morto hugo chavez presidente protocollo di kyoto

Morto Hugo Chavez, primo presidente di un Paese povero ad aderire al protocollo di Kyoto

morto hugo chavez presidente protocollo di kyotoSicuramente i circa 14 anni di Governo lo faranno passare alla storia per altri motivi, come la lotta all’analfabetismo piuttosto che per l’opposizione alle politiche degli Stati Uniti, ma Hugo Chavez, che si è spento questa notte all’età di 58 anni, è stato anche molto impegnato sulle tematiche ambientali e sui diritti umani. Probabilmente non si potrà definire un paladino dell’ambiente, ma considerando il quadro politico e sociale in cui versa il suo Paese, il Venezuela, si può dire che di impegno ne ha messo a sufficienza.

Congresso di Durban: il testo c’è, ma manca l’accordo

La conferenza sul clima di Durban è terminata ieri sera con una notizia buona ed una cattiva. La buona è che l’Europa ha redatto il testo definitivo su cui, bene o male, tutti concordano. La cattiva è che ancora nessuno lo ha firmato, rinviando ogni discorso, come lo ha definito il Guardian, ai “tempi supplementari”. Questa mattina infatti i colloqui continueranno fuori programma, anche se non ci si attendono grosse novità.

Congresso di Durban: si va verso il rinvio dei trattati

Siamo ormai a poche ore dalla chiusura del congresso di Durban, ed a meno che questa sera non accada qualcosa di eccezionale, verranno confermate le predizioni fatte su queste pagine sin da prima dell’inizio della conferenza. Siamo molto vicini ad un accordo, ma molto probabilmente questo non si farà e tutto verrà rimandato al Rio +20 di giugno o forse anche oltre. Ieri un altro passo in avanti è stato compiuto dai Paesi più recalcitranti: Brasile, Canada, Giappone e l’Unione Africana hanno deciso di unirsi all’Europa, e gli Stati Uniti hanno ammorbidito la propria posizione.

Congresso di Durban: rimandata ogni decisione?

Come già successo, la storia si ripete. Gli ultimi giorni del congresso sul clima sono quelli che offrono maggiori speranze, per arrivare poi in extremis a far crollare ogni costruzione. Ed è quello che potrebbe essere accaduto ieri, a tre giorni dal fischio finale. A far precipitare i trattati è nuovamente l’India, dopo una leggera apertura qualche giorno prima, la quale ha respinto categoricamente un trattato unico vincolante proposto dall’Europa.

Congresso di Durban: l’India si schiera con l’Europa

Forse siamo ad un punto di svolta nei trattati sul clima di Durban. Nella giornata di ieri il rappresentante dell’India, uno dei due Paesi che di fatto reggono i fili dell’intesa, ha deciso di schierarsi con l’Europa in favore di un accordo per ridurre le emissioni per mantenere sotto controllo l’incremento delle temperature. La decisione è maturata nella serata di domenica dopo che 42 Stati insulari e 48 Paesi sottosviluppati si erano dichiarati favorevoli alla sottoscrizione di una sorta di prolungamento del protocollo di Kyoto.

Congresso di Durban: Europa più dura del solito mentre gli Usa chiedono a Obama di fare qualcosa

Una svolta nelle trattative di Durban potrebbe essere stata impressa nelle ultime 24 ore. Anche se siamo ancora lontani dal trovare un accordo reale, due eventi hanno cambiato la storia del meeting. Prima di tutto c’è stata una presa di posizione dell’Unione Europea che, attraverso Joanna Mackowiak-Pandera, sottosegretario all’Ambiente della Polonia che ha parlato a nome dell’Ue, ha preso una posizione netta e autoritaria sul problema delle emissioni. E poi c’è stata una sorta di “minaccia” nei confronti di Obama da parte della sua stessa parte politica che gli ha fatto intendere che rischia la rielezione se tornerà dal Sudafrica ancora a mani vuote.

Vertice ONU Durban, prime questioni: protocollo di Kyoto e Fondo verde per il clima

Si è aperto questa mattina il vertice ONU di Durban, in Sudafrica, tanto acclamato da media e giornalisti in quanto potrebbe essere “l’ultimo tentativo di salvare il Pianeta” e sin dalle prime ore di trattative che, ricordiamo proseguiranno fino al 9 dicembre, sono state affrontate due delle questioni più cruciali del momento: il prolungamento del protocollo di Kyoto e il Fondo verde per il clima.

Conferenza di Durban: domani al via l’ultimo tentativo di salvare il pianeta

Comincia domani, e durerà fino al 9 dicembre, la conferenza sul clima di Durban, in Sudafrica. L’obiettivo è di trovare un accordo mondiale sulla riduzione delle emissioni col fine ultimo di tenere l’incremento delle temperature al di sotto dei 2 gradi centrigradi. Un’impresa quasi impossibile visto che i precedenti incontri, quello di Copenhagen e quello di Cancun, sono falliti.

Lotta ai cambiamenti climatici, le città per il clima si incontrano a Reggio Emilia il 14 ottobre

Sappiamo che prendere decisioni a livello globale per arrestare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni spesso è difficile per via di un problema comune affrontato da Stati che hanno però priorità diverse,  come la crescita economica ad esempio. Lo abbiamo visto negli ultimi summit sul clima conclusisi con un nulla di fatto. Ma cosa possono fare le singole città, unite in un patto comune con altre realtà urbane anche distanti, per ridurre le emissioni di gas serra e dunque porre un freno ai cambiamenti climatici che stanno devastando il Pianeta? Molto, lo dimostrano le esperienze di Comuni come Padova, Reggio Emilia, Girona e Bydgoszcz, insieme nel prodotto LAKS, Local Accountability for Kyoto goals. Di quanto fatto sinora e degli obiettivi per il futuro si parlerà il prossimo 14 ottobre proprio a Reggio Emilia, fulcro di questo impegno concreto per la salvaguardia della terra come bene comune, nell’ambito del convegno Le città per il clima – Le politiche locali per la riduzione della CO2.

impatto ambientale

Impatto zero

Impatto zero

Con tale slogan si intendono genericamente: un’azione o un’impresa, un evento, uno stile di vita che non alterano il bilancio di CO2, metano, degli altri gas inquinanti o dei gas serra, dell’ecosistema planetario in risposta a quanto prescritto dal protocollo di Kyoto.

Nel caso della CO2 (ad esempio) si può impattare zero non alterando con nessuna azione il ciclo, e quindi, il bilancio del gas nell’ecosistema oppure attuando misure di compensazione dell’alterazione commessa in vari modi:

  • piantando alberi (che fissano nei tessuti legnosi la CO2);
  • comprando crediti di carbonio da chi mette a coltura boschi di stoccaggio della CO2 (questo sistema tuttavia è risultato suscettibile di contraffazione e foriero di scempi ambientali in vari casi);
  • riducendo le altre voci in attivo del proprio bilancio CO2.

Kyoto Club, energia 100% rinnovabile al 2050

Buon compleanno Protocollo di Kyoto, e come celebrare questa data, il sesto anniversario della sigla dell’accordo per ridurre le emissioni, se non pubblicando quelli che sono i migliori auspici del Kyoto Club da qui al 2050? Di un mondo 100% rinnovabile avevamo già parlato, c’è chi ha addirittura compilato la lista della spesa per raggiungere questo ambizioso obiettivo che, a dire il vero, ci sembra davvero ancora molto lontano perché, a dir poco, dipendiamo dai combustibili fossili.

Il Kyoto Club la giudica una sfida realistica e ha parlato di come realizzarla nel corso del convegno annuale dell’associazione, svoltosi oggi a Roma, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio.