Inquinamento, una cappa d’ossigeno per vestito: quando l’aria diventa un lusso

L’aria in città oggi è particolarmente inquinata: che mi metto? Una provocazione sui temi dell’inquinamento atmosferico e dello smog che si fa stile grazie ad una studentessa della New York University, Hana Marie Newman, ideatrice di un vestito/bolla che ha incorporato un sistema di purificazione dell’aria. Usciremo allo scoperto, affrontando senza timore il mostro dell’inquinamento, pur rimanendo rinchiusi nel nostro guscio salubre.

Le patologie connesse o aggravate dalla cappa irrespirabile che soffoca gli ambienti di vita urbani: ictus, asma, difficoltà respiratorie, allergie, non saranno più un problema, non nostro, almeno. Ce ne staremo rinchiusi nella nostra sacca marziana, con a disposizione tutto l’ossigeno che ci serve per andarcene in giro, trotterellando per le strade nel nostro spazio protetto, infischiandocene della mal’aria anche nei giorni più stantìi, ignorando chi al nostro fianco, fuori dalla bolla dell’egoismo, si sta intossicando.

Batteria Stair, la prima batteria ricaricabile ad aria

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Un nuovo tipo di batteria alimentata ad aria chiamata Stair (St Andrews Air) potrebbe dare fino a dieci volte l’energia elettrica delle pile attualmente disponibili. Essa potrebbe trovare un uso commerciale per una nuova generazione di batterie per auto elettriche, telefoni cellulari e computer portatili.

Il nuovo design ha il potenziale per migliorare le prestazioni dei prodotti elettronici portatili e per dare un grande impulso al settore delle energie rinnovabili. Le batterie consentiranno una costante produzione elettrica da fonti come il vento o il sole, che si fermano quando il tempo cambia o scende la notte.

La migliore capacità si ottiene grazie all’aggiunta di un componente che utilizza l’ossigeno tratto dall’aria durante le operazioni di scarico, sostituendo un componente chimico utilizzato nelle batterie ricaricabili di oggi. Non dovendo trasportare prodotti chimici, la batteria offre più energia con le stesse dimensioni. Ridurre le dimensioni e il peso delle batterie, garantendo le necessarie capacità di carica, è stata una lunga battaglia per gli sviluppatori di macchine elettriche. Il nuovo componente è realizzato in carbonio poroso, che è molto meno costoso rispetto all’ossido di litio e cobalto che si usa oggi.

Adesso l’energia la ricaviamo dalle piante

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Le nostre care piante non servono soltanto per abbellire le nostre case o per fornirci ossigeno. O meglio, il loro compito è stato questo fino ad oggi. Ma da ora tutto cambierà, e oltre a tutti questi compiti, le piante ci forniranno anche…energia elettrica.

L’invenzione, ovviamente, arriva ancora una volta dal Giappone, dove gli scienziati del Sol Levante sembrano saperne davvero una più del Diavolo. I giapponesi infatti hanno costruito una piantina che ha al posto delle foglie delle celle solari organiche ad alta efficienza, in grado di fornire energia solare.

Batterie al metanolo: da Sir William Grove a Microsoft e Sony

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Le batterie al metanolo sono da tempo un ambìto oggetto di ricerca per diversi produttori, allo scopo di utilizzarle per notebook, palmari, cellulari, lettori multimediali portatili… Nel Giugno 2004 Toshiba presentò un prototipo di batteria ultracompatta, destinata a dispositivi elettronici. Qualche mese dopo Nec proponeva celle a combustibile (fuel cell) integrate in unnotebook sperimentale, che ne portavano l’autonomia a 10 ore (teoricamente possono essere sviluppato per metanolo o per idrogeno). Esattamente 3 anni fa, al Cebit 2005, Toshiba mostrava un prototipo di batteria per notebook funzionante con una miscela di metanolo ed ossigeno. Questo negli ultimissimi anni, ma in realtà gli esperimenti siano iniziati nel lontano 1839 da Sir William Grove.

Deforestazione zero: il nuovo monito di Greenpeace

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Se dico effetto serra cosa vi viene in mente? Probabilmente in molti, se non tutti, penseranno subito ai gas di scarico delle auto. A qualcuno può venire in mente il camino di un’industria.
Ma in pochi sanno che la maggior parte di responsabilità dell’effetto serra ce l’ha la deforestazione.

E’ un effetto al contrario, cioè le piante stanno lì, tra le varie funzioni, anche per diminuire i gas serra perchè esse sono capaci di assorbirli, metabolizzarli, e trasformarli in ossigeno. Ogni albero che viene abbattuto contribuisce a tonnellate di CO2 non assorbito, e quindi all’accumularsi di questi gas nell’atmosfera, fino ad arrivare all’effetto serra. L’effetto viene ancora ingigantito quando, abbattendo gli alberi, si libera il carbonio che loro trattengono nel suolo, sprigionando ulteriori gas tossici.