Nucleare, Veronesi: “Vigilerò sui rischi come cane da guardia”

Nucleare: la parola, fortunamente, tornerà ai cittadini per il referendum che ci auguriamo possa essere accorpato alle amministrative per risparmiare 400 milioni di euro e per garantire una maggiore affluenza alle urne ed il raggiungimento del quorum.
Intanto, Veronesi, a capo dell’Agenzia di Sicurezza, non nega i rischi insiti nel ritorno all’atomo ma afferma che vigilerà come un cane da guardia.

Non ci permetteremmo mai di mancare di rispetto ad un oncologo di fama internazionale del calibro di Veronesi ma vorrà certamente perdonarci se quella del cane da guardia non ci sembra una metafora molto azzeccata. Un cane da guardia nato nel 1925 e dunque dell’età di 86 anni non ci pare davvero poi tutta questa garanzia per noi cuccioli che gradiremmo, potendo scegliere, essere protetti da cani dell’età dei nostri genitori, o tutt’al più dei nostri saggi nonni ma a far decidere il nostro futuro ai bisnonni non ci stiamo proprio né ad ascoltare promesse che, per forza di cose, non potranno essere mantenute.

Nucleare, Greenpeace versus Veronesi: sulla sicurezza è guerra aperta

Di chiaro nel ritorno al nucleare italiano c’è l’incertezza. La scarsa, per non dire nulla, trasparenza sui siti di localizzazione delle scorie e delle centrali, l’inesistente campagna di informazione (e non di propaganda!) volta a rispondere ai mille leciti dubbi dei cittadini. Una svolta energetica di questo tipo, è assodato, non può e non dovrebbe avvenire in un simile clima di tensione, senza la serenità e la maturità necessarie ad un passo cruciale per la vita del Paese, che dovrebbe procedere di concerto con le Regioni, con l’opinione pubblica, con l’opposizione. Altrimenti non sarà l’Italia a tornare al nucleare, quanto il Governo ad avvalersi dell’appellativo di atomico, con le sue scelte pesanti come bombe che scatenano altrettante reazioni dal mondo che fa opinione oggi nel nostro Paese.

A questo proposito oggi vogliamo tornare sull’argomento, tanto controverso, della presidenza dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare all’oncologo di fama internazionale, nonché senatore PD, Umberto Veronesi. Un incarico che ormai sembra scontato gli appartenga ma che solleva molti dubbi e perplessità.

Nucleare di terza generazione, lontano da Chernobyl, lontano dal cuore

chernobylSergio Orlandi, direttore generale di Ansaldo Nucleare, insiste sulla sicurezza del nucleare di terza generazione, a suo avviso totalmente marziano all’era Chernobyl. Orlandi ne ha parlato a margine di un seminario svoltosi nei giorni scorsi sul sistema di prequalificazione per le imprese intenzionate ad accedere alla filiera nucleare, affermando che la terza generazione di impianti non presenta più gli stessi problemi di sicurezza della centrale ucraina, e anzi va ben oltre i requisiti richiesti per funzionare senza il rischio imminente di incidenti. Ma sentiamo le parole dello stesso Orlandi:

Attualmente ci sono a disposizione 4 tecnologie: due di tipo ‘attivo’ (con sistemi di sicurezza che richiedono il funzionamento di specifici dispositivi, alimentati elettricamente) e due ‘passivo’ (azionati da fenomeni fisici che si innescano spontaneamente in presenza di determinate condizioni anche in caso di malfunzionamento).