Plastica in mare

Greenpeace, plastica in mare ed alimentazione umana

Plastica in mare
Pur essendo un materiale ampiamente riciclabile e riutilizzabile, ancora oggi una parte significativa della plastica prodotta annualmente viene dispersa nell’ambiente sotto forma di rifiuti o scarti di produzione. I mari finiscono spesso per essere grani collettori di queste sostanze plastiche la cui presenza nella acque è ritenuta in crescita da molti anni. La presenza di plastica in mare, specie sotto forma di piccole particelle, fa si che questa sostanza possa facilmente entrare nella catena alimentare fino ad arrivare a prodotti che quotidianamente arrivano sulle nostre tavole. Di questo complesso ed ancora poco noto tema si occupa un recente rapporto di Greenpeace.

plastica mare richio uccelli marini

Plastica in mare, a rischio anche gli uccelli marini

plastica mare richio uccelli mariniLe tonnellate di plastica che ricoprono gli oceani sono tristemente note a tutti. Allo stesso modo si sa benissimo che molti animali acquatici, come i pesci o le tartarughe, muoiano tra atroci sofferenze a causa dell’ingestione delle buste di plastica o per soffocamento. Ma la novità che ci giunge in questi giorni dagli Stati Uniti riguarda gli uccelli marini. Ebbene sì, anche loro rischiano di morire a causa dell’inquinamento dei mari.

plastica mare sottostimata

Plastica in mare “fortemente sottostimata”

plastica mare sottostimataGiora Proskurowski, oceanografo americano, stava navigando tranquillo nelle acque dell’Oceano Pacifico quando ha notato dei piccoli detriti di plastica che galleggiavano. Ad un certo punto si è alzato il vento, e questi detriti sono immediatamente stati inghiottiti dal mare. A questo punto gli si è illuminata la lampadina. L’idea che gli è venuta è che probabilmente quei piccoli pezzettini di plastica (che a volte sono vere e proprie isole galleggianti) che vediamo in superficie in realtà potrebbero essere una specie di “punta dell’iceberg” della quantità di immondizia che in realtà c’è nei nostri oceani.

Inquinamento e meduse, ecco cosa temono di più gli italiani al mare

Da una ricerca condotta da Ipr Marketing, presentata allo Slow Fish di Genova dalla Fondazione Univerde, è emerso che gli italiani al mare hanno paura dell’inquinamento causato soprattutto dal lavaggio delle petroliere e dalle trivellazioni, temono le meduse che possono irritare la pelle con i loro tentacoli, gli scooter d’acqua e anche gli squali.

L’inquinamento spaventa il 42% degli italiani, mentre hanno paura delle meduse il 24% degli intervistati e della guida irresponsabile di veicoli a largo delle spiagge, il 17% del campione. A mettere più paura è principalmente l’inquinamento causato dal petrolio e dagli idrocarburi. Se il 65% degli italiani teme le petroliere e le piattaforme di estrazione dell’oro nero, le navi container e i motoscafi, il 64% si dichiara contrario alle trivellazioni.

Mediterraneo di plastica, un continente di spazzatura sommerso dalle acque

Un’isola di rifiuti che galleggia nel mare, più alta di quella che si trova nell’Oceano Atlantico, è stata individuata nel Mediterraneo, tra Italia, Spagna e Francia.

E’ quanto emerso dal rapporto L’impatto della plastica e dei sacchetti sull’ambiente marino, realizzato da Arpa Toscana e Arpa Emilia Romagna, struttura oceanografica, per Legambiente; presentato in Senato da Francesco Ferrante, senatore del PD, da Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, e da Fabrizio Serena, responsabile area mare di Arpa.