Rinnovabili in crisi se il prezzo del petrolio scende

Lo abbiamo visto salire alle stelle nei mesi scorsi, suscitando preoccupazioni, crisi, lamentele da parte degli automobilisti. E ora calare di nuovo di prezzo, facendo tirare un sospiro di sollievo agli acquirenti. Si parla del petrolio, l’oro nero più conteso, dibattuto, criticato, rilanciato sul mercato.
Può essere definito un po’ il carburante per eccellenza del mondo, muove la Terra intera, le attività dell’uomo, i trasporti.

Eppure, per un momento, pochi, troppo pochi, giorni ci era parso possibile persino pensare di vivere senza, di farne a meno, di poter usare la bicicletta, i mezzi di trasporto pubblico, il carsharing, tutto pur di evitare un dispendioso e tanto temuto pieno.

Sarah Palin: una vicepresidente poco attenta all’ambiente che fa il tifo per i carburanti fossili

Una politica energetica poco attenta alla salute dell’ambiente. E’ quella presentata dalla candidata repubblicana alla vicepresidenza degli Stati Uniti nonchè governatrice dell’Alaska, Sarah Palin. La vice di Mc Cain, infatti, in un discorso tenutosi a Toledo, nell‘Ohio, ha illustrato, rivolgendosi alla Xunlight Corporation, azienda costruttrice di pannelli solari, la sua visione energetica basata soprattutto sull’impiego dei carburanti fossili. I pilastri della politica energetica della Palin sono il petrolio e le altre fonti fossili: si punta allo sviluppo del nuovo petrolio, del carbone pulito, delle centrali nucleari (se ne prevedono 45 da realizzare entro il 2030), delle trivellazioni e dei gasdotti. Per quanto riguarda le energie rinnovabili la vice di Mc Cain si dichiara scettica sulla loro efficacia in quanto non hanno applicazione immediata e afferma che bisogna pur procedere con esse ma non a discapito delle fonti fossili.

Chi cambierà la Casa Bianca in Casa Verde: John McCain o Barack Obama?

La campagna elettorale per le presidenziali statunitensi viene seguita con molto interesse da tutto il mondo, in Italia, in particolare, ogni giorno ci propinano servizi dettagliati fino all’eccesso di ogni singolo movimento, vizio, lezzo  e respiro dei due  candidati al governo degli Stati Uniti, come se non bastasse parlarci del nuovo abito della Bruni o dello spinello del figlio di Carlo d’Inghilterra.
D’altra parte, dobbiamo essere informati di quanto accade di importante nel mondo, no?

Bando alle polemiche, nel corso delle ultime elezioni italiane eravamo andati a caccia di ecologia nei programmi dei vari partiti in lizza per il governo e c’è chi si è stupito della svolta nucleare del centrodestra italiano, malgrado fosse già tutto scritto da tempo proprio nel manifesto programmatico dei maggiori partiti di destra. Non dite che non vi avevamo avvisato!
Anche questa, d’altra parte, è lacuna di informazione da parte di elettori che raramente leggono dettagliatamente le reali intenzioni dei propri rappresentanti in Parlamento, in un clima di ignoranza politica inaccettabile.
Oggi vogliamo analizzare i programmi ambientali di John McCain e Barack Obama, rispettivamente del Partito Repubblicano e del Partito Democratico, alla luce dell’emergenza ambientale che reclama attenzione soprattutto dagli Stati Uniti, che insieme alla Cina inquinano il mondo più di ogni altro Paese.

“Oil 2.0”: il petrolio del futuro prodotto dai batteri

Il petrolio, come si sa, non è una fonte di energia inesauribile. Presto ci ritroveremo senza e dovremo fare i conti con la perdita del pilastro alla base dell’approvvigionamento energetico mondiale. Per far fronte a questa situazione, ricercatori e scienziati, negli ultimi anni, si stanno adoperando al fine di trovare un’efficace fonte di energia alternativa al petrolio.

Muovendosi in questa direzione, Greg Pal, ricercatore e direttore dell’istituto di ricerca Ls9 di Silicon Valley, è riuscito ad ottenere un biocombustibile simile al petrolio tramite l’utilizzo di alcuni microrganismi modificati geneticamente.

Dal Giappone arrivano i giocattoli ecologici

Continuano ad arrivare nuove invenzioni dal Giappone. Stavolta il pensiero è rivolto alle future generazioni, e cioè a sensibilizzare gli uomini del domani sul problema ambientale, facendoli giocare con giocattoli ecologici.

E’ più o meno questa l’intenzione di MIC/CP Tom’s, industria di giocattoli orientale, che ha creato gli Earth Block, dai mattoncini simili ai Lego, con l’unica differenza che anzichè essere di plastica, sono creati con le biomasse.

Il nucleare? Tutta fatica sprecata, parola di Jeremy Rifkin

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“Vi immaginate uno scenario tipo Napoli, ma dove i rifiuti fossero radioattivi?”

Questa la provocazione di Jeremy Rifkin, economista e scrittore statunitense, molto attento ai problemi che riguardano l’ambiente e i diritti dell’uomo. “Una fatica inutile“. E’ così che comincia la sua intervista a Repubblica, a proposito delle centrali nucleari.

E’ un fiume in piena Rifkin che si schiera con forza contro il nucleare, e spera che in Italia ci ripensino, prima che sia troppo tardi. Prima di fare ipotesi azzardate o accuse senza senso, leggete le sue parole che ora seguono.

Dopo il motore ad acqua arriva da San Diego il motore ad alghe

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La ricerca di combustibili alternativi al petrolio è uno dei rami più fertili dell’innovazione tecnologica degli ultimi tempi.
Mettere a punto biocombustibili validi è il primo passo per liberarsi dalla dipendenza dall’oro nero e dalla grave crisi economica, nonchè l’unica via possibile per salvare il Pianeta e l’uomo dai devastanti effetti dell’inquinamento.

L’utilizzo di biomasse e di fonti di energia pulita per produrre carburante si prospetta dunque come un percorso quasi obbligato.
L’ultima novità arriva da San Diego, in California, dove è stato ideato un motore ad alghe.

Dimagrire, pagare meno la benzina e rispettare l’ambiente in una sola mossa: ecologia del sovrappeso

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Un’interessante ricerca, realizzata da Phil Edwards e Ian Roberts della London School of Hygiene and Tropical Medicine, e pubblicata sulla rivista Lancet, mette in relazione risparmio energetico, rispetto dell’ambiente con la perdita di peso.

Benchè possa sembrare strano, il rapporto di causa/effetto tra questi fattori è abbastanza semplice, come spiegano gli autori della ricerca:
Il trasporto motorizzato è dipendente per oltre il 95 per cento dal petrolio e rende conto di circa metà dell’uso mondiale di petrolio. Poiché inoltre, il prezzo del petrolio influenza la produzione agricola, anche i prezzi delle derrate alimentari possono in definitiva aumentare in dipendenza dell’utilizzo delle automobili (anche per il ricorso ai biocombustibili). Ma l’uso dell’auto e la minore attività fisica favoriscono il sovrappeso, che a sua volta incrementa il fabbisogno calorico e di conseguenza la domanda globale di cibo.

Una carta assorbente per ripulire i mari: la straordinaria invenzione contro le macchie di petrolio

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Francesco Stellacci è uno scienziato italiano che lavora presso uno dei più prestigiosi istituti di ricerca Usa, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, dove è professore nel dipartimento di ingegneria e scienza dei Materiali.
E’ sua l’idea di una carta assorbente per ripulire i mari dagli idrocarburi, un’invenzione che ha davvero dello straordinario, non c’è che dire.

Si tratta di un foglio di carta assorbente capace di “asciugare” una quantità di liquido pari a venti volte il suo peso.
La carta può essere utillizzata più volte, basta strizzarla proprio come si farebbe con il panno per lavare i pavimenti. Solo che invece di acqua sporca, ne viene fuori petrolio, ovviamente riutilizzabile.
I mari ne escono puliti e non dobbiamo trivellare altri pozzi devastando l’habitat già in pericolo dei poveri orsi. Sembra perfetto!

Trasformare il Sahara in grande produttore di elettricità. Un’alternativa al nucleare.

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Proprio nel momento in cui in Italia si è rialzato il polverone sul nucleare, una possibile soluzione per l’approvvigionamento energetico, italiano e non solo, arriva dal deserto, e in particolare dal Sahara. Il principio di base è che il futuro dell’energia non è l’atomo ma il sole. Nel deserto del Sahara, lungo 4000 kilometri e largo quasi 2000, l’irraggiamento solare è molto forte e l’escursione termica stagionale piuttosto ridotta. Se si riuscisse a recuperare una frazione dell’energia solare che illumina il deserto, questa coprirebbe una parte del fabbisogno energetico di diversi paesi, soprattutto quelli del Mediterraneo.

Il progetto, presentato al parlamento europeo di Bruxelles, da un gruppo di ingegneri tedeschi si basa sulle più avanzate tecnologie solari. Gli impianti termosolari, come quelli prodotti dall’Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente), installati nel Sahara produrrebbero annualmente, con ogni kilometro quadrato di specchi parabolici, energia elettrica pari a quella ricavata da circa 1 milione di barili di petrolio.

Bush ha deciso, gli orsi polari sono salvi

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La decisione del Governo americano è arrivata, e gli animalisti possono finalmente esultare: Bush ha confermato gli orsi polari come razza in via d’estinzione, l’Alaska non sarà più trivellato.
La (sofferta) decisione è arrivata la scorsa settimana, più in silenzio di quanto ci si aspettava, data l’importanza dell’evento.

Ne avevamo parlato 15 giorni fa, ponendovi, in breve, la questione se fosse stato meglio salvaguardare l’habitat naturale degli orsi oppure trivellare i giacimenti di petrolio dell’Alaska per far abbassare il prezzo della benzina. Ovviamente il risultato è stato scontato, nessuno vuol vedere sparire l’ennesima specie dalla faccia della Terra, e questo l’avrà pensato anche Bush, che per la prima volta nella storia americana, ha anteposto una razza animale agli interessi economici. La decisione è arrivata dopo una ricerca del Ministero degli Interni Usa, che ha capito che, sfruttando quelle zone, i ghiacciai si sarebbero sciolti per due terzi della loro consistenza attuale entro il 2050, lasciando agli orsi davvero poco terreno sul quale sopravvivere.

Raccolta differenziata: il riciclaggio dell’alluminio

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Lo sapevate che con 37 lattine è possibile fare una caffettiera e che tutte le caffettiere prodotte in Italia (7.000.000 di unità) sono in alluminio riciclato? E che con 3 lattine si produce un paio di occhiali? Ed ancora che con 800 lattine si può costruire una bicicletta completa di accessori? L’alluminio è quindi un materiale che si presta a una vastità di applicazioni e possibilità di riutilizzo, grazie alle sue proprietà: leggerezza (un terzo dell’acciaio), durata: l’ossido superficiale è una barriera alla corrosione atmosferica; lavorabilità: può essere modellato con tutte le comuni tecniche di lavorazione, più facilmente della maggior parte degli altri metalli; versatilità: possibilità di formare molte leghe, rigide o elastiche; riciclabilità con un costo energetico contenuto.

Il riciclaggio dell’alluminio proveniente da raccolta differenziata dei rifiuti urbani riguarda in particolare gli imballaggi: lattine per bevande, scatole per alimenti, bombole aerosol, chiusure per bottiglie e vasi, tubetti, vaschette, fogli sottili, involucri… A livello nazionale, esistono opportuni Consorzi di filiera, nati con il Decreto Ronchi, che si occupano del recupero di differenti frazioni merceologiche. Per l’alluminio, tale entità è il CIAl (Consorzio Imballaggi Alluminio), che ha tra i propri compiti quello di garantire il recupero degli imballaggi in Alluminio provenienti dalla raccolta differenziata fatta dai Comuni. I risultati ottenuti in termini di raccolta differenziata, riciclo e recupero, sono particolarmente positivi e hanno reso l’Italia un esempio per tutta l’Europa.