cambiamenti climatici paesi in via di sviluppo

Cambiamenti climatici, per i Paesi in via di sviluppo arriva l’accordo climate-friendly

cambiamenti climatici paesi in via di sviluppoAll’indomani dell’accordo finale stabilito tra le Nazioni che hanno preso parte alla Conferenza di Doha è stato presentato in occasione della XVIII conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sui cambiamenti climatici, un programma finanziario agevolato per i Paesi in via di sviluppo per meglio affrontare la sfida ai cambiamenti del clima e dunque per investire in ambiente, sicurezza alimentare, gestione sostenibile delle risorse ed emergenza idrica.

Shell accusata di aver mandato a monte i piani per l’energia solare nei Paesi in via di sviluppo

Shell-logo

Shell è rimasta impigliata in un problema tra la Banca Mondiale e le società di energia pulita, dopo le accuse che la indicano come inadempiente sui propri impegni, nell’onorare le garanzie sui sistemi di energia solare venduti ai Paesi in via di sviluppo.

L’azienda petrolifera è accusata di abbandonare la proprie responsabilità verso le comunità povere tramite una ripartizione generalizzata delle proprie apparecchiature in Sri Lanka e in altri Stati, mentre al contempo danneggia le prospettive del settore più ampio delle energie rinnovabili in un mondo che ha il disperato bisogno di ridurre le emissioni di carbonio.

L’attività di elettrificazione rurale in cui i sistemi di Shell sono stati venduti, ora è stata trasferita, come hanno fatto molte altre parti di attività solari del gruppo. I critici sostengono che la Shell, che ha realizzato utili pari a 31 miliardi di dollari nel 2008, abbia avuto un ruolo nel continuare a garantire che gli ex-clienti continuino ad essere vulnerabili.

Giornata mondiale per l’Ambiente, un buon punto di partenza per salvare il pianeta

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Kick the Habit!Towards a Low Carbon Economy. No, non siamo diventati improvvisamente anglofoni. Questo sarà lo slogan che accompagnerà la Giornata Mondiale  dell’Ambiente 2008, giunta alla trentaseiesima edizione. Lo slogan significa “Cambiamo le nostre abitudini! in favore di un’economia a bassa emissione di carbonio“, e avrà come tema principale la riduzione delle emissioni di CO2.

 

In molti paesi “virtuosi” come la Nuova Zelanda e la Norvegia alcune soluzioni a questo problema sono state già adottate, mentre oggi ci sarà la nostra occasione per dare una mano al nostro pianeta. La scorsa edizione, che aveva come tema centrale lo scioglimento dei ghiacciai (non per altro si tenne in Norvegia) è stata un successone, e così si spera di replicare anche quest’anno spostandosi in Nuova Zelanda, che si è posta come obiettivo di diventare la prima nazione ad emissione zero entro il 2020.

Coldiretti denuncia i cibi Ogm: aggravano dipendenza economica dei PVS

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Le coltivazioni Ogm nel mondo non solo non hanno risolto il problema della fame, ma hanno anche aggravato la dipendenza economica dall’estero di molti Paesi in via di sviluppo (PVS). E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento alla diffusione di prodotti agricoli geneticamente modificati (Ogm) e all’emergenza cibo. Una recente ricerca dell’Universita’ del Kansas realizzata dal Professor Barney Gordon del dipartimento di agronomia ha inoltre dimostrato dopo tre anni di sperimentazione che la soia geneticamente modificata, produce il 10 per cento in meno rispetto a quella convenzionale, evidenziando cosi’ la minore produttivita’ del prodotto Ogm anche nei paesi sviluppati.

Il lungo cammino verso Kyoto 2: a Bangkok il Giappone contestato dai Paesi in via di sviluppo

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Il protocollo di Kyoto, sottoscritto l’11 dicembre del 1997 da più di 160 Paesi, ed entrato in vigore nel 16 febbraio del 2005, prevede l’impegno ad una riduzione delle emissioni di gas serra del 5,2% rispetto a quelle registrate nel 1990. Riduzione da compiersi nel periodo 2008-2012.
Ma si parla già di un Kyoto 2 per fissare nuovi parametri ed obiettivi di riduzione dei gas serra dopo il 2012.

Si è concluso venerdì sera a Bangkok l’incontro, sotto l’egida dell’Onu, dei delegati di più di 160 Paesi, giunti ad un ulteriore accordo per arrivare entro il 2009 ad una nuova risoluzione per la riduzione delle emissioni.

Rifiuti tecnologici: dove vanno a finire?

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Nel rapporto Toxic tech: non nel nostro cortile, Green Peace denuncia il grave problema ecologico dei rifiuti elettronici.
In base ai dati delle vendite globali di prodotti elettronici e di alta tecnologia, si è ricavata la corrispettiva quantità di rifiuti prodotta dall’industria tecnologica.

I dati emersi sono a dir poco preoccupanti: la quantità di questi rifiuti cresce in maniera esorbitante e nel contempo diminuisce il loro riutilizzo e riciclaggio.L’ONU ha stimato che ogni anno si producono tra i 20 e i 50 milioni di tonnellate di rifiuti tecnologici, che corrisponderebbero a circa il 5% della produzione globale di rifiuti solidi.