Centrale di Porto Tolle, gli attivisti di Greenpeace sotto processo

greenpeace attivistiCentrale di Porto Tolle, gli attivisti di Greenpeace che nel 2006 avevano occupato in maniera del tutto pacifica, per tre giorni, l’impianto dell’Enel, ora sono sotto processo. Si tratta di una trentina di ambientalisti ora in giudizio per interruzione di pubblico servizio e per danneggiamenti.

Ambiente, 29 ottobre Giornata nazionale “No al carbone”

Il 29 ottobre è stata indetta la Giornata Nazionale per dire “No al carbone”. Le iniziative in giro per l’Italia, i dibattiti e le proposte concrete per trovare soluzioni sostenibili e compatibili con l’ambiente al carbone, partianno dal polesano nei pressi della centrale Enel di Porto Tolle. Dare inizio alla Giornata di mobilitazione nazionale contro il carbone nei pressi della centrale termoelettrica  di Porto Tolle è quanto mai significativo visto che si vuole convertire a carbone l’impianto a olio combustibile. Come informano gli organizzatori, la centrale a carbone inserita peraltro in un contesto protetto, quello del Parco del Delta del Po

Emetterebbe in un solo anno 10 milioni di tonnellate di CO2 (4 volte le emissioni di Milano), 2.800 tonnellate di ossidi di azoto (come 3,5 milioni di auto), 3.700 tonnellare di ossidi di zolfo (più di tutti i veicoli in Italia), richiedendo lo smaltimento di milioni di tonnellate di gessi e altre sostanze.

Energia, Enel: “Se Libia democratica potremmo investire”

Il futuro del colosso energetico italiano, l’Enel, si gioca tra investimenti in sospeso come quello di Porto Tolle e nuovi mercati di crescita come quello aperto dalla caduta del regime libico di queste ultime ore. Ad affrontare questi temi ieri è stato l’amministratore delegato dell’azienda, Fulvio Conti, nell’ambito del suo intervento al Meeting di Rimini. Conti ha manifestato aperta disapprovazione con quello che definisce l’eccessivo peso delle competenze degli enti locali quando si tratta di decidere in materia di energia. Un peso che a suo dire spesso è causa di un problema a dir poco incisivo sia sull’economia locale che sulla produzione e la ripresa ovvero il blocco degli investimenti.

Porto Tolle, al via l’impianto di stoccaggio di CO2

Gli impianti di stoccaggio di CO2 si faranno nel nostro Paese, dopo che il governo ha approvato il decreto legislativo sulla direttiva europea in materia di stoccaggio geologico di biossido di carbonio, o Carbon Capture Sequestration (CCS)

una nuova tecnologia che consentirà di avviare significative opportunità di sviluppo industriale ed energetico, nel pieno rispetto della tutela dell’ambiente. La tecnologia CCS consentirà di evitare di immettere nell’atmosfera ingenti quantità di gas serra prodotte da impianti alimentati da combustibili fossili, stoccando l’anidride carbonica in giacimenti geologici.

informano i ministri dello Sviluppo economico Paolo Romani e il ministro dell”Ambiente, Stefania Prestigiacomo.

Conversione carbone Porto Tolle, ambientalisti sul piede di guerra

Ancora rovente il clima sul progetto Enel di conversione a carbone della centrale termoelettrica a olio combustibile di Porto Tolle. Non è stato affatto gradita dagli ambientalisti la risoluzione del Consiglio Regionale del Veneto volta ad approvare la modifica dell’articolo 30 della legge che istituisce il Parco Regionale Veneto del Delta del Po.
Secondo quanto dichiarato da Greenpeace, Legambiente, Italia Nostra e WWF, unite su un fronte comune, quello di ostacolare il carbone, questa decisione, infatti, altro non fa che agevolare i piani del colosso energetico italiano.

Porto Tolle, lavoratori in mutande contro gli ambientalisti

La centrale Enel di Porto Tolle, su cui pende la riconversione, torna a far parlare di sé per una protesta che vede schierati i lavoratori dell’impianto contro gli ambientalisti e che sta avendo luogo in queste ultime ore a Rovigo: il carbone, definito preistorico dai verdi, per molti è lavoro, un lavoro che in questo momento di grave crisi finanziaria non ci si può permettere di perdere. E non bastano, per rassicurare gli animi, i segnali positivi, forse gli unici in questo momento sul mercato dell’occupazione, che arrivano proprio dalla green economy, dai green jobs, nuova ricchezza pulita, professionalità da crescere, da integrare, da convertire alle politiche energetiche ed industriali di un  futuro che si avvia necessariamente verso il sostenibile, voltando gradualmente ma irreversibilmente le spalle ai fossili.

Inquinamento: il Consiglio di Stato boccia la riconversione al carbone della centrale di Porto Tolle

Ancora una volta ci hanno provato, e ancora una volta gli è andata male. La centrale a gas di Porto Tolle (Rovigo) doveva essere riconvertita nella ben più inquinante centrale a carbone. Dietro questo cambio di indirizzo c’era l’Enel, con l’appoggio del Governo, per l’ennesima mossa anti-ambientale della legislatura, con l’incredibile avvallo persino del Ministero dell’Ambiente.

Per fortuna un ricorso presentato da Wwf, Greenpeace, Italia nostra, operatori turistici, alberghieri e balneari, associazioni di pescatori e cittadini, è stato accolto dal Consiglio di Stato che ha bocciato l’ok del Tar del Lazio che concedeva l’avvio dei lavori ed ha bloccato tutto: la centrale a carbone non s’ha da fare.

Greenpeace e Legambiente contro la riconversione di Porto Tolle

Ipnotizzati dalla parola “carbone pulito“, molti burocrati che di ecologia ci capiscono poco o nulla, pensano che costruire una centrale con quella tecnologia sia favorevole per l’ambiente. Secondo molti politici e sedicenti imprenditori ambientali, esisterebbe un carbone che non si sa da dove viene, e che nella combustione non rilascia anidride carbonica.

Per questo, speriamo in buona fede, da anni l’Enel continua a chiedere al Governo di poter riconvertire la centrale a olio pesante di Porto Tolle (Ro) in centrale a carbone pulito. Dopo 4 anni di pressioni, sembra che il colosso dell’energia abbia ottenuto ciò che voleva, visto che il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha annunciato di voler firmare il decreto di compatibilità ambientale che di fatto autorizza la riconversione.

Dicevamo in buona fede perché, secondo il ministero:

dal punto di vista ambientale, con la riconversione si ottiene una sostanziale riduzione delle emissioni rispetto al passato.

Nulla di più falso, come hanno tentato di fargli capire i volontari di Greenpeace e Legambiente, che forse di inquinamento ne capiscono un po’ di più del Ministero.