Per la prima volta negli ultimi 30 anni gli Stati Uniti hanno autorizzato la costruzione di alcuni nuovi reattori in centrali nucleari già esistenti. Questa scelta che va in controtendenza rispetto al pensiero comune secondo cui il nucleare è una tecnologia da abbandonare, non da incrementare, si deve al fatto che secondo gli scienziati che hanno progettato queste nuove strutture, si tratterebbe di centrali sicure in cui non sarà possibile che si ripetano incidenti come quello di Fukushima.
nucleare di terza generazione
Nucleare: Comuni aprono alle centrali, ma solo di terza generazione
L’Italia ha fatto un ulteriore passo in avanti verso il nucleare. Mentre fino a poco tempo fa la maggior parte delle Regioni si erano dette contrarie agli impianti nucleari e quelle che non l’avevano fatto, di certo non si erano espresse per il sì ma erano rimaste in bilico, oggi arrivano le delibere sul nuovo documento presentato dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) che ha indicato essenzialmente in 12 Regioni quelle che hanno le caratteristiche ottimali per ospitare una centrale.
Di queste, ben 8 si sono opposte (Emilia Romagna, Basilicata, Toscana, Sardegna, Umbria, Puglia, Liguria e Sicilia) e solo 4 hanno dato la loro disponibilità (Lombardia, Veneto, Piemonte e Campania). Ma anche se c’è apertura al nucleare, non è detto che questa sia senza condizioni. Anzi, la condizione principale è che se nucleare dev’essere, almeno sia di terza generazione, perché considerato meno costoso e più sicuro di quello di quarta generazione, che in realtà non è mai stato attuato in nessuna parte del mondo.
Nucleare di terza generazione
Nucleare di terza generazione
Le tecniche di progettazione delle centrali nucleari possono essere divise in generazioni. La prima generazione è stata sviluppata nel secolo scorso, più precisamente tra gli anni ’50 e ’60 e questo tipo di centrali elettriche non è più in uso. Le centrali nucleari di seconda generazione hanno iniziato la loro “vita” negli anni ’70 e la grande maggioranza delle centrali nucleari oggi funzionanti sono state costruite su questi principi, con gli opportuni aggiustamenti.
La terza generazione dei reattori nucleari nasce invece sul finire degli anni ’90. Il primo reattore di questo tipo è stato costruito in Giappone nel 1996 ed il suo design è stato approvato anche per l’Europa. La tecnologia è migliorata rispetto alla seconda generazione, e più precisamente i miglioramenti riguardano il carburante, la superiore efficienza termica, i sistemi di sicurezza passiva, la progettazione standardizzata per la manutenzione ridotta e minori costi. Inoltre i miglioramenti nella tecnologia dei reattori hanno portato ad una durata più lunga di funzionamento (60 anni di attività, estensibili fino ad oltre 120 anni di funzionamento prima di rendere la sostituzione un processo necessario). Molto più dei reattori di seconda generazione che duravano 40 anni estendibili ad 80. La sicurezza di questi reattori è molto maggiore rispetto ai loro predecessori tanto che si calcola una riduzione di circa 20 volte del rischio di incidenti gravi.
Nucleare, Ecodem diffonde le “vere” cifre dell’accordo italo-francese
Alexandra Prokopenko, vittima disastro di Chernobyl
Ci stanno raccontando un mucchio di p… ehm di bugie sul nucleare e su questo tanto discusso accordo Berlusconi-Sarkozy, che più che un patto tra due nazioni mi sembra a tutti gli effetti un accordo tra due persone. Primo, e forse anche ultimo motivo più che sufficiente senza citarne altri, perchè il nucleare in Italia sono in molti a non volerlo, prime tra tutte alcune delle regioni che dovrebbero ospitarlo, tra cui si vocifera la Sardegna, e ricordiamo che lì la destra ha appena vinto le elezioni, ma ad installarsi in casa propria un bel reattore non ci pensa proprio. Piuttosto dovranno passare sul mio corpo, tuona Ugo Cappellacci, il neo-eletto presidente fino a qualche giorno fa abbracciato amabilmente in campagna elettorale a Berlusconi. Arriverà anche ad Arcore questo urlo di dissenso di un membro del suo stesso partito?
D’altro canto Berlusconi se la cava con i paroloni non compresi dalla massa, come al solito, e snocciola con soddisfazione una sintesi dell’accordo che poco dice del dove, come, quando e a che costo procederemo:
La Francia ci trasmetterà il suo know how e sarà più facile il passaggio dell’Italia al nucleare.
Ad ogni modo l’Ecodem che rappresenta gli ecologisti democratici (un altro di quei gruppi ambientalisti che secondo l’informazione pubblica è meno reticente verso il nucleare?) ha diffuso i dati veri sull’accordo nucleare italo-francese. Le vere cifre. Sentiamo un po’ nel Paese delle mezze verità dov’è andata a finire stavolta l’altra metà.
Accordo sul nucleare Berlusconi-Sarkozy, miope e pericoloso per Legambiente
Ieri ascoltando uno dei principali tg nazionali una frase ha colpito la mia attenzione:
Anche gli ambientalisti più reticenti, vista la crisi energetica, stanno rivalutando il nucleare come soluzione.
D’altra parte l’associazione pro-ambiente più attiva sul territorio italiano, Legambiente, che certo rappresenta una larga fetta di ambientalisti, definisce miope e pericoloso l’accordo Berlusconi-Sarkozy (perchè definirlo un’intesa Italia-Francia mi sembra assurdo, visto che noi cittadini italiani non siamo stati interpellati su temi così importanti). Anche i Verdi si pronunciano contro il nucleare. Qualcosa non torna. Ma al di là delle incongruenze ed incoerenze nei servizi dei telegiornali, alle quali siamo tutti tristemente abituati (ma non certo rassegnati), viene da interrogarsi sulla fattibilità di questi quattro presunti, ipotetici reattori di terza generazione.