Purtroppo la nostra previsione si è avverata: lo scandalo della carne di cavallo ha toccato l’Italia. In particolare sarebbe la Nestlè ad autodenunciarsi, ritirando ravioli e tortellini di manzo “targati” Buitoni. Secondo le analisi realizzate dalla multinazionale in seguito agli scandali che si sono susseguiti in Gran Bretagna, è stata trovata traccia di carne di cavallo anche nell’1% dei suoi prodotti. Certo, non siamo ai livelli d’Oltremanica in cui era al 100% carne di cavallo, né ci sono pericoli per la salute, ma è sempre bene prevenire.
Nestlé
Nestlé si impegna a non distruggere più la foresta pluviale
La battaglia contro la distruzione delle foreste per l’olio di palma di Greenpeace si può dire ufficialmente vinta. Uno dei più grandi produttori di cibo e bevande del mondo, la Nestlé, ha promesso di smettere di usare l’olio di palma legato alla distruzione della foresta pluviale. Il monitoraggio dell’impegno è stato affidato a The Forest Trust (TFT) che farà in modo che nessun prodotto provenga da imprese che possiedono o gestiscono “piantagioni ad alto rischio o aziende legate alla deforestazione”.
Nestlé e TFT hanno lavorato insieme sui criteri che garantiscano sugli acquisti riguardanti l’olio di palma. Essi infatti devono:
- Essere derivati da piantagioni e aziende che operano nel rispetto delle leggi e dei regolamenti locali;
- Proteggere l’alto valore di conservazione delle zone forestali;
- Ottenere il libero consenso preventivo e informato delle comunità indigene e locali per le attività sulle loro terre;
- Proteggere le torbiere;
- Proteggere le foreste dall’alto “valore di carbonio”.
I gorilla di Greenpeace attaccano la Nestlé (video)
Grazie ad una campagna dura e implacabile di “gorilla marketing” online, le proteste sociali stanno avendo sempre più audience, tanto da far retrocedere la multinazionale Nestlé, che pare abbia ceduto alle pressioni provenienti da Greenpeace.
Il fulcro della questione è il disastro di pubbliche relazioni durante l’uso di olio di palma sostenibile nelle sue barrette di cioccolato, provenienti da foreste pluviali in rapida estinzione in Indonesia. La manifestazione ha preso una strana piega la scorsa settimana quando gli attivisti di Greenpeace hanno fatto irruzione durante un’assemblea degli azionisti a Losanna, in Svizzera, in un agguato coordinato, travestiti da orangotango in modo piuttosto convincente, come si vede nel video pubblicato a fine articolo.