Nove strategie o regole per salvare il mondo sono state ideate dalla Royal Society britannica per ottenere una stabilizzazione della popolazione mondiale, per ridistribuire i consumi energetici e alimentari tra Nord e Sud del Pianeta. Come si legge nello studio, entro il 2050 la popolazione mondiale avrà superato i 9 miliardi di persone, questo vuol dire una nuova distribuzione delle ricchezze, dell’acqua, dei generi alimentari. Per evitare la catastrofe è necessario che le nascite e i consumi vengano pianificati nei programmi politici nazionali e internazionali, ma non solo.
povertà
Sviluppo sostenibile, nasce nuovo organismo Onu
L’ONU ha istituito un nuovo organismo per lo sviluppo sostenibile per risolvere in modo concreto la povertà e la fame nel Mondo. Si tratta del Panel on global sustainability, un ente predisposto alla crescita delle popolazioni disagiate e alla tutela dell’ambiente.
Il concetto di sviluppo sostenibile è stato introdotto per la prima volta nel 1987 dal rapporto Brundtland della Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED), così chiamato dal nome della presidente di quell’anno. Come si legge nel testo dello Our Common Future,
Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni.
Ecco come il cambiamento climatico può distruggere l’America
Fino ad ora ci eravamo sempre occupati dei piccoli Paesi che, a causa del riscaldamento climatico, vedono a rischio la propria terra, e corrono il pericolo di sparire dalla cartina geografica. Ma non avevamo mai considerato cosa accadrebbe se questo scenario apocalittico accadesse dalle nostre parti, magari nel Paese maggiormente responsabile di questo disastro, e cioè l’America.
Josh Levin, giornalista e scrittore, delinea i possibili scenari futuri che l’America dovrà affrontare se il cambiamento climatico continuerà in questa direzione. Levin comincia la sua analisi non da ciò che potrebbe essere, ma da ciò che si può già escludere. Prendendo in considerazione i disaster movie e le possibilità da loro prospettate, Levin si sente di poter escludere la possibilità di una guerra tra Stati Uniti e Canada, o l’esodo di massa verso i territori al confine con lo Stato del Nord America. Possibile invece che le terre intorno ai Grandi Laghi diventino l’ultimo baluardo di speranza per i sopravvissuti della Florida e della California che vedrebbero le loro case scomparire sotto l’acqua. Ma altri scenari sono possibili.
Italiani sempre più preoccupati dai cambiamenti climatici
Nonostante il Governo italiano stia prendendo meno provvedimenti, rispetto agli altri Paesi Occidentali, per contrastare i cambiamenti climatici, gli italiani sembrano sempre più preoccupati di ciò che potrà accadere in futuro. A spiegarlo è stato un sondaggio commissionato da Bruxelles all’Eurobarometro, da cui è risultato un dato sorprendente: se gli europei sono preoccupati dei cambiamenti climatici, gli italiani lo sono ancora di più.
Infatti la media europea, su un totale di 30 mila persone intervistate, sulla percezione del pericolo dei mutamenti climatici afferma che per il 2% il riscaldamento globale non è una priorità e non è da annoverare nemmeno tra i problemi più urgenti. In Italia invece è solo l’1% a pensarla così, segnale che si tratta di un problema molto sentito, e che pare essere avvertito più dalle donne che dagli uomini.
Sviluppo sostenibile: progressi e arretramenti
