Tutti sono a conoscenza delle immani polemiche legate all’acquisto degli F-35 da parte del nostro governo: 13 miliardi di euro il costo (secondo altre stime oltre 15 miliardi), e tra i tanti italiani infuriati per lo spreco immane di denaro pubblico, ci sono anche gli ambientalisti. Lifegate spiega cosa si potrebbe fare per l’ambiente con una cifra così imponente.
politiche ambientali
Le politiche ambientali possibili in caso di alleanza PD-M5S
Come ormai è evidente, i risultati delle ultime elezioni non danno al nostro Paese un Governo stabile. A questo punto le opzioni sono due: tornare alle urne o cercare delle alleanze. Al momento l’unica possibile è quella tra PD e Movimento 5 Stelle, ed il leader di quest’ultimo partito, Beppe Grillo, ha sorpreso tutti affermando di non voler chiudere al dialogo, ma semplicemente vuol valutare caso per caso. Questo significa solo una cosa: il PD sarà costretto ad attuare solo le politiche in comune con il M5S. A noi ovviamente interessano solo quelle ambientali, dunque cerchiamo di capire quali potrebbero essere.
Ambiente e clima sono le eco-priorità per l’Europa
Occorre un piano di strategia per contrastare i cambiamenti climatici e per dare vita ad un nuovo programma per l’ambiente. Questo in sintesi è stato il discorso di Phil Hogan, ministro dell’Ambiente irlandese, alla guida della Presidenza Ue per il primo semestre del 2013. Il programma di azione per l’ecologia, il settimo per l’Europa
è per noi una chiara priorità della Presidenza. Il programma è uno dei pezzi più importanti dell’architettura ambientale a livello europeo e renderà operativa la strategia Europa 2020, in particolare l’iniziativa cardine sull’efficienza delle risorse.
Il Governo Monti sull’ambiente ha fatto “meno peggio” di Berlusconi
Dal punto di vista della credibilità internazionale e dello spread il Governo Monti è stata una panacea dopo tre anni di Governo Berlusconi in cui tutto il mondo ci rideva dietro. Ma dal punto di vista dell’ambiente? Secondo il WWF ed altre associazioni (opinioni peraltro condivise anche da chi scrive), non è che abbia fatto meglio. Si è semplicemente limitato a fare “meno peggio”.
Rio+20, Obama e Cameron saltano l’appuntamento
Purtroppo ci tocca confermare la previsione fatta qualche giorno su Rio+20: si tratta di un accordo nato morto. Ancor prima di cominciare tutti i segnali lasciano immaginare che ogni Paese ritornerà dal Brasile con le stesse idee con cui era partito, e cioè di non trovare nessun tipo di accordo sulle politiche ambientali a livello internazionale. E questo sospetto viene confermato da due assenti eccellenti: il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ed il Primo Ministro britannico David Cameron.
Rio+20, il testo del trattato è già trapelato
La conferenza Rio+20 in cui i rappresentanti dei Governi di tutto il mondo dovrebbero trovare un accordo, o quasi, sulle politiche ambientali da intraprendere nei prossimi anni si terrà dal 20 al 22 giugno. La bozza del trattato però è già pronta, e quegli incredibili investigatori che sono i giornalisti britannici sono riusciti ad ottenerne una copia. Non solo. Secondo quanto spiega il Guardian, oltre che il testo, si sa già la reazione dei principali Paesi.
Shopping sostenibile con Speedo, linea di costumi green
Con i primi giorni di sole ancora non troppo caldi ma in odore di primavera, cresce la voglia di fare passeggiate all’aria aperta, trekking in montagna, gite in bicicletta e, per i più pigri e patiti della tintarella, le prime uscite al mare. Come per ogni piccolo gesto quotidiano si può essere green e a basso impatto ambientale, anche la scelta di una linea di costumi sostenibili può fare la differenza. Per questo oggi parliamo di Speedo, un marchio leader nel mondo del nuoto e dello swimwear.
USA: Santorum o Romney? Per l’ambiente il migliore resta Obama
In questi giorni non si fa altro che parlare dell’ascesa di Mitt Romney come più probabile sfidante dell’attuale presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca Barack Obama tra i Repubblicani, ed il possibile outsider Rick Santorum. A noi ovviamente le questioni di politica, specialmente perché trattano temi americani, interessano poco. Ma essendo gli States uno dei Paesi più inquinanti al mondo, ci interessa conoscere le loro politiche ambientali.
Ambiente, Clini: patto per lo smog nel Nord Italia. Stanziati 40 milioni
Al termine della riunione del ministro dell’Ambiente Corrado Clini con le Regioni del Nord Italia si è giunti ad un accordo per la lotta allo smog e per dare inizio ad una serie di investimenti per la mobilità sostenibile anche se, come ha dichiarato il ministro
Il taglio delle emissioni del 30% è fattibile se sostenuto dalle politiche europee.
Per questo le misure prese dal nostro Paese potrebbero trainare gli altri Stati membri verso un’economia più attenta all’ambiente e all’ecologia.
Montenegro, lo stato del paradosso ecologico
Non tutti lo sanno ma il Montenegro è uno stato ecologico. E’ questa l’etichetta che si è assegnato il 20 settembre del 1991. Sono trascorsi vent’anni e di ecologico, a parte le bellezze naturali davvero enormi ed un alto potenziale turistico ed economico insito in questi luoghi mozzafiato, non c’è granché, specie a livello politico. Mancano addirittura le basi, come una corretta gestione dei rifiuti che passa quasi necessariamente per una differenziata che invece in Montenegro latita. Sono carenti addirittura le discariche sanitarie su alcune località costiere che spostano i rifiuti verso l’interno facendo lievitare i costi dello smaltimento oltre che l’impatto in termini di emissioni.
Politica ambientale di Obama piace agli americani
Le elezioni americane si avvicinano, ed anche il mondo dell’ecologia sta a guardare con attenzione. E’ vero che le grandi ambizioni che Barack Obama aveva 3 anni fa sono state in larga parte disattese, ma considerando che l’alternativa, almeno per come stanno adesso le cose, dovrebbe essere un partito che fa dell’anti-ambientalismo una bandiera, forse dovremmo tifare tutti ancora per i democratici.
Per capire se nelle prossime elezioni gli americani voteranno per una o per l’altra parte, abbiamo a disposizione soltanto i sondaggi, ed anche se non sono esattamente “schiaccianti”, per adesso sembrano favorire il Presidente uscente. Considerando soltanto l’aspetto che in questa sede ci interessa, e cioè le politiche ambientali, osserviamo che il 61% della nazione si “accontenta” di ciò che Obama ha fatto in questo triennio.
Gli uomini inquinano più delle donne
Chi inquina di più: gli uomini o le donne? Potrebbe sembrare una domanda inutile, visto che alla fine sempre viene prodotto dell’inquinamento di origine umana che, maschile o femminile, fa ugualmente danni all’ambiente. In ogni caso un’agenzia di ricerca svedese se l’è chiesto, ed i risultati sono piuttosto curiosi.
Il motivo per cui è stata fatta questa ricerca è che, secondo gli studiosi, queste differenze dovrebbero essere prese maggiormente in considerazione nelle politiche ambientali che mirano a modificare le abitudini di consumo della società. Ad effettuare lo studio sono state Riitta Räty e Annika Carlsson-Kanyama della Swedish Defence Research Agency (FOI) di Stoccolma (Svezia). Questo lavoro, pubblicato su Energy Policy, mette a confronto il consumo di energia degli uomini e delle donne in quattro Paesi europei: Svezia, Norvegia, Germania e Grecia.
Politiche ambientali, l’Italia tra i Paesi meno impegnati al mondo
Il Germanwatch, uno degli organismi internazionali che si occupano di misurare i provvedimenti politici internazionali, in collaborazione con Can Europe e Legambiente, ha osservato le politiche dei Paesi mondiali in relazione all’ambiente.
Il risultato, chissà perché, non ci sorprende: l’Italia è tra i Paesi che inquina di più ma fa di meno a livello politico per diminuire il proprio impatto ambientale. L’organizzazione ha preso in considerazione i 60 Paesi che nel mondo sono responsabili del 90% delle emissioni di anidride carbonica, ed ha posizionato l’Italia al 41° posto. La classifica è composta da tre indici: emissioni provocate, trend d’inquinamento e politiche climatiche.
WWF: critiche ai Paesi del g8 sugli impegni per l’ambiente
Tra una settimana a L’Aquila si riuniranno i cosiddetti 8 “grandi” della Terra per discutere di economia, pace, sviluppo, ma anche di ambiente. Finché si tratta di materie economiche, nulla da obiettare. Si sa che questi 8 Paesi si danno molto da fare in questo ambito, e sono i più avanzati al mondo. Ma quando si comincerà a parlare d’ambiente, molti di essi farebbero bene ad alzarsi e ad uscire dalla sala, magari lasciando spazio a chi per l’ambiente sta facendo qualcosa di concreto (come Sudafrica, Cina e India).
Stiamo parlando in special modo dei tre Paesi più grandi che partecipano al Congresso, Canada, Stati Uniti e Russia, i quali sono troppo indietro rispetto agli accordi presi sul protocollo di Kyoto e sulle politiche ambientali. Queste nazioni sono state capaci di fare tante promesse senza quasi mai mantenerle, anche se un minimo di speranza ora per gli States c’è, visto che, con l’insediamento di Barack Obama, qualcosa si è mosso, tanto da far scollare il suo Paese dall’ultimo posto, e fargli guadagnare una posizione.
Tra gli 8 grandi, fanno sapere dal WWF, sono solo tre quelli che, seppur non con meriti eccezionali, sono riusciti a mantenersi almeno al passo con le promesse, raggiungendo i propri obiettivi: Germania, Regno Unito e Francia. L’Italia invece si ritrova, insieme al Giappone, ai piedi del podio, ma senza grandi risultati. Quello che mantiene in una posizione elevata l’Italia, come al solito, non è il Governo, ma gli italiani stessi.