Rinnovabili: l’appello di Anter al Governo per non bloccare gli incentivi

A breve il neoministro Romani dovrà decidere cosa ne sarà del comparto rinnovabili in Italia. E’ infatti allo studio, ormai da settimane, il decreto che dovrà disciplinare finanziamenti, incentivi e quant’altro possa riguardare il settore energetico, il quale è stato temporaneamente frenato dalle notizie che arrivano dal Giappone e che riguardano la centrale nucleare di Fukushima.

In questo momento di confusione ciò che sta a cuore a migliaia di italiani è che le rinnovabili vengano incentivate come è stato fatto negli anni scorsi, e per questo è scesa in campo l’Anter, l’associazione nazionale a tutela delle energie rinnovabili, che ha rivolto un’appello pubblico a che non si fermi la “diffusione democratica dell’energia”.

Nucleare o rinnovabili, quale conviene di più agli italiani?

Bisogna cominciare affermando che, sia il nucleare che le rinnovabili, sono soluzioni infinitamente migliori dell’attuale dipendenza dal petrolio e dal gas. Entrambe non hanno emissioni, non hanno problemi di importazione e creano posti di lavoro. Ma i benefici comuni finiscono qui.

Oltre agli svantaggi già spiegati in passato sul nucleare, una forma energetica pericolosa, inquinante dal punto di vista delle scorie e soprattutto molto costosa, c’è un punto su cui molti “fans” dell’atomo puntano: creerà occupazione. Una finalità positiva, non c’è che dire, ma di certo non sarà una sua esclusiva.

Rinnovabile significa posti di lavoro, “Italia torna indietro con il nucleare”, parola di Epifani

All’assemblea dell’Associazione Bruno Trentin svoltasi ieri a Roma sono intervenuti ieri personaggi di spicco del mondo del lavoro italiano ed internazionale, tutti riuniti per dibattere del futuro dell’industria e soprattutto dei posti di lavoro. Tutti erano d’accordo: per creare occupazione c’è bisogno di green economy, e alla base della green economy ci sono le rinnovabili.

A parlare è principalmente Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil, a cui si sono affiancati il presidente dell’Abi Giuseppe Mussari, il segretario dell’Ueapme (l’associazione europea delle piccole e medie imprese) Andrea Benassi, il presidente della Lega Coop Giuliano Poletti, il segretario della Cgil Susanna Camusso, e colui che ormai è diventato la voce internazionale dell’economia verde: Jeremy Rifkin.

Green jobs, Obama: “Con energie rinnovabili migliaia di posti di lavoro”

Torna a spingere sulle rinnovabili, il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama e lo fa nel suo tradizionale discorso radiofonico del sabato, parlando alla Nazione dell’importanza, per il mercato del lavoro, di puntare sulle energie alternative che possono creare centinaia di migliaia di posti di lavoro.

L’industria verde ha potenzialità di crescita infinite nei prossimi anni e si configura, quasi necessariamente, come il futuro produttivo del Paese:

Non c’è forse un’industria con maggiori possibilità di creare ora posti di lavoro, e crescita nei prossimi anni, di quella dell’energia pulita.

Incentivi alle auto: giusto togliere fondi alle industrie pulite?

auto scassata

Anche con grandi incentivi per l’acquisto di un’auto nuova, l’industria automobilistica è ben lungi dal recuperare dal maggior calo delle vendite della sua storia. Le automobili, che hanno visto un costante incremento delle vendite fin dalla loro invenzione, sono state sperimentate e testate in migliaia di modi diversi, ma mai nessuno si era posto la seguente domanda: Che cosa succede quando c’è un surplus di automobili ed una diminuzione della domanda?

Ma altre domande importanti e giuste da farsi sono: Conoscete qualcuno che non possa andare al lavoro senza la macchina? Oppure conoscete qualcuno che ha una macchina, ma non ha un posto dove andare? Mentre le vendite delle auto nuove in America è sceso a soli 9 milioni lo scorso anno, dai 17 milioni dell’anno precedente, le case automobilistiche sono in preda al panico e il Governo sta cercando di dare un sollievo. Il timore è che, poiché i grandi produttori di auto hanno un ruolo trainante nell’economia di mercato e dei posti di lavoro, la domanda calante per i loro prodotti, e tutti i prodotti accessori e servizi che vanno insieme con essa, sarà dannosa per l’economia stessa. Lo stesso si può dire per il tabacco, birra, caffè, e le altre forze trainanti dell’economia. Ci sono alcune industrie, che al contrario si può considerare di lasciar morire se esse perdono popolarità. Ed indovinate un po’ chi sono quelle che si sacrificano sempre?

Sarah Palin si schiera per il petrolio e contro le rinnovabili

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Due settimane fa, Sarah Palin ha reso noto il suo pensiero in materia di energia tramite la pagina editoriale del Washington Post. Nel suo articolo titolato “Il Cap and Tax, vicolo cieco”, Palin ha assicurato che i problemi energetici scomparirebbero se solo “toccassimo le risorse che Dio ha creato sotto il suolo americano.”

Stranamente, l’editoriale della Palin ha saltato tutti i problemi riguardanti il cambiamento climatico. Ora nella stessa pagine del Washington Post, i senatori Kerry e Boxer le hanno risposto con le loro idee sull’energia e il clima. Kerry e Boxer hanno mostrato più argomenti della Palin e offerto il loro punto di vista. Dopo il salto alcuni estratti.

Cgil si allea con Legambiente: “subito 350 mila posti verdi”

Il “Green New Deal” di Obama arriva anche in Italia. Ma non dalla parte politica (sarebbe troppo bello), ma da quella sindacale, oltre che nell’ambito delle associazioni ambientaliste, che questo new deal lo hanno ispirato. A recepire per prima l’importanza delle iniziative messe in atto dal neopresidente americano nel nostro Paese è stata la Cgil, sempre combattiva quando si tratta di posti di lavoro, che insorge contro le iniziative (o meglio le non-iniziative) del Governo in materia ambientale.

In una recente manifestazione che ha visto coinvolti, come in un’alleanza, il sindacato dei lavoratori e Legambiente, la contestazione mossa al Governo è stata che mentre in tutto il mondo, addirittura in Cina, la politica prende provvedimenti per investire sull’ambiente e di conseguenza creare migliaia di posti di lavoro, l’Italia come al solito recepisce tardi e male queste direttive, in molti casi senza un vero risultato.