Pensavamo (o almeno speravamo) di averle viste tutte, ma evidentemente la brama di ricchezza è in grado di continuare a raschiare il barile della coscienza umana. L’ultima vergogna arriva da un Paese che mai ha brillato per l’ambientalismo, ma stavolta fa di più: utilizza la bandiera dell’ecologia per far soldi. Stiamo parlando della Russia, la nazione più grande del mondo che ha fatto domanda formale all’Autorità Internazionale per i Fondali Marini in cui ha chiesto l’annessione di una vasta area del Mar Glaciale Artico che fino a questo momento era considerata acque internazionali.
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USA, i tentativi di ridurre le emissioni in realtà le aumentano
Non sappiamo se ci sono o ci fanno, ma gli americani continuano a danneggiare l’ambiente in maniera irreparabile. L’ultima, ma solo in ordine di tempo, è l’entrata a pieno regime della tecnica del fracking che, nata in teoria per ridurre le emissioni, in realtà non fa altro che aumentarle. Al momento sono due le tecniche che gli Stati Uniti mettono in atto (almeno in teoria) per ridurre il proprio inquinamento: fracking e incendio del petrolio in eccesso. Gli effetti però sono ugualmente devastanti.
I consumi di carbone raggiungeranno quelli di petrolio entro 5 anni
Sforzi per ridurre l’inquinamento globale addio. Tutto inutile: più del sole, del vento e persino del gas, sarà il carbone l’energia del futuro. Come nell’800 fu lui a permettere l’inizio dell’Era industriale, così probabilmente sarà sempre lui a concluderla. E’ quanto deriva dall’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) che ha stabilito non solo che negli ultimi anni il vecchio ed inquinante carbone ha ripreso ad essere utilizzato ad un ritmo del 4% all’anno, ma che entro 5 anni raggiungerà la quantità dell’attuale fonte più utilizzata, e cioè il petrolio.
Greenpeace contro i politici italiani, diciamo no ai fossili
I politici italiani sono fossili. E non solo dal punto di vista anagrafico. Sono anche “amici” dei fossili, come ha denunciato oggi Greenpeace che ha tappezzato la Capitale di manifesti per invitare gli italiani a firmare una petizione da destinare al futuro Premier per dire no all’inquinamento da petrolio e carbone per l’Italia. I politici italiani vogliono fare dell’Italia il nuovo Texas, come hanno dimostrato di recente di fronte all’apertura di trivellare tutta la Basilicata e le coste del Mediterraneo a caccia dell’oro nero. Distruggendo in questo modo il nostro ambiente naturale.
Petrolio, gli USA diventeranno il primo produttore mondiale entro 5 anni
Il presidente Obama aveva affermato di voler investire nelle rinnovabili, ma nonostante questo non si ferma la macchina petrolifera. Con l’obiettivo di tagliare la propria dipendenza dalle risorse estere, gli Stati Uniti hanno avviato già da qualche anno un programma per il recupero delle fonti energetiche dall’interno dei propri confini. Ma l’incremento negli ultimi tempi è stato così repentino che secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) gli Usa potrebbero diventare il principale produttore di petrolio al mondo entro il 2017.
Petrolio +150% in Basilicata per puntare all’autosufficienza
In Italia si parla tanto di rinnovabili, ma a quanto pare si torna sempre a pensare solo al petrolio. E’ quanto vorrebbe fare il Governo Monti, in uno dei suoi ultimi provvedimenti, in una terra già sovrasfruttata per l’oro nero come la Basilicata. L’obiettivo è di estrarre una media di 50 mila barili al giorno di petrolio greggio nella frazione di Tempa Rossa che si è rivelata una delle zone più ricche di petrolio d’Italia.
Rinnovabili, anche l’Arabia Saudita punta al 100% di energia pulita
Dopo la Scozia, Tokelau e la Germania, stavolta è l’Arabia Saudita ad annunciare un piano per soddisfare il 100% del proprio fabbisogno energetico nazionale con le energie pulite. Una vera e propria sorpresa visto che quel Paese è il maggiore esportatore mondiale di petrolio. Evidentemente questo dimostra che di oro nero ce n’è sempre meno ed è più conveniente venderlo all’estero che utilizzarlo per i propri bisogni.
Canarie, protesta di massa degli abitanti, è lotta aperta contro le trivellazioni
Gli abitanti delle Canarie scendono in piazza, organizzano campagne di raccolta firme, creano materiale informativo e protestano in massa come mai era accaduto prima. Il motivo? Le trivellazioni a breve distanza dalla costa che potrebbero devastare le isole dal punto di vista ecologico nonché economico.
Ambiente, avvistato petrolio nel Golfo del Messico
Dopo il disastro ambientale del 20 aprile 2010 la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon torna a far parlare di sè, ma sempre portando cattive notizie per l’ambiente e l’ecosistema di quell’area del Golfo del Messico già fortemente compromessa dalla violenta esplosione di 2 anni fa: una nuova chiazza di petrolio è stata avvistata dalla Guardia Costiera americana. Interpellata per far luce sull’accaduto, la Bp non ha rilasciato dichiarazioni.
Nuove ricerche petrolifere, le isole tremiti non ci stanno
Inizia la mobilitazione contro i permessi rilasciati dal governo per nuove ricerche petrolifere nei mari italiani. La Puglia non ci sta e le Isole Tremiti, in particolare, non vogliono sentir parlare di ricerche petrolifere nelle acque circostanti. La protesta segue i permessi per le ricerche concessi alla multinazionale Petroceltic, e si basa sul ricorso portato avanti dalla regione contro le decisioni del ministero dell’ambiente e dei beni culturali.
USA, svelata la politica ambientale di Mitt Romney
Qualche giorno fa vi avevamo anticipato che il candidato alla Casa Bianca per i Repubblicani Mitt Romney aveva intenzione di tornare indietro di alcuni decenni per quanto riguardava la politica ambientale. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il suo programma, all’interno di quello per l’energia, ed è da rabbrividire. Tentando di riassumerlo per sommi capi, bastano pochi numeri per capire cosa ha in mente il candidato Repubblicano. Il programma è lungo 21 pagine. In queste 21 pagine viene nominata la parola “petrolio” 154 volte, la parola “vento” 10 volte, di cui 5 in senso negativo, e quella “solare” 14 volte, di cui 4 negativamente.
USA, Romney e la politica a tutto petrolio
Un mare di petrolio e bioetanolo. Sarà questo quello che inonderà l’America se nelle prossime elezioni per la Presidenza vincerà il Repubblicano Mitt Romney. Ieri il candidato che sfiderà Obama ha presentato il suo Energy Plan. Un piano fuori dalla realtà che sembra tanto un vagheggiamento di qualche dittatore di un Paese mediorientale. Detta in parole povere, con lui al Governo l’America tornerà indietro di almeno vent’anni. Ma vediamo cosa ha intenzione di combinare.
Energia, l’Europa pronta a saccheggiare la Groenlandia
Ormai le riserve di petrolio e gas facilmente raggiungibili sono quasi esaurite, e allora bisogna trovare nuovi lidi da cui ricavarle. Tra questi ce n’è uno pressoché incontaminato, ma lo sarà ancora per poco: la Groenlandia. Purtroppo in questo periodo di sfruttamento di ogni minima risorsa, gli occhi bramosi dei Paesi europei si sono puntati verso uno degli ecosistemi più fragili del mondo.
Petrolio, tutti guardano alla Sicilia per nuove estrazioni
La ricerca dell‘oro nero prosegue imperterrita anche in Italia, con le compagnie che guardano soprattutto alla Sicilia. 26 i permessi già concessi per ricerche di idrocarburi e addirittura oltre 40 le ulteriori richieste di esplorazione già avanzate. Nel mirino vi sono soprattutto il canale tra Italia e Tunisia e quello tra Sicilia e Malta.