shopper biodegradabili

Shopper biodegradabili, la Camera approva solo quelli EN 13432

shopper biodegradabiliLa Camera dei Deputati, dopo una settimana dall’approvazione della Commissione Ambiente, si è espressa sugli shopper biodegradabili e compostabili, decretando come unici commercializzabili in Italia quelli conformi alla EN 13432. Ora si attende la revisione del testo da parte del Senato.

Gli shopper biodegradabili e riutilizzabili che potranno essere venduti nel nostro Paese dovranno attenersi anche ad altre direttive:

sanzioni

Sacchetti di plastica vs shopper, prorogate sanzioni fino a dicembre 2013

sanzioniLa guerra tra sacchetti di plastica e shoppers biodegradabili non si placa e continua a far discutere. Da ultimo la commissione Ambiente alla Camera ha decretato circa il decreto sulle “Misure urgenti in materia ambientale” che il termine per i criteri di biodegradabilità, è stato prorogato per altri 6 mesi; così come le sanzioni per chi continuerà a produrre shopper non bio sono state prorogate dal mese di luglio fino al 31 dicembre 2013.

Sacchetti di plastica: ora finalmente al bando quelli non biodegradabili

I sacchetti di plastica non biodegradabili non saranno più messi in circolazione. Lo ha deciso tramite decreto il Governo, sotto la pressione del Ministro per l’Ambiente Corrado Clini che ha messo in pratica l’impegno preso dall’Italia nel 2007. Per bloccare l’inquinamento dovuto alla plastica dei sacchetti usa e getta, ormai 5 anni fa il nostro Paese prese un impegno a livello europeo: eliminare gradualmente queste buste. Ora lo ha completato.

Sacchetti di plastica, si o no?

E’ polemica sui sacchetti di plastica e ora scendono in campo le associazioni ambientaliste che denunciano l’eliminazione del provvedimento anti shoppers di plastica dal decreto Milleproroghe. Alcuni giorni fa un comunicato stampa diramato dal Ministero dell’Ambiente rassicurava che erano al vaglio nuove sanzioni e multe più severe per i produttori di sacchetti di plastica e che il passaggio agli shoppers ecologici era ormai giunto. Ma a quanto pare, non è così.

Sacchetti biodegradabili, nuove sanzioni per i finti shoppers ecologici

Il bando dei sacchetti di plastica dalla quotidianità degli europei è in vigore da mesi, ormai, eppure continuano a circolare finti shoppers biodegradabili contenenti sostanze tossiche e inquinanti. Dopo le segnalazioni di aziende private e di associazioni ambientaliste e le diverse sollecitazioni dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, arrivano nuove disposizioni dal governo Monti.

Rifiuti: Domopak presenta i sacchetti ecologici

Siamo sempre stati abituati a fare la spesa, portarla a casa con i sacchetti di plastica (che come abbiamo visto più volte sono inquinanti), e riutilizzarli per l’immondizia. Ma ora che le buste sono state bandite o sono a pagamento, e sono preferibili i sacchi riutilizzabili come quelli di iuta o altri materiali che possono essere riutilizzati centinaia di volte, come facciamo a gettare la spazzatura?

Su questo punto sono in molte le aziende che vendono sacchetti fatti apposta per i rifiuti solidi urbani, ma non tutte sono ecologiche. Ora scende in campo Domopak che da qualche mese ha immesso sul mercato due prodotti che promettono di far diventare ancora più ecologica la vostra gestione dei rifiuti.

Sacchetti di plastica, Tar del Lazio conferma divieto

I sacchetti di plastica, rei di inquinare il Mediterraneo facendo ingoiare bocconi amari ai pesci, incassano un altro no, secco e perentorio. Stavolta è il Tar del Lazio a rilegittimarne, ancora ce ne fosse bisogno, la messa al bando. Lo fa rispondendo in merito alla Unionplast che, insieme ad altre quattro aziende produttrici, aveva chiesto fosse sospeso il provvedimento presente nella Legge Finanziaria del 2007, decreto che aboliva di fatto gli shopper in plastica tradizionale e che di proroga in proroga è entrato in vigore il primo gennaio scorso.

Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dall’Onorevole Stefania Prestigiacomo, ministro dell’Ambiente, che vede nella decisione del Tar del Lazio sugli shopper una conferma, anche sotto il profilo giuridico, della scelta del Governo.

La resistenza strenua dei sacchetti di plastica: l’inchiesta quotidiana di Ecologiae

Gennaio sta finendo ma le buste di plastica continuano a perseguitare gli ecologisti che, come me e credo molti di Voi lettori, già le mal tolleravano da prima della messa al bando legale. Fino a dicembre in molti credo siano stati capaci di infilarsi latte e formaggi nello zaino col risultato di avere la skin del Macbook puzzolente per giorni piuttosto che utilizzarne uno.

Fino allo scorso dicembre quando ci trovavamo alla cassa sprovvisti di busta di tela o delle mitiche, praticissime retine dilatabili, o del suddetto zaino/borsa non potevamo far altro che  rassegnarci a prendere l’amaro sacchetto lentissimamente degradabile,  o congratularci con quanti (vedi COOP) si erano già provvisti dei sacchi bio, adesso finalmente, supportati dalla legge, abbiamo tutto il diritto di tirar fuori, financo ostentandola, la vena polemica ecologically correct a lungo repressa.

Stop ai sacchetti di plastica, così è se vi pare

Il 2011 si apre all’insegna del caos generato dal Milleproroghe che non contiene traccia alcuna del decreto attuativo della legge 296 relativa alla messa al bando dei sacchetti di plastica nel nostro Paese. Per il senatore Francesco Ferrante, per far entrare in vigore il provvedimento non occorre decreto attuativo.

Dal canto suo la Unionplast, l’associazione di riferimento per i produttori di manufatti in plastica, dà voce, nelle parole del direttore Enrico Chialchia, alle proprie perplessità:

Il 1 gennaio 2011 non entrerà in vigore nessun decreto, per il semplice fatto che il Consiglio dei Ministri non ha adottato nessun provvedimento attuativo. Ad oggi la situazione è questa:  nulla è cambiato rispetto alle disposizioni della legge 296 del 2006, che imponeva come data limite per la commercializzazione dei sacchetti il 1° gennaio 2010 (successivamente prorogato di un anno), che non è mai stata attuata proprio perché i decreti attuativi non sono stati emanati. A questo proposito ricordo anche che la 296 non prevedeva nessun regime sanzionatorio, dunque non si capisce nemmeno sulla base di quali disposizioni dovrebbero essere inflitte le multe.

Sacchetti di plastica, la Cina ha risparmiato 100 miliardi di buste con una legge

È così semplice che non si capisce come mai nessun’altro ci riesca. Nel 2008 la Cina ha introdotto una legge che rendeva illegale per i negozi regalare i sacchetti di plastica in cui mettere la spesa. Non tutti i negozianti si sono adeguati, e così alcuni hanno fatto pagare le buste ai clienti, ottenendo dei profitti da un lato e la diminuzione dell’utilizzo dei sacchetti dall’altro, altri no. I risultati? Dopo due anni, la legge (applicata male) è riuscita a ridurre il consumo dei sacchetti di plastica del 50%, evitando così che circa 100 miliardi di buste finissero in discarica.

E’ una bella dimostrazione di come una semplice mossa politica possa ottenere grandi risultati, pur mantenendo tutti (tranne forse i produttori dei sacchetti di plastica) felici. I proprietari delle piccole imprese ottengono un piccolo guadagno supplementare, i consumatori imparano a riutilizzare i sacchetti, e l’ambiente ottiene i maggiori vantaggi, dato che le discariche sono meno piene.

Sacchetti di plastica: nessun decreto attuativo ne assicura la messa al bando

Qualche giorno fa il ministro Stefania Prestigiacomo ha assicurato che la messa al bando entrerà in vigore, come previsto, dal 1 gennaio 2011 senza ulteriori ritardi  e si è opposta con forza agli scaglionamenti proposti nel Milleproroghe che avrebbero posticipato di un anno l’entrata in vigore del divieto di distribuzione dei sacchetti di plastica da parte dei piccoli esercenti. Ella stessa ha dichiarato come sia:

una grande innovazione, quella introdotta dal governo  che segna un passo in avanti di fondamentale importanza nella lotta all’ inquinamento, rendendoci tutti più responsabili in tema di riuso e di riciclo. Soddisfazione senza riserve da tutte le organizzazioni ambientaliste che temevano, forse per i forti interessi economici implicati, una nuova proroga per l’entrata in vigore del divieto.

Di-smettila, la protesta di Legambiente contro i sacchetti di plastica

”Ministro di-smettila’‘ inneggia lo slogan scritto a caratteri cubitali su un insolito striscione fatto di sacchetti di plastica. Con questo espediente comunicativo Legambiente ha organizzato il suo blitz davanti al Ministero dell’Ambiente per chiedere a Stefania Prestigiacomo di non indugiare più nell’incertezza sull’abbandono della plastica ed attendere alle disposizioni comunitarie  decretando la messa al bando effettiva dei sacchetti di plastica a partire dal gennaio 2011.

L’iniziativa vuole riaprire anche il dibattito con l’associazione di categoria degli industriali della plastica Unionplast la quale afferma che i “sacchetti in bioplastica siano peggiori di quelli normali in plastica riciclata proveniente dai rifiuti”.  Alla quale Legambiente risponde che il dossier stilato da Unionplast per difendere le sue posizioni “contiene dati inutilmente allarmistici, in alcuni casi volutamente lacunosi e persino falsi”.