“I tesori sommersi del Canale di Sicilia” sono il frutto di una spedizione scientifica che Greenpeace ha realizzato assieme all’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nel Canale di Sicilia per monitorare e filmare la ricchezza e la biodiversità dei banchi d’alto mare. Con telecamera ROV sono stati esplorati in Banco Avventura e il Banco di Graham ed il risultato è stato la scoperta di “un universo sottomarino straordinario”, un universo seriamente minacciato dalle trivelle.
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Petrolio, incremento produzione mondiale fino al 20% nel 2020
Il petrolio, a seguito di un incremento della produzione mondiale fino al 20% entro il 2020, potrebbe tornare a pezzi decisamente più bassi, se le previsioni contenute nella ricerca effettuata da Leonardo Maugeri, prestigioso docente di Geopolitica dell’Energia alla Harvard Kennedy School (presso il Belfer Center per le Scienze e gli Affari Internazionali) dovessero rivelarsi corrette.
Delfini ko per inquinamento Golfo del Messico
Sono passati quasi due anni dal disastro petrolifero del Golfo del Messico: era il 20 aprile 2010 quando la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon ha iniziato a sversare in mare il petrolio proveniente dal pozzo Macondo, posto ad una profondità di oltre 1.500 metri. A distanza di anni i danni all’ecosistema del Golfo ancora si contano. Dopo gli uccelli marini, i pesci, i coralli, anche i delfini sono stati contaminati dal contatto con gli idrocarburi. Anzi, come riferisce l’ultimo rapporto della National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) l’inquinamento da petrolio ha avuto un impatto maggiore sui cetacei e sulla fauna marina di quanto si temesse.
USA, Obama vuole tagliare i finanziamenti all’industria del petrolio
Dopo tante parole forse finalmente Barack Obama ha deciso di fare qualcosa di ecologico. In un recente discorso tenuto presso il Nashua Community College in New Hampshire, il presidente americano ha annunciato di voler eliminare i sussidi all’industria petrolifera. Dei sussidi che costano circa 4 miliardi di dollari, peraltro in un periodo di crisi economica, che finiscono nelle tasche di imprenditori che di certo non ne hanno bisogno visto che sono tra i più ricchi al mondo.
Petrolio, la Shell vuole trivellare il Cilento
Presto in Italia potremmo avere una nuova Val di Susa. Non per l’alta velocità, ma per il petrolio. E’ quanto si rischia nel Cilento, in Campania, dove otto Comuni sarebbero a rischio trivellazione da parte della Shell. La compagnia petrolifera che sta combinando disastri in tutto il mondo ha appena ottenuto il permesso, dal Ministero dello Sviluppo Economico, di iniziare i lavori di esplorazione per cercare di capire se sotto il terreno in cui abitano milioni di persone sia il caso di scavare per cercare il petrolio.
Plastica dalle piante, ci provano in Olanda
Da anni il mondo scientifico cerca un sostituto del petrolio per la produzione di plastica, materiale tanto necessario nel mondo moderno quanto inquinante. Tra i vari tentativi oggi vi segnaliamo uno molto interessante che proviene dall’Olanda. Più precisamente dall’Università di Utrecht, dove un gruppo di ricercatori ha scoperto come sia possibile produrre etilene, propilene e butadiene, la base della plastica, direttamente dalle piante.
Petrolio, ce n’è ancora per 70 anni. E poi?
Secondo gli ultimi dati dell’USGS (Servizio Geologico degli Stati Uniti) sotto di noi sono ancora disponibili riserve di petrolio sufficienti per soddisfare il nostro fabbisogno, a ritmi attuali, per altri 70 anni. La domanda è: cosa accadrà dopo il 2080? Se, come molti sperano, la maggiore efficienza dei consumi e l’introduzione delle rinnovabili dovrebbe ridurre il nostro tasso di consumo attuale, non è detto che lo stesso possa avvenire anche al di fuori dei Paesi Occidentali visto che Cina, India e Brasile, ma anche altre nazioni in via di sviluppo, potrebbero riportare questo consumo ai massimi storici.
Petrolio, costa di più perché ce n’è sempre meno
Pensateci un po’: perché i barili di petrolio oggi costano così tanto? E perché le compagnie petrolifere sono arrivate a trivellare dove finora non si sono mai nemmeno sognate di farlo, come le coste italiane che vivono di turismo o il polo Nord? E perché sono arrivate persino a ricavare petrolio dalle sabbie bituminose? La risposta a questa domanda è una sola: il petrolio sta finendo, anche se non ce lo vogliono dire.
Naufragio Costa, sapone magnetico contro petrolio?
Mentre in Toscana procedono le operazioni di recupero del petrolio e degli olii combustibili stivati nelle cisterne della Costa Concordia, nell’Università di Bristol voene presentato un prototipo di sapone magnetico in grado di catturare il petrolio finito in mare dopo la marea nera. Verrà sperimentato per recuperare il relitto incagliato nell’isola del Giglio?
Ambiente, Wwf presenta “Italia, far west delle trivelle”
Non è la prima volta che Wwf segnala il mare di trivelle che degrada il nostro Paese ma questa volta il dossier denuncia anche una mancata deliberalizzazione in merito. Il governo Monti avrebbe salvato in extremis l’Italia cancellando degli articoli previsti per liberalizzare la ricerca di petrolio e di gas su territorio nazionale.
Ecuador: Chevron condannata a pagare per i disastri petroliferi
Nuovo colpo per le compagnie petrolifere che stanno cominciando a pagare per i danni all’ambiente che stanno creando. Il colosso mondiale Chevron è stato infatti condannato a pagare 18,2 miliardi di dollari dal tribunale ecuadoriano, ad un gruppo di 30 mila cittadini di Lago Agrio che avevano visto il proprio territorio devastato dalla Texaco, la compagnia petrolifera che nel 2001 si è fusa nella Chevron.
Ecuador: ambientalisti raccolgono 90 milioni per non far trivellare un’area protetta
Per soldi si fa tutto, anche vendere le proprie ricchezze al miglior offerente. E’ accaduto in Ecuador, terra in larga parte incontaminata, la quale ospita una delle aree più ricche di biodiversità del pianeta. Ma di fronte alle offerte allettanti delle compagnie petrolifere, il Governo ha ceduto ed ha inizialmente concesso di trivellare l’area del Yasuni National Park, rovinando un paesaggio da fiaba (come è possibile vedere dalla foto). Ma per fortuna non tutto è perduto.
Petrolio: disastro ecologico in Russia grande 6 volte quello della BP
Il mondo si è scandalizzato quando per tutta l’estate dello scorso anno nel Golfo del Messico il popolo più tecnologicamente avanzato del pianeta non riusciva a chiudere un buco da cui fuoriuscivano litri e litri di petrolio greggio. Ma oggi si scopre che in Russia ogni anno c’è una fuoriuscita di petrolio che inquina il territorio, creando disastri ecologici enormi, per una quantità di circa 6 volte superiore alla vicenda della BP. Nessuno si scandalizza soltanto perché…non è mai stato reso noto.
Protocollo di Kyoto: i canadesi furiosi per l’uscita dal trattato del loro Paese
Ieri vi avevamo riportato le scuse con le quali si giustificava l’uscita del Canada dal protocollo di Kyoto. Tutte motivazioni che, come abbiamo visto, non stanno in piedi. Ma il gesto comunque è ben peggiore di qualsiasi invenzione, ed infatti ha fatto infuriare gli osservatori internazionali, ma anche i canadesi stessi che hanno rinnegato il proprio Governo. La parola per definire il Ministro dell’Ambiente Kent che maggiormente circolava ieri tra la popolazione del grande Stato nordamericano era “vergognoso”, il che fa capire che aria tira.