Ripristino zone umide, il miglior modo per assorbire CO2

Il ripristino delle zone umide è ottimo modo per ristabilire il recupero naturale del carbonio, un metodo di geoingegneria a basso rischio, e raccogliere i benefici dei servizi ecosistemici da esse forniti. Ora i ricercatori dell’Ohio State University hanno dimostrato che dopo 15 anni, non importa se queste zone umide siano state piantate da esseri umani o se siano del tutto naturali: vengono ri-colonizzate da piante e animali, addirittura migliorando la già efficace funzione che la natura le ha dato normalmente.

Dopo il monitoraggio dei progressi ottenuti da due impianti sperimentali di zone umide nel campus, inseriti nel Wilma H. Schiermeier Olentangy River Wetland Research Park, i ricercatori hanno scoperto che

le due zone umide contenevano quasi lo stesso numero di specie vegetali, ed i loro tassi di conservazione dei fosforo nitrati – sostanze nutritive che possono diventare potenziali contaminanti delle acque – sono stati quasi identici. Entrambe le zone umide trattenevano il carbonio nel loro suolo, con questa funzione di deposito di CO2 che aumentava costantemente nel corso degli anni.

Meccanismi di recupero Co2 esclusi dal ciclo di riduzione delle emissioni

recupero emissioni

Stop ai furbetti. La cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) non verranno aggiunti alla lista di tecnologie su cui i Paesi industriali potranno investire per compensare le loro emissioni. A deciderlo è stato l’Onu, dopo che alcuni Paesi hanno espresso riserve durante i colloqui sul clima di Copenaghen.

I negoziatori hanno discusso se accettare o meno la cattura di CO2 da impianti industriali e lo stoccaggio sotto terra come mezzo per contribuire alla riduzione delle emissioni. Ma rinviata ogni decisione in attesa del prossimo anno, questa è stata negata, in quanto nessun consenso è stato raggiunto. Alcuni Paesi hanno proposto di aggiungere il CCS al meccanismo di sviluppo pulito delle Nazioni Unite (CDM), che consente alle imprese dei Paesi ricchi di soddisfare una parte dei loro obblighi climatici investendo in riduzioni delle emissioni nei Paesi in via di sviluppo.

Lo scioglimento dei ghiacciai potrebbe avere dei lati positivi

antartica revealed

Il British Antarctic Survey (BAS), ha studiato a lungo i ghiacciai in Antartide, e ha guardato la superficie della loro riduzione. Con il ritiro dei ghiacciai, una maggiore quantità d’acqua è esposta, e l’autore principale dello studio, il professor Lloyd Peck, ha constatato che grandi quantità di piccole piante marine chiamate fitoplancton fioriscono nelle zone in cui l’acqua dolce è maggiormente esposta a causa della fusione.

Questa colonizzazione sta avendo un notevole impatto positivo sul cambiamento climatico. La clorofilla e altri pigmenti sono usati dal fitoplancton per assorbire la luce solare per la fotosintesi, e quando le piante crescono in gran numero, cambiano il modo in cui la superficie dell’oceano riflette la luce del sole. Essi sono inoltre alla base della catena alimentare dell’oceano. Animali come spugne e coralli consumano fitoplancton. Possono vivere per decenni o centinaia di anni e quando muoiono si depositano sul fondo del mare dove sono sepolti e possono così stoccare il carbonio per migliaia o milioni di anni sotto la superficie del mare.