo tasso, entro il 2100 avrà innalzato il livello del mare tanto da minacciare la costa nord-orientale del Nord America, crescendo di circa 30-50 centimetri più che in altre zone costiere.