Inquinamento da arsenico, come purificare l’acqua potabile a basso costo

I livelli troppo alti di arsenico nell’acqua potabile rappresentano un rischio sanitario affatto trascurabile. Abbiamo avuto modo di parlarne spesso nei mesi scorsi in seguito alla scoperta di numerosi comuni italiani che sforavano il limite previsto dall’UE e ritenuto accettabile dall’OMS, uno sforamento rischioso soprattutto per quanto riguarda la preparazione dei cibi dei neonati e l’acqua da far bere ai bambini, più suscettibili e più permeabili ai contaminanti. Ci sono però Paesi del mondo che stanno messi decisamente peggio quando si tratta di inquinamento da arsenico nell’acqua potabile. Pensate che circa 100 milioni di persone, nei Paesi in via di sviluppo, sono esposte a questo rischio e non possono certo permettersi costosi impianti di purificazione. Una soluzione a basso costo sembrano averla trovata i ricercatori della Monmouth University nel New Jersey, scoprendo una tecnologia low cost in grado di risolvere il problema, decontaminando l’acqua potabile.

Purificazione dell’acqua: il modo più ecologico? Le bucce di banana

Le bucce di banana hanno eluso qualsiasi tentativo di riutilizzo per secoli. Nell’immaginario comune sono ormai il simbolo dei rifiuti, visto che non si riesce a trovare un modo per riciclarle, ma dopo un tentativo rimasto ancora a livello sperimentale di utilizzarle per il riscaldamento domestico, ora pare siano in grado di ripulire l’acqua sporca.

Un chimico brasiliano, Milena Boniolo dell’Università Federale di São Carlos, nei pressi di São Paulo, ha fatto una scoperta che potrebbe salvare migliaia di bucce di banana dal cestino della spazzatura. Una volta essiccata e macinata in polvere, dice Boniolo, la buccia acquisisce la capacità di ripulire l’acqua inquinata.

Physalia: la prima nave che genera energia per sé stessa e per gli altri

Physalia

L’anno scorso abbiamo parlato dell’incredibile progetto archietettonico di Vincent Callebaut sui giardini verticali coltivati sui grattacieli di New York City. Ora, il progettista americano ha spostato il suo design eco-friendly sui corsi d’acqua con il Physalia, una nave galleggiante da trasporto passeggeri che non è solo lamiere e cemento, ma soprattutto un giardino che non solo produce energia sufficiente per sostenere sé stessa, ma genera un po’ di energia in più da reimmettere in circolazione.

La nave è, naturalmente, ad emissioni-zero, ma è anche in grado di purificare l’acqua per riutilizzarla per far crescere le proprie piante, il tutto mentre educa i suoi passeggeri alla sostenibilità. Il Physalia, che prende il nome da una specie di meduse, è un progetto eco-friendly futurifico, come nel suo design, e può vantare molte caratteristiche tipiche del suo progettista verde, come l’edificio Dragonfly. Infatti la struttura non è solo una nave per il trasporto passeggeri attraverso le vie navigabili europee, ma sarà anche un giardino botanico virtuale, nonché un giardino pensile.

Acqua potabile geneticamente modificata: materiale genetico per “depurare” l’acqua

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Il dibattito sugli organismi geneticamente modificati (Ogm) e sui cibi transgenici, infuria ormai da qualche anno.
Tra chi si schiera a favore e chi vota contro, chi ha paura delle conseguenze degli OGM per la salute e chi ha fiducia incondizionata nelle potenzialità della modificazione genetica, il confronto non sembra e non deve avere fine.

E’una notizia di questi giorni a riaccendere i riflettori sul geneticamente modificato, questa volta si tratta addirittura dell’acqua.
Alla Duke University sarebbero stati eseguiti dei test per purificare l’acqua, impiegando frammenti di materiale genetico.