55 multinazionali firmano il Protocollo di Kyoto. L’Italia resta sempre più sola

Altro che crisi dell’economia. A far fare l’ennesima figuraccia davanti al mondo all’Italia stavolta ci si mettono anche le multinazionali. Sono state in 55 le aziende a livello mondiale che giovedì hanno sottoscritto il protocollo di Kyoto, lanciando un messaggio importante, cioè che è più importante la salute della Terra che qualche miliardo in più o in meno guadagnato.

A farsi da portavoce del movimento è stato Lars Josefsson, presidente della Vattenfall, quarto produttore di energia elettrica mondiale. Secondo lo svedese infatti al primo posto delle preoccupazioni delle maggiori industrie mondiali è il riscaldamento globale, e in questo caso allearsi con la politica per contrastare questo problema ambientale è prioritario rispetto ai dividendi.

Altri danni dal recupero dell’Ici: l’Italia evade dal protocollo di Kyoto

Più passa il tempo e più il Governo italiano ci sorprende. Purtroppo in peggio. Dei disastri combinati per recuperare una tassa che era superfluo eliminare come l’Ici ne avevamo già parlato, ma stavolta sembra proprio che abbia superato sè stesso.

Nel DPEF (Documento di Programmazione Economica e Finanziaria) il Governo ha letteralmente eliminato i fondi destinati all’ambiente per rientrare nel protocollo di Kyoto, circa 700 milioni di euro, per recuperare i soldi persi nel taglio della tassa sulla casa.

I grandi della Terra promettono di dimezzare le emissioni entro il 2050

Il G8 è cominciato da due giorni, e già si hanno i primi risultati, molto incoraggianti. Ieri i presidenti dei paesi più industrializzati del mondo hanno deciso di dimezzare le loro emissioni di gas serra entro il 2050. Apparentemente non è un gran risultato, ma entrando nel merito si vede che è un buon proposito da non far passare inosservato.

Prima di tutto perchè tra gli 8 paesi che hanno firmato l’accordo compare anche gli Stati Uniti, che non avevano ratificato il protocollo di Kyoto, ma che adesso si accorgono che il problema del riscaldamento globale è più serio del previsto. E poi perchè nell’accordo si parla di dimezzare la produzione, e non solo di diminuirla, il che comporta uno sforzo notevole da parte di tutte le nazioni, che anche se non dovessero riuscire ad ottenere il risultato, avrebbero comunque fatto un grosso passo in avanti verso la salvaguardia del pianeta.

La Cina in testa alla classifica dei Paesi con più emissioni di biossido di carbonio

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Visione notturna della Terra: i Paesi illuminati sono quelli industrializzati e maggiormente inquinanti

Per qualche tempo lo scomodo primato di Paese con più emissioni è stato “conteso” tra Stati Uniti e Cina, ma ora è ufficiale che ad occupare il primo posto è lo Stato orientale.
I dati sulla quantità di biossido di carbonio emanato dai vari Paesi sono stati raccolti da un’analisi promossa dal governo olandese.

Nel rapporto si legge che la Cina ha evidentemente superato gli USA, aumentando le emissioni di anidride carbonica dell’8% nel solo 2007.
Questo incremento ci sembra inaccettabile: è così che in Cina si lavora alla riduzione del riscaldamento globale?
Se diminuire le emissioni costa troppo in termini economici e di impegno ecologico, sarebbe sufficiente e sensato se almeno non si peggiorasse l’attuale situazione.

Giornata mondiale per l’Ambiente, un buon punto di partenza per salvare il pianeta

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Kick the Habit!Towards a Low Carbon Economy. No, non siamo diventati improvvisamente anglofoni. Questo sarà lo slogan che accompagnerà la Giornata Mondiale  dell’Ambiente 2008, giunta alla trentaseiesima edizione. Lo slogan significa “Cambiamo le nostre abitudini! in favore di un’economia a bassa emissione di carbonio“, e avrà come tema principale la riduzione delle emissioni di CO2.

 

In molti paesi “virtuosi” come la Nuova Zelanda e la Norvegia alcune soluzioni a questo problema sono state già adottate, mentre oggi ci sarà la nostra occasione per dare una mano al nostro pianeta. La scorsa edizione, che aveva come tema centrale lo scioglimento dei ghiacciai (non per altro si tenne in Norvegia) è stata un successone, e così si spera di replicare anche quest’anno spostandosi in Nuova Zelanda, che si è posta come obiettivo di diventare la prima nazione ad emissione zero entro il 2020.

Una politica economica contro la deforestazione: il disegno di legge Lieberman-Warner

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Nei Paesi poveri e sottosviluppati si fa del denaro, abbattendo le foreste. Questi Paesi potrebbero essere pagati per non tagliare i loro alberi? Sembrerebbe di si, a quanto emerge dalla nuova politica economica americana volta a bloccare i cambiamenti climatici, guadagnandoci. Per la serie agire eco è giusto, ma se ci si guadagna pure è anche meglio, ecco emergere nuove prospettive economiche salva foreste.

E’ risaputo che le piante funzionano come dei veri e propri pozzi di assorbimento del carbonio, che altrimenti si libererebbe tutto nell’atmosfera.
Nel 1997, i firmatari del protocollo di Kyoto, aggiunsero una piccola clausola: gli “inquinanti” avrebbero potuto controbilanciare la produzione di gas serra, piantando nuove foreste. Questo includeva anche la possibilità per alcune grandi corporazioni di compensare le emissioni prodotte in un Paese, piantando alberi in un altro.
E se creare nuove foreste è un beneficio, non lo sarebbe ancora di più preservare quelle esistenti?

Anche Bush si schiera contro il gas serra

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Finalmente una presa di posizione degli Stati Uniti contro il gas serra. Il presidente Bush, uno dei pochi a non aderire da subito al protocollo di Kyoto, evidentemente vuol lasciare un buon ricordo di sè come presidente degli Stati Uniti e, a 9 mesi dalla scadenza del suo mandato, decide di iniziare l’ultima battaglia, quella contro l’inquinamento.

Bush ha dichiarato che le emissioni di gas serra devono essere fermate entro il 2025, e ha invitato i due più grandi produttori di inquinamento del mondo, Cina e India, a fare lo stesso, eliminando le barriere commerciali in materia di energia e di introdurre tecnologie per raggiungere questo scopo.

Trovata la causa delle basse temperature della primavera, si chiama “La Niña”

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Per chi si preoccupava del riscaldamento globale, la natura ha previsto una soluzione. Si chiama “La Niña”, ed è il contrario del vecchio “El Niño“, cioè il processo di riscaldamento dei venti e dei mari.

Se vi state chiedendo come mai quest’anno la primavera sembra non arrivare mai, la risposta la danno gli esperti dell’Organizzazione Metereologica Mondiale, con sede a Parigi. Secondo i loro dati, quest’anno sarà un’anomalia rispetto agli ultimi. Infatti oltre alla primavera in cui saremo costretti ad indossare i cappotti, anche l’estate sarà meno afosa del solito, dato che sono previste temperature ben al di sotto della media.

Il lungo cammino verso Kyoto 2: a Bangkok il Giappone contestato dai Paesi in via di sviluppo

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Il protocollo di Kyoto, sottoscritto l’11 dicembre del 1997 da più di 160 Paesi, ed entrato in vigore nel 16 febbraio del 2005, prevede l’impegno ad una riduzione delle emissioni di gas serra del 5,2% rispetto a quelle registrate nel 1990. Riduzione da compiersi nel periodo 2008-2012.
Ma si parla già di un Kyoto 2 per fissare nuovi parametri ed obiettivi di riduzione dei gas serra dopo il 2012.

Si è concluso venerdì sera a Bangkok l’incontro, sotto l’egida dell’Onu, dei delegati di più di 160 Paesi, giunti ad un ulteriore accordo per arrivare entro il 2009 ad una nuova risoluzione per la riduzione delle emissioni.

Biopower generation: l’integrazione delle biomasse nel mercato energetico internazionale

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Come integrare le biomasse al sistema di generazione di energia attuale? Questo il principale nodo da sciogliere per leader ed esperti delle bioenergie, che si riuniranno nella conferenzaBioPower Generation-Delivering efficient, cost effective power generation from biomass” che si svolgerà a Bruxelles il 9 e il 10 aprile.

L’incontro è volto ad individuare le strategie su larga scala per la diffusione delle energie da biomassa. Prenderanno parte alla conferenza esponenti del mondo politico ed esperti del rinnovabile, a testimonianza del connubio che deve necessariamente persistere fra istituzioni e iniziative verdi. Per l’Italia parteciperà Sauro Pasini, responsabile dello sviluppo tecnologico di Enel. I principali obiettivi di questo meeting, come si legge nel programma dell’evento, saranno:

  • scoprire e far scoprire le potenzialità delle biomasse, grazie all’intervento di più di 20 esperti nel campo dell’ecoenergia
  • individuare i principali ostacoli alla crescita del mercato delle biomasse
  • pianificare le soluzioni per sviluppare al meglio l’approvigionammento e la produzione di energia da biomasse
  • presentare e discutere dei più recenti sviluppi tecnologici relativi agli impianti di gassificazione della biomassa.