Pecore tagliaerba per falciare il prato della fabbrica Whirlpool di Varese

Pecore a lavoro in fabbrica per falciare l’erba. Succede a Cassinetta di Biandronno, a Varese. Nello stabilimento della Whirlpool, alle 8 di questa mattina, un gregge di 1200 pecore ha varcato i cancelli del complesso per tosare il prato nella maniera più nature possibile: brucandolo.

L’azienda aveva bisogno di ripulire dall’erbaccia i cinque ettari di terreno che circondano la fabbrica e le pecore avevano bisogno di straordinari di… cibo. Eh già, perché i pascoli scarseggiano e di aree verdi in cui pascolare liberamente inizia a sentirsi la mancanza. Inoltre, come lamentano da tempo gli stessi allevatori, oltre alla riduzione degli spazi verdi, si sta assistendo ad un progressivo aumento del costo delle materie prima necessarie per nutrire gli animali da allevamento.

Allevamento pulito con i pannelli solari nei pascoli per le pecore

pannelli solari pecore

Le pecore al pascolo sono uno strumento pratico per controllare le erbacce e le piante, ma possono servire anche a qualcosa in più grazie alla tecnologia moderna. Il tetto della loro stalla potrebbe servire per raccogliere l’energia del sole che arriva al suolo tramite pannelli solari. La pratica, iniziata in Europa, potrebbe diventare uno standard mondiale, e si è già diffuso in America.

La recinzione dev’essere sufficientemente lunga, e gli standard sono spiegati dall’azienda che produce questo prodigio della tecnica. Il perimetro non solo mantiene unite le pecore, dà sicurezza all’allevatore che nessuno possa rubarle come avviene nella gran parte dei pascoli del mondo, ma in più permetterà al pastore di avere dei pannelli solari che produrranno energia per la sua azienda, e rivendendo energia pulita ci guadagnano doppiamente. In questo modo, e questo aspetto preme molto negli Stati Uniti, le compagnie di assicurazione finiranno anche con l’assicurare tale impianto, mettendo ancora più al sicuro anche il bestiame.

Diossina: quali sono i veri rischi sulla salute?

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Da giorni si sente parlare del pericolo “diossina“, del suo effetto inquinante e dei rischi che comporta per la salute, ma che cos’è la diossina? In maniera corretta, dovremmo parlare di diossine, in quanto appartengono a questa categoria un gruppo di circa 200 sostanze, piu’ o meno tossiche, che si liberano nell’aria, in acqua e che si depositano sul suolo, derivate dalla combustione di sostanze organiche in presenza di cloro. La diossina non si sprigiona solo dagli inceneritori e dai roghi di rifiuti, ma anche dalle industrie, dalle centrali termoelettriche, dalla combustione di legno e di materiale non biodegradabile, di carbone e di rifiuti speciali (quelli ospedalieri).

I suoi effetti giungono all’uomo attraverso la respirazione, attraverso la via alimentare, cioe’ tramite vegetali, carni e derivati contaminati. La diossina si deposita e penetra nel suolo e quindi contamina le coltivazioni, a loro volta vengono contaminati gli animali da pascolo e quindi anche la carne e il latte da essi derivati. Negli ultimi anni le pecore sono diventate gli indicatori ambientali dell’inquinamento da diossine, infatti nelle aree piu’ a rischio, morivano in agonia, un numero impressionante di ovini, con conseguente preoccupazione degli abitanti di queste zone. Ma quali sono i rischi concreti per la salute dell’uomo? Prima di tutto le diossine hanno un effetto cancerogeno potentissimo, soprattutto la 2378, ritenuta causa di linfomi e tumori ai tessuti molli, data la tendenza ad accumularsi nelle cellule adipose e, determina alterazioni epatiche, neurologiche e polmonari.