Obama preme sul Congresso: occorre fare di più nella lotta ai cambiamenti climatici. Se il Congresso non troverà alla svelta un accordo bipartisan per combatterli “allora lo farò io”, ha dichiarato il Presidente degli Stati Uniti.
Obama
Trivellazioni in Artico, Obama blocca la Shell
Obama ce l’ha fatta. Pochi giorni fa vi annunciavamo le intenzioni del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama di bloccare le trivellazioni nell’Artico, almeno nell’area di competenza del suo Paese. Ebbene, circa una settimana dopo la Shell ha risposto fermandosi e rivedendo il proprio intero piano. Più che ad Obama in realtà dobbiamo questa decisione a Carol Browner, ex consigliere sul clima del Presidente nel precedente mandato, e a John Podesta, consigliere dal 2009, i quali hanno sollevato dubbi sulla sicurezza nelle operazioni in quell’area.
Cambiamenti climatici, Obama scende in campo dopo incidente in Alaska
Il presidente USA Barak Obama è deciso a intervenire in prima persona per fermare i cambiamenti climatici bloccando la ricerca di petrolio nell’Artico e mettendo in atto un piano strategico di intervento in tutto il Paese. A dare la notizia, trapelata da una fonte nella Casa Bianca, è il gruppo ambientalista Resource Innovazion Group. Secondo le indiscrezioni l’amministrazione Obama sta puntando ad un “vasto movimento di sensibilizzazione popolare”.
Nucleare, Sarkozy chiede G20 su sicurezza
Sicurezza nucleare, più che mai acceso il dibattito internazionale alla luce dei recenti drammatici eventi che hanno svelato le falle della centrale di Fukushima, a seguito del violento terremoto e del conseguente devastante tsunami che hanno colpito il Giappone tre settimane fa.
Se la Russia va avanti tutta con il programma nucleare ma apre agli stress test coinvolgendo gli USA, sul fronte opposto si pone la Merkel che sull’atomo ha cambiato radicalmente idea e vuole un’inversione di rotta per il suo Paese che punti tutto sulle rinnovabili.
Oggi, durante la visita in Giappone, è intervenuto in merito alla sicurezza delle centrali nucleari Nicolas Sarkozy che pure qualche giorno fa aveva affermato di non voler illudere i cittadini francesi sulla dismissione delle centrali, un’ipotesi reputata assurda dal momento che il Paese ne ha al momento assoluto bisogno per l’approvvigionamento energetico. Ciononostante, Sarkozy preme per un focus sulla sicurezza, offrendosi di ospitare un incontro del G20 a maggio con la mission di fissare nuovi standard industriali globali alla luce del disastro nucleare occorso in Giappone.
Biocarburanti e OGM, impossibile senza
La crescente necessità di energia e l’aumento del costo del petrolio riportano l’attenzione sulle fonti rinnovabili e sui biocarburanti.
La scelta dell’uso di carburanti ecologici è dovuta in parte anche alle politiche ambientali e alle necessità di abbattere le emissioni inquinanti, oggi serio problema per l’ecologia e gli ecosistemi. Ma siamo davvero pronti alla svolta biocarburanti?
Karl Rove: “non c’è più nulla da fare per il clima”
Il giorno delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti, lo stratega repubblicano Karl Rove potrebbe essersi lasciato sfuggire la verità più di quanto non abbia mai fatto il suo partito negli ultimi anni. In una conferenza tenuta in favore delle società di perforazione del suolo alla ricerca del gas, ha pronunciato un discorso su come con l’arrivo del nuovo Congresso, il quale ha sottratto dei deputati ad Obama, sarà “sicuro come la morte” che non verrà approvata una legge che limita le emissioni di gas ad effetto serra. “Il clima è andato” ha detto, che in slang americano (Climate is gone) suona meglio come “ormai non c’è più nulla da fare per il clima”. Finalmente il partito Repubblicano è uscito allo scoperto ed ha annunciato cosa ne pensa del problema ambientale.
Rove in quel momento si stava riferendo all’American Clean Energy and Security Act, approvato alla Camera dei Rappresentanti, ma poi interrotto al Senato. Egli intende agire in modo che gli sforzi per porre un limite alla quantità di emissioni di gas serra per le aziende, per cui anche Obama si è molto battuto, siano resi vani. Ci vorranno anni prima che la riforma sul clima e sull’energia pulita possa essere di nuovo sul tavolo.
Green jobs, Obama: “Con energie rinnovabili migliaia di posti di lavoro”
Torna a spingere sulle rinnovabili, il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama e lo fa nel suo tradizionale discorso radiofonico del sabato, parlando alla Nazione dell’importanza, per il mercato del lavoro, di puntare sulle energie alternative che possono creare centinaia di migliaia di posti di lavoro.
L’industria verde ha potenzialità di crescita infinite nei prossimi anni e si configura, quasi necessariamente, come il futuro produttivo del Paese:
Non c’è forse un’industria con maggiori possibilità di creare ora posti di lavoro, e crescita nei prossimi anni, di quella dell’energia pulita.
Marea nera, Obama: il disastro nel Golfo del Messico evoca l’11 settembre (video)
Torniamo ad occuparci della marea nera. Ci va giù pesante, ancora una volta, Obama: dopo essersi lasciato andare, nei giorni scorsi, ad espressioni molto forti per uno nella sua posizione sul sedere da prendere a calci, oggi evoca addirittura l’attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York del 2001:
Il disastro della marea nera evoca l’11 settembre perché cambierà negli anni a venire la psicologia dell’America. Prenderò misure coraggiose per combatterla e userò il resto della presidenza per guidare gli Stati Uniti verso un nuovo modo di fare affari in fatto di energia. Nello stesso modo con cui abbiamo visto le nostre vulnerabilità e con cui la nostra politica estera è stata cambiata dopo l’11 settembre, così questo disastro cambierà il modo con cui pensiamo all’ambiente e all’energia negli anni a venire.
Marea nera, Obama infuriato: “Voglio sapere di chi è il sedere da prendere a calci” (video)
Golfo del Messico: a 1500 metri sotto il mare dal 20 aprile scorso, dopo l’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon, migliaia di barili di petrolio continuano a sgorgare, malgrado i diversi tentativi di bloccare la falla. Parliamo della marea nera. Dire che Obama è arrabbiato sarebbe riduttivo. L’espressione usata dal presidente degli Stati Uniti durante un’intervista concessa alla Nbc non lascia adito a dubbi sui sentimenti di odio e disprezzo che nutre nei confronti della BP:
“Voglio sapere di chi è il sedere da prendere a calci”.
Non si risparmia, Obama, con la durezza verso i responsabili di uno dei peggiori disastri ecologici della storia umana. Nei giorni scorsi aveva aspramente criticato la scelta della compagnia petrolifera britannica di procedere alla spartizione dei dividendi, malgrado il grave danno ambientale nonché economico da risarcire a pescatori ed aziende del settore turistico delle coste interessate dal disastro. E aveva assicurato la popolazione colpita:
La Bp risarcirà appropriatamente ogni singola persona che ha subito danni dalla catastrofe.
Krupp è ottimista: la Terra rinascerà più bella di prima
La cosa più incredibile è stato capire che malgrado crisi e recessione oggi c’è più motivo che mai di essere ottimisti. E’ stato davvero emozionante incontrare degli innovatori come Jack Newman, il fondatore della Amyris, una società che ingegnerizza lieviti in grado di trasformare lo zucchero praticamente in qualunque cosa, dal carburante ai farmaci antimalaria. Ma non è un’eccezione: Angela Belcher al Mit di Boston sta ottenendo qualcosa di simile con i virus, facendoli diventare le batterie più efficienti mai esistite. Di persone di questo genere ne abbiamo incontrate decine, ma ce ne sono migliaia, e iniziano a raccogliere fondi per centinaia di milioni di dollari.
Queste parole sono di Fred Krupp, uno dei lobbisti dell’ambiente più influenti degli Stati Uniti (e quindi del mondo), ed in fondo il custode della vera speranza per la Terra. A differenza di molti catastrofisti, è bello vedere come una persona così addentro alla questione sia ottimista. Anzi, ottimista è dire poco. Basti vedere il suo nuovo libro Earth: The sequel, il quale punta su un concetto base molto semplice: il mondo non solo sarà distrutto, ma rinascerà più bello di prima.
Compagnie petrolifere e green new deal di Obama, l’America spaccata in due sull’energia
L’amministrazione Obama vuole ridurre il consumo di petrolio, aumentando le forniture di energia rinnovabile e riducendo le emissioni di anidride carbonica nell’ambizioso sforzo di compiere una vera e propria rivoluzione energetica nell’arco di appena una generazione. Il Green New Deal di Obama, è stato soprannominato.
Ma c’è chi non approva affatto la svolta ecologica, e non fatichiamo a credere che in prima linea sul fronte dei no ci siano proprio le lobby del petrolio, quelle rappresentate da Bush prima e dallo sconfitto McCain poi, per intenderci. Ma la perdita delle elezioni da parte dei repubblicani è equivalsa ad una rinuncia alla battaglia per il potere economico da parte dei gruppi petroliferi che ne appoggiavano e sponsorizzavano la candidatura? A quanto pare no, ne parla anche l’edizione del New York Times on-line di oggi, aprendo il dibattito su quella che è una vera e propria faglia tra Obama e i grandi petrolieri che non vedono di buon occhio i mega-investimenti nelle rinnovabili, nè tantomeno una perdita di importanza del predominio del petrolio tra le risorse energetiche.
L’orto di Michelle Obama alla Casa Bianca, coltivare biologico è trendy
E’ proprio il caso di dire che la rivoluzione ecologica comincia dal basso, diciamo pure dall’orticello di casa. Ma non di una casa qualunque, bensì nientepocodimenoche della Casa Bianca, che si sta tingendo sempre più di verde, dopo l’insediamento della famiglia Obama.
La first lady Michelle, che si prefigura già come una delle più amate dagli americani e nel mondo per la sua semplicità e umiltà decorosa, ha infatti deciso di dare il buon esempio al suo popolo, minacciato in egual modo da obesità ed effetti del riscaldamento globale, autorizzando la creazione di un orto nei giardini dell’ala Sud della villa palladiana.
Un gesto simbolico, ma nemmeno tanto, perchè agli Obama piace davvero mangiare sano e garantire cibi biologici alle proprie figlie. Un modo come un altro per dare il buon esempio ai cittadini degli States che si nutrono sempre più spesso di schifezze varie e salsine poco salutari e ai quali certo non farebbe male un po’ di sana frutta e verdura coltivata nell’orto di casa. Ma il pollice verde di Michelle che potrebbe avere grande risalto e spingere come ci auguriamo al trend dell’orto e del mangiare biologico, ha anche un altro importantissimo intento.
Non si trivella più, Obama sospende le perforazioni petrolifere ordinate da Bush
Obama è stato eletto in un momento non certo propizio per l’economia americana, ma è il mondo intero che sta vivendo una crisi finanziaria che non ha precedenti negli ultimi decenni. Governare in questo difficile frangente e portare avanti il cambiamento tanto dibattuto in campagna elettorale si rivelerà un’operazione ancora più ardua del previsto. Ma Obama non vuole certo rinunciare a mantenere le sue promesse e i suoi piani, soprattutto il Green New Deal, proseguono celermente, come un modo per salvare al contempo l’economia, creando nuovi posti verdi, e il mondo, diminuendo le emissioni di gas serra di una delle potenze più inquinanti, gli Stati Uniti.
La strada per raggiungere i risultati prefissatisi passa per il potenziamento delle energie rinnovabili, a discapito del petrolio, così tanto venerato, quasi religiosamente, da Bush. Il primo passo dell’amministrazione Obama contro l’egemonia petrolifera, è stato quello di sospendere uno dei progetti voluti dal vecchio presidente: la trivellazione di nuovi pozzi petroliferi nelle coste statunitensi di Atlantico e Pacifico.
Energia eolica, nuove prospettive negli Stati Uniti per sopperire alla mancanza di vento
Energia eolica. Dopo il solare è il settore su cui più punta Obama per il suo Green new deal. Ma se il vento cala e viene a mancare? Come sopperire all’improvviso deficit di rifornimento energetico pulito? Una inaspettata mancanza di vento negli Stati Uniti può infatti tutt’oggi causare black-out, malgrado gli scienziati delle rinnovabili stiano mettendo a punto turbine sempre più sofisticate, in grado di immagazzinare l’energia in eccesso quando il vento è intenso per poi riutilizzarlo al momento opportuno, quando c’è calma piatta nell’aria.
Questo è un problema che molte regioni degli Stati Uniti d’America possono affrontare a breve e medio termine, come conseguenza della crescente dipendenza del paese dalle energie rinnovabili, in particolare l’energia eolica.
Anche se la posizione di Stati Uniti d’America in un contesto internazionale in materia di energie rinnovabili è ancora incipiente, lo sviluppo dell’energia eolica in questo paese è il più alto del mondo. A causa di tale circostanza, l’Argonne National Laboratory (ANL) della rete dei laboratori del Dipartimento di Energia degli Stati Uniti ha chiesto all’INESC Porto di sviluppare una piattaforma per la previsione di energia eolica negli Stati Uniti.