
Nel solo anno 2006 sono stati venduti 230 milioni di computer, un miliardo di telefoni cellulari, 45,5 milioni di televisori. Molti di questi prodotti sono oggi destinati allo smaltimento incontrollato, senza cambiamenti nelle politiche e nelle pratiche di consumo. I processi e le politiche che disciplinano il riutilizzo e il riciclaggio dei prodotti elettronici devono essere standardizzati in tutto il mondo per fermare e invertire il crescente problema dei rifiuti illegali e nocivi e le pratiche di trattamento degli stessi nei Paesi in via di sviluppo.
Rendendo le tecnologie di riciclaggio disponibili a livello mondiale, affiancate da una politica standard sugli approcci per il reimpiego ed il riciclaggio, potremmo estendere la vita di molti computer, telefoni cellulari, televisori e prodotti simili e consentire una più completa raccolta, a fine vita, dei metalli altamente preziosi (ed inquinanti) e gli altri componenti che essi contengono.
Le innovazioni di prodotto e la rapida sostituzione, come il passaggio dall’analogico alle nuove tecnologie digitali, stanno spingendo tutti i Paesi a trovare modi più efficaci per far fronte al loro “e-waste”
spiega Ruediger Kuehr dell’Università delle Nazioni Unite e segretario esecutivo dell’iniziativa privata denominata Risolvere il Problema dell’E-Waste (STEP). Con sede a Bonn, in Germania, lo STEP lavora con i responsabili politici, l’industria, le università e le altre parti interessate.