5 antichi lavori che nessuno sapeva fossero ecologici

tassista

Quando si pensa di ai posti di lavoro ecologici, cosa vi viene in mente? Installatore di pannelli solari, produttore di turbine eoliche, consulente per l’efficienza energetica, specialista per il ripristino degli ecosistemi, e tanti altri nuovi lavori dei cosiddetti “colletti verdi“. Queste sono tutte parti della futura green economy, ma è importante notare che molti posti di lavoro che già esistono da decenni, quando non da secoli, anche se non sono stati pensati per essere ecologici. Essi hanno permesso fino ad oggi un’economia sostenibile, e forse meriterebbero maggiore rispetto. Vediamo di quali lavori si tratta.

1) Sarto. Cotone biologico prodotto in modo sostenibile e altri tessuti naturali o riciclati sono solo una parte dell’eco-abbigliamento. Prima di arrivare al prodotto finito, le materie prime vengono spedite da una parte all’altra del mondo tra le varie fabbriche. Ma se c’è un modo veramente sostenibile per produrre abbigliamento, l’unico è il lavoro del sarto. Si conosce la provenienza sia dei tessuti che della lavorazione, ed anche se il loro costo è mediamente più elevato, sappiamo che indossando un vestito fatto in questo modo, si fa del bene all’ambiente, ed anche a sè stessi perché si sa cosa si indossa.

I 10 posti di lavoro ecologici che ci aspettano nel 2009, seconda parte

Dopo tanti mesi in cui vi abbiamo parlato di posti di lavoro ecologici, ieri abbiamo finalmente trattato la nascita di 5 nuove figure professionali che prenderanno piede nel 2009. In parte esse esistevano già perché o nate da pochi anni ma rimaste ancora semi-sconosciute, oppure esistevano da secoli e adesso sono state rimodernate. Per chi si fosse perso la prima parte, per leggerla basta cliccare qui.

Le 5 figure professionali di cui vi parleremo oggi invece sono completamente nuove. Qualcuno di buona volontà ha cominciato ad intraprendere, in via sperimentale, alcune di queste attività nell’anno appena trascorso, ma il vero boom dovrebbe esserci tra il 2009 e il 2010. Andiamo a scoprire di che si tratta.

I 10 posti di lavoro ecologici che ci aspettano nel 2009, prima parte

Barack Obama durante la campagna elettorale, ma anche nel suo discorso di insediamento alla Casa Bianca, ha promesso milioni di posti di lavoro nell’ambito dell’ecologia. Anche noi sulle pagine di Ecologiae.com ribadiamo da tempo che sono possibili diversi posti di lavoro nuovi, o miglioramenti rispetto ai vecchi, che potrebbero nascere se i Governi decidessero di puntare sulla sfera ecologica.

Oggi, grazie al sito fastcompany.com, tentiamo di capire quali saranno i “green-job”, i posti di lavoro ecologici del futuro. Un futuro non molto lontano, ma praticamente dietro l’angolo, e cioè quelli che potrebbero essere intrapresi tra quest’anno e al massimo il prossimo.

Ecco come risponde il mondo alla rivoluzione ecologica di Obama

Il suo insediamento avverrà tra soli 4 giorni, ma i suoi programmi sono già molto chiari: si uscirà dalla crisi principalmente grazie all’ecologia. Tra i provvedimenti che il neopresidente degli Stati Uniti Barack Obama ha intenzione di intraprendere, ci sarà una manovra da 150 miliardi di dollari (sul totale dei 770 di cui avrà bisogno), da investire nell’ambito ecologico. Dove esattamente si conosceva da tempo: solare, eolico e industrie con basse emissioni di carbonio.

Tutto questo significherebbe in prima istanza l’indipendenza quasi totale degli Stati Uniti dalle fonti energetiche straniere, ma anche (ed è questo il punto fondamentale) la nascita di milioni di posti di lavoro che riassorbirebbero tutti quei dipendenti che hanno perso il posto durante questi mesi di crisi economica. Sono stimati in circa 5 milioni i posti di lavoro disponibili nell’ambito ecologico. Altri provvedimenti saranno intrapresi per l’industria dell’auto, dato che pare essere proprio l’auto ecologica il mezzo del futuro, l’unico in grado di far uscire dalla crisi l’industria automobilistica. Siamo ancora a livello progettuale, ma già in giro per il mondo ci sono molte nazioni che stanno prendendo ad esempio le parole di Obama e si stanno attrezzando per imitarlo, dalla Gran Bretagna al Giappone, fino addirittura alla Corea del Sud.