Sette milioni di cittadini americani sarebbero esposti al rischio di terremoti causati o favoriti dall’attività umana. Il preoccupante dato è stato diffuso dalla United States Geological Survey, l’agenzia governativa americana che studia tre le altre cose anche i fenomeni sismici. Questa nuova tipologia di rischio definita ‘sismicità indotta’ è stata introdotta per la prima volta nelle nuove previsioni di rischio sismico dell’USGS ed in molte aree degli Stati Uniti evidenzia una corrispondenza geografica tra terremoti e fracking delle rocce con un legame che tuttavia risulterebbe meno diretto di quanto si sarebbe portati a supporre.
petrolio
Referendum trivellazioni in mare, la mappa di Legambiente
Manca ormai meno di un mese al referendum che domenica 17 aprile 2016 chiamerà circa 50 milioni di italiani a pronunciarsi sul tema delle trivellazioni in mare entro le 12 miglia nautiche dalla costa. Il quesito referendario in particolare riguarda la norma che permette di prolungare la durata delle concessioni già in essere fino all’esaurimento del giacimento.
Trivellazioni in Italia, nuove località nel mirino da Taranto alla Sicilia
Le trivellazioni in Italia non si fermano, il WWF con il suo rapporto Trivelle in Vista lancia un nuovo allarme sulle prossime esplorazioni nei nostri mari: si parla del Golfo di Taranto, del mar Ionio e, immancabilmente, del Canale di Sicilia.
Decreto Trivelle, Zanonato firma, Greenpeace furiosa contro il Governo
Il ministro dello sviluppo economico Zanonato firma il Decreto Trivelle e Greenpeace insorge: Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace interviene lungamente non solo spiegando perché è un atto nefasto, che amplierà le zone in cui poter effettuare ricerche petrolifere, ma anche promettendo durissima battaglia alla prima violazione delle procedure di valutazione ambientale.
Marea nera in Thailandia, volontari al lavoro mentre fuggono i turisti
Dopo la sciagurata perdita di greggio stimata in 50 mila litri da parte dell’oleodotto al largo della provincia di Rayong, in Thailandia, sono innumerevoli i volontari accorsi a prestare aiuto ai militari impegnati a tentare di ripulire le spiagge di Ao Praho sull’isola di Koh Samet. Intanto i turisti, com’era prevedibile, fuggono dallo scenario devastato dal petrolio.
Trivellazioni in Sicilia, per il WWF danni gravissimi, Orlando deve fermarle
Trivellazioni in Sicilia, per il WWF i danni sono gravissimi, esplosivi. Orlando deve fermarle, deve avere il coraggio di cambiare direzione rispetto alla sciagurata deriva innestata dal Governo Monti. Per ora il ministro Orlando ha mantenuto un basso profilo su questo: non sarebbe ora che il ministro dell’ambiente dicesse qualcosa?
Piattaforma off shore Saipem, controllata Eni, affonda nel Congo
Una delle piattaforme off shore della Saipem, controllata Eni, è affondata nelle acque vicine la foce del fiume Congo a causa, a quanto sembra, di un cedimento dei fondali. Si contano un disperso e sei persone ferite, ma per il momento non sembra ci siano grandi danni ambientali.
Sicilia, nuovi progetti di trivellazione Eni tra la rabbia degli abitanti
L’Eni non si ferma e continua a perseguire l’obiettivo petrolio in Sicilia. Nuovi progetti di trivellazione, tra pozzi esplorativi ed espansione di piattaforme petrolifere preesistenti, il colosso dell’Energia continua per la sua strada, senza che nessuno, dal governo sembra abbia molto da ridire.
Abruzzo, a Pescara un bagno di folla contro le trivellazioni di Ombrina Mare
In Abruzzo la manifestazione del 13 aprile contro le trivellazioni e contro il progetto Ombrina Mare più nello specifico ha visto un autentico bagno di folla riversarsi per le strade della città. In 40 mila secondo gli organizzatori e in 10 mila secondo la questura, con adesione di Regione e Provincia: tutti a protestare contro il petrolio e le trivellazioni.
I cambiamenti climatici non esistono perché lo dice la Bibbia, parola dei Repubblicani
In questi ultimi anni ne abbiamo sentite di scuse da parte dei Repubblicani per non prendere provvedimenti contro i cambiamenti climatici. Ma questa probabilmente le batte tutte. Joe Barton, esponente del partito in Texas, si è scagliato ieri contro i dati scientifici, provenienti da decine di studi differenti di tutto il mondo, i quali dimostravano come se in alcune zone c’è una forte siccità mentre in altre avvengono alluvioni devastanti è colpa dei cambiamenti climatici. Ma Barton non è d’accordo con questa tesi.
Deforestazione, l’Ecuador mette all’asta le proprie foreste
Una famiglia in crisi normalmente cerca di tirare a campare vendendo i propri gioielli e possedimenti. Uno Stato può fare qualcosa di simile: vendere ciò che ha di più caro, la terra. Accade in Ecuador, uno dei Paesi più poveri del pianeta dove il principale mercato è quello della droga, in cui per cercare di sbarcare il lunario il Governo ha deciso di mettere all’asta le proprie foreste. Legname, materie prime ma soprattutto petrolio. Sono questi i bonus aggiuntivi che gli ecuadoriani vorrebbero monetizzare.
Incidente petrolifero in USA, persi già 300 mila litri di greggio
Una nuova marea nera si sta abbattendo in queste ore in America. Ad essere colpiti sono ancora gli Stati Uniti in una vicenda che dimostra come i vecchi metodi di approvigionamento energetico, come gli oleodotti, non siano affatti sicuri. Si possono tentare tutti i modi possibili e immaginabili per aumentare la sicurezza di un impianto, ma l’imprevisto prima o poi fa saltare tutti i piani. È accaduto così che giovedì scorso un treno che collegava l’Illinois al Texas è deragliato. Nella sua irrefrenabile corsa si è andato a schiantare contro un oleodotto della Exxon Mobil canadese, lasciando fuoriuscire migliaia di litri di petrolio.
Venezuela, con la morte di Chavez si può avviare la green economy
Nei giorni scorsi avevamo parlato della morte di Hugo Chavez, presidente del Venezuela da quasi un ventennio, e di quanto aveva fatto per l’ambiente. Ora, in questo articolo, cerchiamo di capire cosa il Venezuela può fare per l’ambiente senza Chavez. Il presidente ha avuto un approccio abbastanza schizofrenico nei confronti delle tematiche ambientali. Da un lato infatti aveva deciso di razionare l’estrazione del petrolio, dall’altro però si era opposto all’abbandono dell’oro nero nei trattati internazionali.
Ombrina Mare, no all’eolico ma sì al petrolio, Legambiente furiosa con il Ministero
Ombrina Mare, la posizione del Ministero dei beni culturali secondo Legambiente è scandalosa: il Ministero ha infatti di recente detto no a un parco eolico offshore, ma ora arriva il sì alla piattaforma petrolifera con annessa nave di stoccaggio per il giacimento Ombrina Mare.