Giusto qualche giorno fa vi abbiamo parlato di quella incredibile scoperta, effettuata dagli scienziati dell’Università di Berkley, che avevano calcolato come la “mano” dell’uomo fosse innegabilmente la prima causa dell’innalzamento delle temperature globali, mettendo a confronto gli ultimi 50 anni di storia umana con i 250 anni calcolabili con precisione dagli strumenti moderni. Oggi arriva la notizia di un docente della stessa università che, dopo anni di negazionismo, ha analizzato i dati dei colleghi e si è dovuto ricredere.
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No slogan: l’eco-ottimismo ai tempi del catastrofismo
No slogan: l’eco-ottimismo ai tempi del catastrofismo, un titolo che è tutto un programma, quello scelto per l’instant book edito da Sangel, a cura di Mario Masi, giornalista ed esperto di tematiche ambientali, di Luigi Mariani, esperto di agrometereologia all’Università di Milano e di Teodoro Georgiadis, Senior Scientist del Cnr-Ibimet.
E’ un libro che si fa leggere con interesse, quando l’interesse per il dibattito climatico c’è ovviamente. L’ho divorato ieri pomeriggio in spiaggia in poche ore, a caldo. E ho trovato azzeccatissime le previsioni di Guido Guidi, meteorologo della corrente degli ottimisti, come si autodefinisce, espresse concisamente nella prefazione: No slogan non chiarisce le cose, le complica.
James Cameron: “le lobby del petrolio e del carbone pagano per la disinformazione”
Il dibattito annoso tra “catastrofisti” e “negazionisti” si sa, spesso è incentrato sulle compagnie petrolifere e quelle del carbone, accusate di star finanziando una campagna di disinformazione per confondere il pubblico sulla scienza del clima. Fino a questo punto, niente di rivoluzionario, come non sorprende il fatto che purtroppo, in molti casi, sembra abbiano successo, come sta avvenendo in Italia ed in altre parti del mondo.
Ed è per questo che è incoraggiante vedere un’elegante figura che trasmette il messaggio della scienza al pubblico con una certa autorevolezza come James Cameron, che ha appena messo questa storia nel suo film campione d’incassi Avatar, il quale ora si schiera in favore degli ambientalisti e ha cominciato una sorta di “tour” televisivo per controbattere alle illazioni di pseudo-scienziati di parte.