Biodiversità, a Nagoya approvato piano internazionale COP10

COP10, il summit internazionale sulla biodiversità che ha visto la partecipazione dei delegati di 193 Paesi, riunitisi a Nagoya, in Giappone, si è concluso il 29 ottobre scorso. I lavori, iniziati il 18 ottobre, hanno portato alla stesura di programmi condivisi a livello internazionale volti a tutelare la diversità biologica, nel rispetto degli obiettivi prefissati dagli Stati membri della Convenzione (CBD), siglata ormai diciassette anni fa.

Tre i punti cardine sui quali è stata impostata la ripresa del dialogo sulla biodiversità della Conferenza delle Parti:

  1. la conservazione della biodiversità;
  2. l’uso sostenibile delle risorse;
  3. la divisione equa dei benefici derivanti dalle risorse genetiche.

Biodiversità, a rischio estinzione un quinto dei vertebrati

Ancora sulla biodiversità, con i risultati, a dir poco preoccupanti, di uno studio condotto sulla conservazione dei vertebrati, pubblicato dalla rivista di divulgazione scientifica Science, e presentato nell’ambito della X Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Biodiversità in corso a Nagoya, in Giappone.

Dall’ampia analisi condotta sullo stato delle specie si evince purtroppo che ben un quinto dei vertebrati è a rischio estinzione.
Tra le principali cause additate dai ricercatori come responsabili della scomparsa sempre più probabile di 50 specie di mammiferi, uccelli ed anfibi figurano la deforestazione, che provoca la scomparsa degli habitat di molti animali e piante, l’agricoltura non sostenibile dettata dallo sfruttamento intensivo dei terreni e, ultima ma non da meno, la proliferazione di specie invasive, alloctone. Fenomeno di cui ci siamo occupati spesso sulle pagine di Ecologiae e che ha costi elevatissimi in termini di perdita di biodiversità.
Stando ai dati forniti dal rapporto presentato a Nagoya, tra i vertebrati, le specie a rischio oscillano tra il 13% degli uccelli ed il 41% degli anfibi.