Rifiuti, la protesta di Terzigno si scarica su Napoli

Le proteste, i roghi e la guerra civile sfiorata a Terzigno cominciano ad avere effetti devastanti sul resto dell’area vesuviana. Nonostante Berlusconi continui a predicare che tra 3 giorni tutto sarà tornato alla calma, ne è passato già uno e pare che si vada di male in peggio.

Chi di certo non se la passa bene è Napoli, dove da settimane i rifiuti hanno ripreso a fare capolino anche tra le vie del centro, e dove si calcola che si accumulino qualcosa come 500 tonnellate al giorno in mezzo alle strade. Attualmente stiamo sfiorando le duemila tonnellate, e sicuramente questa soglia sarà superata entro la notte.

Rifiuti, a Napoli l’emergenza torna evidente

Diciamo la verità, nessuno aveva mai creduto davvero alle parole di Berlusconi il quale affermava che l’emergenza rifiuti a Napoli era stata risolta. Ora però negare l’evidenza non è più possibile. Finora infatti il Governo se l’era cavata togliendo le telecamere dalle periferie, dove i rifiuti sono rimasti intatti come dei monumenti almeno dal 2006, ed eliminando l’immondizia solo dal centro, dove le telecamere non potevano essere tolte.

Ma ora anche lì, davanti alle scuole, ai negozi e ai locali chic, la puzza comincia a diventare insopportabile. Il nuovo anno scolastico in quel di Napoli (ma non solo lì) è a rischio, visto che ormai negli istituti non si può più entrare. Il motivo? I cumuli d’immondizia sono talmente tanti che hanno addirittura bloccato gli ingressi e le finestre delle scuole.

Emergenza rifiuti: la Ue condanna l’Italia

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Abbiamo risolto il problema rifiuti in Campania.

Quante volte abbiamo sentito e risentito questo proclama provenire dai rappresentanti di Governo, da pochi giorni dopo l’insediamento fino ad oggi, come se con un colpo di bacchetta magica tonnellate di rifiuti fossero immediatamente sparite. La realtà è un’altra, come documentato più volte anche su questo blog, e cioè che l’unica cosa che è effettivamente sparita sono le telecamere.

L’immondizia è tutta lì, e a conferma di questa denuncia che rimane (almeno in Italia) ancora sotto silenzio c’è la voce più autoritaria possibile, quella dell’Unione Europea. La Corte di giustizia di Lussemburgo ha accolto il ricorso presentato dalla Commissione europea, e ha deciso di condannare l’Italia perché non ha fatto abbastanza per risolvere il problema rifiuti in Campania, ma soprattutto mette in pericolo la salute umana e l’ambiente.

Pronti? Arriva la settimana del riciclo

settimana ricicloUn’iniziativa dalla parte dell’ambiente e della cultura sostenibile. Anche in Italia, così dura a cambiare. E’ stata presentata oggi l’iniziativa “Da cosa rinasce cosa”, la prima settimana dedicata al riciclo che si svolgerà dal 13 al 18 novembre nelle piazze di Milano, Torino, Roma e Napoli. L’evento è organizzato da Conai, Consorzio Nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi.

Alla presentazione dell’iniziativa sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente di Milano Edoardo Croci, Piero Perron e Giancarlo Longhi, rispettivamente Presidente e direttore generale di Conai.

Assoambiente: nel giro di due anni l’Italia sarà sommersa dall’immondizia

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Ieri Napoli, oggi Palermo, domani l’Italia. I fenomeni dell’immondizia per le strade e delle discariche stracolme fino al punto di esplodere si sta espandendo a macchia d’olio in tutta la nazione. Secondo Assoambiente, non manca molto al punto di saturazione delle discariche di molte città, ed entro i prossimi 24 mesi o poco più, le situazioni viste in questi giorni potranno ripetersi dappertutto.

Secondo la relazione dell’associazione che riunisce oltre 130 imprese per i servizi ambientali, il sistema dello smaltimento dei rifiuti italiano è molto vecchio, ormai passato. Prevede una percentuale di raccolta differenziata molto bassa, e spesso anche non sfruttata, sperando di riuscire a risolvere il problema con l’accumulo dell’immondizia in discarica che, a forza di cose, prima o poi si riempirà. E siccome molte discariche sono già vicine al colmo, le conseguenze saranno due: o sforare i limiti di legge (ed in Italia non sarebbe una novità), o chiuderle e finire con l’immondizia per le strade.

Ercolano, qui il dramma rifiuti non è mai finito

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Doveva essere uno dei fiori all’occhiello del Presidente del Consiglio che tentava di fare il supereroe e, nel giro di un mese o poco più, avrebbe eliminato la spazzatura dalle strade di Napoli. Poi l’aspirazione si è ridimensionata almeno alle zone turistiche, per dare del capoluogo campano un’immagine sana al mondo. Ed invece ecco Ercolano, uno dei punti più caratteristici del turismo campano, in che stato è ridotta oggi.

Qui effettivamente qualcosa si era fatto. Era stata aperta una discarica per la raccolta differenziata, e potenziato la raccolta porta a porta nei vicoli del paesino a pochi chilometri da Napoli. Ed invece, dopo i primi mesi in cui questa discarica cominciava ad essere riempita, oggi è di nuovo vuota, ma non perché gli ercolani hanno smesso di produrre immondizia. Semplicemente la ributtano in mezzo alla strada.

Il Sud? Solo discariche!

A quanto pare usare la parola emergenza vicino a rifiuti non ha più alcun senso. Quello dello smaltimento dei rifiuti per il nostro Paese, in particolare per il Sud, usato come discarica da tutte le altre regioni, non è un più un caso isolato che scoppia a Napoli piuttosto che a Catania, e che in pochi giorni, settimane, anche uno o due mesi viene risolto, come dovrebbe essere per le vere “emergenze”, quelle per cui i governi si mobilitano e stanziano fondi per uscirne il più velocemente possibile. Quello dei rifiuti è un vero e proprio cancro, che non basta risolvere al pronto soccorso, ma per il quale occorre una lunga degenza e se necessario ripetuti inteventi per evitare che si riformi.

Oggi un rapporto di Legambiente parla di clamoroso ritardo impiantistico del Sud, che tradotto significa che nelle regioni meridionali del nostro Paese la maggior parte della spazzatura va a finire ancora nelle discariche, ad accumularsi e ad imputridirsi, che siano abusive, legalizzate, pseudolegalizzate, improvvisate, sempre di cumuli di detriti stiamo parlando. A finire nella grande pattumiera del Sud è ben il 54% dei rifiuti.

Da domani piantati “Gli Alberi di Repubblica”

Dopo esserci occupati del progetto “Un milione di nuovi alberi” che ha preso il via in Sardegna, oggi parliamo di un’altra iniziativa tesa alla riqualificazione ambientale delle città italiane. Si tratta di “Gli alberi di Repubblica, il Quotidiano per l’Ambiente” lanciata il 20 luglio del 2007 dalla nota testata giornalistica. Per ogni articolo dedicato alla crisi ambientale pubblicato su Repubblica dall’inizio del progetto, il quotidiano si impegnerà a piantare un albero in una delle principali città italiane. Dopo 15 mesi e numerosi servizi, saranno 224 gli alberi tra lecci, oligni, oppi, aceri, ontani, frassini, peri, ciliegi che Repubblica pianterà nelle città di Bari, Bologna, Napoli e Parma.

La tragedia di Napoli pare doversi ripetere in Cina

L’industria verde sta diventando sempre di più il mercato nero più importante dell’Asia. Con questo gioco di parole si potrebbero descrivere le decine di casi vergognosi che stanno avvenendo in quelle aree, in cui, come a Napoli per la camorra, i rifiuti stanno diventando il nuovo business.

A denunciarlo è un rapporto stilato dal GAO (Government Accountability Office) degli Stati Uniti in cui vengono rivelate le responsabilità di numerose compagnie, soprattutto tecnologiche, che smaltiscono i rifiuti in una maniera poco ortodossa: con la scusa del riciclaggio, inviano la propria immondizia in altri Paesi illegalmente, qualcosa che dalle nostre parti purtroppo si conosce fin troppo bene.

Vendesi inceneritore bresciano a Napoli: prezzo scontato, interessi più di uno

La città di Brescia ha deciso di vendere il suo inceneritore a Napoli.
La motivazione è fin troppo evidente: in Lombardia questo impianto inquina troppo.
Le immagini dal satellite, a tal proposito, non lasciano adito a dubbi sull’alto tasso di emissioni provocato dal termovalorizzatore bresciano.

L’idea di spostare l’inceneritore in Campania trapela dalle informazioni ottenute da Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr di Roma.
La cifra richiesta alla città di Napoli per la cessione è di circa 25 milioni di euro, somma inferiore all’ammontare della spesa necessaria per terminare la costruzione dell’inceneritore di Acerra.

Il nucleare? Tutta fatica sprecata, parola di Jeremy Rifkin

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“Vi immaginate uno scenario tipo Napoli, ma dove i rifiuti fossero radioattivi?”

Questa la provocazione di Jeremy Rifkin, economista e scrittore statunitense, molto attento ai problemi che riguardano l’ambiente e i diritti dell’uomo. “Una fatica inutile“. E’ così che comincia la sua intervista a Repubblica, a proposito delle centrali nucleari.

E’ un fiume in piena Rifkin che si schiera con forza contro il nucleare, e spera che in Italia ci ripensino, prima che sia troppo tardi. Prima di fare ipotesi azzardate o accuse senza senso, leggete le sue parole che ora seguono.