Specie invasive: 900 “alieni” invadono il Mediterraneo

Uno dei tanti problemi che stanno alla base della perdita di biodiversità è la presenza di specie invasive, cioè di quelle specie che non fanno parte naturalmente di un determinato territorio, ma che lo “invadono” o perché messe incautamente dall’uomo, o perché, a causa dei cambiamenti climatici, emigrano a caccia di luoghi nuovi in cui adattarsi.

Nel corso degli ultimi decenni, più di 900 specie invasive si sono spostate verso il Mar Mediterraneo, molte delle quali si sono consolidate e sono persino diventate dominanti nella regione. Di conseguenza, le comunità costiere di piante e animali stanno vivendo importanti cambiamenti e, in alcuni casi, intere catene alimentari sono state alterate.

Summit sulla biodiversità di Nagoya, il discorso di apertura di Djoghlaf Ahmed

Si sono aperti ieri a Nagoya, in Giappone, i lavori di COP10, il summit dedicato alla biodiversità che si protrarrà fino al 29 ottobre prossimo e che vede partecipi 193 Paesi uniti per studiare strategie comuni volte a tutelare la diversità biologica. Programmi condivisi nell’ottica del rispetto degli obiettivi firmati dagli Stati membri della Convenzione (Cbd) siglata diciassette anni fa, ed incentrati su tre punti cardine della conservazione della biodiversità, dell’uso sostenibile delle risorse e della divisione equa dei benefici derivanti dalle risorse genetiche.

Djoghlaf Ahmed, segretario esecutivo della convenzione sulla diversità biologica, nel corso della sessione di apertura della decima Conferenza delle Parti ha spiegato che le nazioni riunite a Nagoya rappresentano la famiglia dei popoli del mondo e che quella in corso è la più grande conferenza sulla biodiversità della storia della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica.

I mutamenti climatici causano siccità e deforestazione in Europa

deforestazione europea

A seguito della presentazione del “Libro Verde“, la relazione della Commissione Europea sullo stato ambientale dell’Unione, si intuisce immediatamente il pericolo che stiamo correndo a causa dei mutamenti climatici. Le conseguenze sono molteplici e spesso legate tra di loro.

Il primo problema, sempre più evidente, sono gli incendi. Ogni anno mediamente perdiamo, all’interno dei confini dell’Europa Unita, mezzo milione di ettari di foreste, con circa 50 mila incendi concentrati perlopiù nel Sud Europa, in particolare in Italia, Spagna e Grecia. Purtroppo però, a causa del riscaldamento globale, questi incendi non rimarranno stabili (e già così sarebbe problematico), ma sono destinati ad aumentare.

Foreste inglesi a rischio per la perdita di biodiversità

foreste cambiamenti climaticiLe foreste soffrono a causa dei cambiamenti climatici che portano ad una scomparsa rapida e progressiva quanto inarrestabile di biodiversità.
Una nuova ricerca dimostra che le foreste britanniche del 21° secolo sono meno differenziate nella vegetazione rispetto a quelle del 20° secolo a causa dei cambiamenti ambientali.

Le piante dei boschi si sono infatti ri-organizzate nel corso degli ultimi 70 anni e sono più omogenee e simili le une alle altre, avendo perso le caratteristiche e la vegetazione tipica di ogni località.
La ricerca è stata effettuata da un team di studiosi della Bournemouth University, Natural England e dal Centre for Ecology & Hydrology, e pubblicata online sui Proceedings of the Royal Society.